Ecomusei & Biodiversità July 25, 2024
Si è svolto sabato 20 luglio, ospitato dall’Ecomuseo di Cascina Moglioni e Parco naturale Appennino Piemontese presso il Forte di Gavi (AL), il Workshop annuale della Rete Ecomusei del Piemonte (REP).
Si è svolto sabato 20 luglio, ospitato dall’Ecomuseo di Cascina Moglioni e Parco naturale Appennino Piemontese presso il Forte di Gavi (AL), il Workshop annuale della Rete Ecomusei del Piemonte (REP).
Easy guided hike to discover the Colombano Romean Ecomuseum and the Glorious Return of the Waldensians
Guided paid excursion to discover the Ecomuseum Colombano Romean. Meeting at 9:30 am in the parking lot of Salbertrand FS Station.
A journey through some sites of the Ecomuseum Colombano Romean: Martinet Mill, Parish Church of San Giovanni Battista, and Hotel Dieu
Friday, August 23, at 6:00 PM, at the Scacco Matto bar, presentation of Cahier no. 32 of the Ecomuseum Colombano Romean, "Alpine Arcadia, Costumes of the Upper Susa Valley" by Enrico Faure edited by Renato Sibille.
A journey through some sites of the Ecomuseum Colombano Romean: nineteenth-century icehouse, Icehouse Lake, and Smoke Sauna.
Operazione 7.6.4 - Interventi di riqualificazione degli elementi tipici del paesaggio e del patrimonio architettonico rurale
Descrizione progetto Hotel Dieu: completamento degli spazi turistici espositivi ecomuseali (pianto interrato, terra e rialzato)
L'epoca è quella in cui il progresso delle città e lo spopolamento delle aree alpine sembrano cambiare il mondo. Lo sguardo è quello di un grande larice su battaglie e invenzioni degli umani passati sotto le sue chiome e sulle vicende degli abitanti della foresta che si inseguono o trovano riparo e nutrimento tra i suoi rami. La memoria diventa ingrediente del futuro.
Gli abitanti della foresta sono attenti ad ogni novità. Al posto e nel nome del grande larice abbattuto, Oreste Rey e i bambini della scuola elementare di Salbertrand piantano un giovane larice. Il futuro è nelle mani del presente. La foresta e chi la popola leggono in questo avvenimento un messaggio per le giovani generazioni di ogni specie.
Oreste Rey racconta l'evoluzione del mercato del ghiaccio dall'epoca in cui veniva raccolto dal ghiacciaio Galambra alla diffusione dei frigoriferi. Tra i due momenti c'è stato l'investimento della costruzione della ghiacciaia di Salbertrand e del lago artificiale a monte della stessa per produrlo, raccoglierlo e stoccarlo.
La descrizione delle tecniche è da manuale.
Oreste Rey descrive le tecniche tradizionali dalla coltivazione al filo di canapa sulla sua esperienza, comune in molte famiglie come attività secondaria ai lavori di campagna. La tessitura era attività di professionisti per le attrezzature specializzate e ingombranti che richiedeva. Bruno Tessa ha contribuito alla descrizione di questa tecnica in cui si è specializzato con passione e perizia rari.
Manuale del boscaiolo delle Alpi occidentali con illustrazione e descrizione di strumenti, tecniche di abbattimento e trasporto. Lo sguardo attento di Oreste Rey rende protagonisti di questa professione il bosco e i suoi abitanti al variare delle stagioni. Dà le istruzioni per imparare un mestiere ed esprime il fascino del bosco.
Dopo una carrellata sui Carnevali alpini con riti e maschere propiziatori per la bella stagione da tempo immemorabile, l'autrice ricostruisce le particolarità del Carnevale di Salbertrand. Dopo un ultimo gran Carnevale nel '46, lo spopolamento del paese e l'attrattiva della vita cittadina portano quasi all'estinzione la festa che si rinnova a partire dagli anni Settanta con una nuova veste. Il Testamento del Carnevale in chiusura è un invito a scoprire cosa avrà da dire 'lCarnavà du Guéini l'anno prossimo.
La pubblicazione consiste nel libro e in un contenuto multimediale allegato
Presentazione del lavoro di censimento delle strutture molitorie dell'Alta Valle da parte dell'Associazione Cultura e Territorio. La descrizione del funzionamento della meccanica degli opifici idraulici grazie ai quali la forza dell'acqua diventa movimento di ingranaggi per ottenere farina, tagliare assi, forgiare metalli precede la descrizione degli itinerari per ritrovare queste strutture in tutta l'Alta Valle.
