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Alneto

I cespugli che colonizzano terreni poveri e umidi

Stato di conservazione IUCN:

LC - Bassa preoccupazione

LC - Bassa preoccupazione

info

Classificazione:

Nome specie: Alnus viridis
Regno: Piante
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Fagales
Famiglia: Betullacee
Genere: Alnus
Nome comune: Ontano verde

Habitat:

Territorio alpino tra i 1500 e i 2400 metri di quota.

L'Ontano verde (Alnus viridis) forma densi boschetti (alneti) negli impluvi e sulle pendici dove la falda scorre poco profonda e il suolo è molto umido, spesso con affioramento e scorrimento superficiale di acqua. La sua area di diffusione può essere messa in relazione a quella del larice e dell'abete rosso al confine con le praterie di alta quota; l'alneto tuttavia non evolve in bosco ma lo affianca e lo sostituisce dove l'eccessiva umidità del suolo impedisce lo sviluppo delle conifere arboree. In base alle condizioni ambientali dell’area in cui cresce, l’ontano verde può raggiungere i 3 metri di altezza.

Un colonizzatore

L'Ontano verde è considerato una pianta pioniera grazie al suo apparato radicale superficiale, capace di colonizzare e, al contempo, stabilizzare i pendii in via di erosione. È anche in grado di resistere a certi tipi di valanghe grazie alla scarsa resistenza offerta dai suoi rami caducifogli, prostrati e flessibili che si piegano senza spezzarsi quando coperti dalla neve. Al contempo, i montanari in inverno temevano i pendii caratterizzati dalla presenza di alneto dove era più probabile il distacco di slavine provocato dal piano di scivolamento creato dalle fronde di ontano verde. Sui terreni poveri, inoltre, contribuisce notevolmente all'aumento della fertilità del suolo attraverso un processo di fissazione dell'azoto atmosferico. Questo processo ha luogo nelle radici della pianta ove vivono, ospitati in appositi tubercoli, microorganismi azotofissatori (attinomiceti) che mineralizzano l'azoto gassoso e lo cedono alla pianta ospite e all'ambiente circostante.

Le altre piante

Il suolo colonizzato dagli alneti ospita una particolare flora erbacea i cui componenti vengono spesso indicati col nome di megaforbie o "alte erbe nitrofile". Si tratta di specie molto esigenti e di grande taglia che, essendo in grado di vivere nei terreni impregnati di acqua, non incontrano altro fattore limitante lo sviluppo se non la luce. Producono dunque fusti e foglie di grandi dimensioni, piuttosto teneri, che si reggono soprattutto grazie al turgore dei tessuti ricchi di acqua: un tipico esempio è il cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae). Altre alte erbe di dimensioni meno vistose sono gli aconiti (Aconitum napellus, Aconitum vulparia), l'erba renna (Peucedanum ostruthium), i romici (Rumex sp.), la genziana di Villars (Gentiana villarsi), il geranio selvatico (Geranium sylvaticum). Sotto di queste si sviluppano piante di dimensioni minori quali la viola biflora, la sassifraga rotundifolia e l'Hepatica nobilis.

La fauna nell’alneto

Nel periodo estivo, le aree occupate dall’alneto, che si alternano agli spazi più aperti dei lariceti e alle praterie, offrono un ottimo rifugio grazie alla loro fitta vegetazione agli ungulati che frequentano volentieri questi habitat per alimentarsi. Per lo stesso motivo, il fogliame dell’ontano verde offre riparo dai predatori ai galli forcelli maschi nella stagione della muta, quando il volo è più difficoltoso, mentre i piccoli trovano abbondante nutrimento e facili nascondigli sotto le ampie foglie delle erbe che si sviluppano all'ombra degli ontani. La fitta copertura dell'alneto permette infatti lo sviluppo quasi esclusivo di erbe a crescita veloce e amanti dell'ombra, con lamina fogliare larga. Queste garantiscono a loro volta il mantenimento di un buon grado di umidità al suolo, apprezzato da parte della piccola fauna del suolo più marcatamente igrofila, come diverse specie di collemboli o di coleotteri carabidi, quale Trichotichnus laevicollis, con dieta basata principalmente su semi, e Oreonebria castanea, specie normalmente caratteristica delle zone perinivali, che nelle Alpi Cozie settentrionali predilige invece quote più basse, concentrandosi in conche o canaloni ombrosi e freddi, all'ombra degli ontani. Durante l’inverno, invece, i rami dell’ontano si flettono sotto il peso della neve, offrendo superfici di terreno libere dalla copertura nevosa e uno spazio riparato dalle intemperie grazie alle sue proprietà isolanti. In questo modo viene facilitata la sopravvivenza di piccoli mammiferi come l’arvicola delle nevi (Chionomys syriacus). Infine, tra la neve e i rami, i galli forcelli trovano condizioni favorevoli per la costruzione degli igloo in cui si rifugiano nella stagione fredda.

L’alneto nei Parchi delle Alpi Cozie

L’alneto è un habitat piuttosto diffuso nei territori montani gestiti dalle Aree Protette delle Alpi Cozie. In particolare sui versanti esposti a nord dei Parchi Naturali della Val Troncea, dell’Orsiera Rocciavré e del Gran Bosco di Salbertrand dove occupano la fascia altitudinale tra bosco e pascoli. Proprio il progressivo abbandono delle attività tradizionali come la pastorizia provoca un’espansione di questo tipo di vegetazione.

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