Nome specie: Fagus sylvatica
Regno: Piante
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Fagales
Genere: Fagus
Nome comune: Faggio
Presente nei rilievi di tutta Italia sul piano montano.
Dove mi trovi?
Parco naturale Gran Bosco di Salbertrand
Parco naturale Orsiera Rocciavrè
ZSC Arnodera Colle Montabone
Classificazione:
Nome specie: Fagus sylvatica
Regno: Piante
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Fagales
Genere: Fagus
Nome comune: Faggio
Habitat:
Presente nei rilievi di tutta Italia sul piano montano.
Il Faggio (Fagus sylvatica) è una latifoglia a foglie caduche che può raggiungere dimensioni notevoli; la sua corteccia è grigia, liscia e compatta; le foglie sono ellittiche, con margine crenato e caratteristico aspetto lucido.
È una pianta esigente, che non sopporta carenze o eccessi termici, idrici e luminosi; non tollera gli sbalzi di temperatura e richiede una costante, ma non eccessiva, disponibilità di acqua, nonché terreni freschi e profondi.
La Faggeta cresce dove si trovano queste condizioni, di solito dai 700 ai 1600 metri di quota, scendendo più in basso solo dove il ristagno della nebbia assicura una sufficiente umidità e dove la specie non è stata ancora soppiantata da altre essenze, come ad esempio il castagno; ci possono essere boschi "puri", cioè composti da soli faggi, oppure "misti" inframmezzati da un numero elevato di altre specie di alberi, specialmente abete bianco o larice.
All'interno della faggeta si incontrano macchie di piante pioniere come la betulla (Betula pendula), il pioppo tremolo (Populus tremula), il nocciolo (Corylus avellana) e il maggiociondolo (Laburnum alpinum), che colonizzano le aree disboscate.
Sul suolo ricoperto da uno spesso strato di humus e da foglie morte spuntano l'acetosella (Oxalis acetosella), l'anemone epatica (Hepatica nobilis), i gerani (Geranium nodosum) e la lattuga montana (Prenanthes purpurea). Molte erbe del sottobosco hanno una lamina fogliare tondeggiante o con una superficie piuttosto ampia, tenuta parallela alla superficie del suolo per poter sfruttare al meglio la poca luce solare che filtra attraverso la fitta chioma dei faggi.
La fauna che si può incontrare più comunemente nelle faggete è quella tipica delle foreste di montagna. Tra i mammiferi, oltre agli ungulati (cervo, capriolo e cinghiale), in questi boschi si muovono indisturbati lupi (Canis lupus), faine (Martes foina), martore (Martes martes) e scoiattoli (Sciurus vulgaris), questi ultimi ghiotti delle faggiole prodotte ogni anno dai faggi. Il picchio nero (Dryocopus martius) nidifica volentieri nelle faggete, insieme al rampichino comune (Certhia brachydactyla), al picchio muratore (Sitta europea), al luì verde (Phylloscopus sibilatrix) e tanti altri uccelli.
Ma è a livello del suolo che si nasconde la vera biodiversità nascosta delle faggete, con milioni di invertebrati appartenenti a centinaia di specie diverse che costituiscono un vero e proprio ecosistema: dai decompositori, come lombrichi e lumache, ai consumatori di legno morto, come ad esempio i coleotteri cerambicidi, fino ai veri e propri predatori, come coleotteri carabidi e ragni. Tutto questo brulicare è molto apprezzato dalle salamandre pezzate (Salamandra salamandra) che trovano in faggeta un ottimo ristorante!
Nelle valli Susa e Chisone esistono confini piuttosto netti oltre i quali le faggete non crescono a causa di condizioni climatiche a carattere maggiormente continentale, con escursioni termiche più marcate e precipitazioni più scarse. In particolare, a valle di Fenestrelle e di Exilles, la faggeta trova un areale adatto lungo i versanti prevalentemente esposti a nord con marcata presenza di umidità. A monte, sui medesimi versanti, viene sostituita dalle conifere, in particolare dal larice o abete rosso.
In generale, le Aree Protette delle Alpi Cozie non presentano territori particolarmente favorevoli allo sviluppo della faggeta.