La farfalla apollo è un lepidottero diurno di grandi dimensioni con apertura alare che può superare i 5 cm. La livrea delle ali è prevalentemente bianca punteggiata di macchie nere nella zona anteriore, mentre presenta due o più macchie rosse orlate di nero con pupilla bianca nella parte posteriore.
La cavalletta di Conca Cialancia, scoperta nel 1986, è un raro endemismo delle Alpi Cozie. Vive solo in alta quota, oltre i 2000 metri, in prati su versanti soleggiati. Ha colori vivaci: grigio-azzurro e rosso nei maschi, mimetica nelle femmine. Il canto stridulo dei maschi attira le femmine. Un insetto davvero speciale!
Il Faggio (Fagus sylvatica) è una latifoglia a foglie caduche che può raggiungere dimensioni notevoli; la sua corteccia è grigia, liscia e compatta; le foglie sono ellittiche, con margine crenato e caratteristico aspetto lucido.
Nel Parco, nei boschi di conifere, si trovano grandi nidi di formiche del gruppo Formica rufa, utili per la lotta biologica. Sono 4 specie simili, con una complessa vita sociale. Le operaie fanno diversi lavori, le regine depongono le uova e i maschi si accoppiano con le regine durante il volo nuziale. I nidi possono essere grandi e ospitare fino a 1 milione di formiche.
Il genepì è una piccola pianta che cresce sui ghiaioni e le pietraie a quote superiori ai 2300 m, ma viene anche coltivato in montagna su terreni ed in posizioni appropriate, per la produzione di tisane e liquori.
Può raggiungere 2,90 m. di apertura alare e i 7 kg di peso. Queste caratteristiche lo rendono il più grosso uccello presente nel territorio alpino. Si tratta, inoltre, dell’unica specie tra gli avvoltoi in grado di nutrirsi di ossa grazie ad alcuni adattamenti morfologici e comportamentali. La sua struttura corporea lo pone in una posizione intermedia tra un rapace e un avvoltoio, d’altronde il nome deriva dai termini greci gyps (avvoltoio) e aetos (aquila).
Nei territori dove oggi sorgono i Parchi delle Alpi Cozie e in generale su tutto l’Arco alpino, il lupo si è estinto tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 a causa dell’attività venatoria umana. A partire dagli anni ’70 del Novecento, da un piccolo nucleo di lupi di sottospecie canis lupus italicus presenti nell’Appennino del Centro Italia (tra i 100 e i 200 individui) è iniziato un processo di crescita numerica e di ricolonizzazione spontanea che ha portato la specie a espandersi lungo tutto lo stivale.
La marmotta è un roditore diurno che vive nei prati alpini. Si nutre di erbe e insetti, scava tane complesse e va in letargo da ottobre ad aprile. I piccoli nascono dopo 30-35 giorni di gestazione e rimangono nella tana per 40 giorni. I predatori principali sono l'aquila reale e i carnivori terrestri.