A Salbertrand il clima favorevole, la disponibilità di acqua e l'arrivo della ferrovia che permetteva l'arrivo di semilavorati da posti molto lontani hanno permesso l'investimento in industrie varie tra cui quella della lavorazione del merluzzo che arrivava salato dai mari del nord e veniva lavato ed essiccato per la vendita sul mercato nazionale integrando le economie autarchiche dei contadini del paese e delle borgate. Oreste Rey ne descrive e illustra la lavorazione e Virgilio Faure, già direttore dello stabilimento la storia.
La riscoperta del ciclo pittorico delle storie della Vergine celate per secoli sotto l'intonaco grazie ai lavori di rifacimento del tetto della cappella è raccontata dai protagonisti che se ne sono presi cura, riportando alla luce colori e volti dipinti nella prima metà del XVI secolo. Sono molti i particolari apocrifi delle storie rappresentate.
Maestre e maestri, aule affollate di allievi che le raggiungono per sentieri e mulattiere con un pezzo di legna per la stufa e inchiostro e calamaio nella cartella, pagelle, materiali e metodi educativi, punizioni e premi, foto di classe e campanelle dell'intervallo in testimonianze e documenti raccolti nelle scuole delle frazioni quando la montagna era ancora popolata.
Un erbario di 35 piante con cui le persone dell'Alta Valle si sono curate per secoli.
La scelta è stata condotta tramite interviste dirette e indirette a guaritori che conoscevano specie, momento della raccolta e ricette, con questionari nelle scuole elementari per scoprire contatti più difficili da trovare. Le indicazioni ottenute con le interviste sono state confrontate con testi di medicina ottocenteschi che hanno permesso di verificare quanto l'uso di queste piante fosse tramandato in modo preciso nella tradizione.
Dopo aver letto questo libro una passeggiata in montagna può trasformarsi in una caccia al tesoro in una farmacia al profumo di fiori che curano.
Clelia Baccon ha raccolto testimonianze di persone partite, tornate o andate in visita dai parenti d'oltremare e dà un'inquadratura generale dell'emigrazione da Salbertrand e dalle sue borgate costellata di aneddoti.
Virgilio Faure entra nel vivo, raccontando l'esperienza dell' emigrazione in Francia della sua famiglia e oltremare dei suoi parenti.
Insieme sviluppano il tema dell'emigrazione lasciando traccia di quella speranza nel partire di trovare un mondo migliore dove dare un futuro alla propria famiglia.
Il paragone con flussi migratori di gente con lingue e tradizioni diverse che rivivono oggi esperienze simili può dare spunto per immedesimarsi con coloro che stanno arrivando e cercare soluzioni di convivenza nel rispetto di tutti.
Un cahier dedicato alle carbonaie vuol essere un contributo alla riscoperta ed alla memoria di una forma di cultura materiale un tempo diffusa in tutte le Alpi e gli Appennini.
Il testo spazia dalle origini delle carbonaie, alle leggende ad esse associate, ricco di immagini, è stato illustrato dai ragazzi della scuola elementare di Salbertrand.
Approfondisce le varie fasi di realizzazione di una carbonaia: i camini, le aire, la legna utilizzata, l'accensione e l'alimentazione, i tempi della carbonaia, la raccolta, il trasporto, gli strumenti del carbonaio, l'uso del carbone, l'emigrazione... e molto altro ancora.
Cahier ecomuseo n.17 - Il lavoro del mondo contadino nella prima metà del Novecento visto attraverso gli occhi dei bambini di allora.
Il cahier presenta la società contadina, il suo ambiente e i mestieri tradizionali visti dagli occhi di alcuni bambini vissuti nella prima metà del Novecento e trascritti nei loro quaderni di scuola.
L'Ecomuseo Colombano Romean ha raccolto, nella sezione dedicata alla Scuola di un tempo, grazie ad acquisizioni, prestiti e donazioni di privati, un'importante collezione di quaderni di scuola di bambini provenienti da vari paesi dell'alta Valle, scritti tra la fine dell'Ottocento e gli Anni Quaranta del Novecento.
Attraverso una selezione di temi, componimenti e disegni tratti dai quaderni di inizio secolo, si è voluto cercare di restituire ai bambini di oggi il paesaggio, naturale e sociale, vissuto dai loro nonni, quando anch'essi erano fanciulli, all'interno di una società contadina di cui non rimangono che i ricordi.
Un quaderno dedicato interamente al Cels di Exilles, nato dalla disponibilità della Professoressa Franca Abbà Blais, depositaria delle preziose registrazioni di numerose fiabe per bambini raccontate in lingua locale dalla mamma Rita, e dalla segnalazione di questo patrimonio etnolinguistico fatta al CeSDoMeO da parte di Enzo Vayr, già Sindaco di Giaglione.
Attorno a questo corpo principale si è andato sviluppando un approfondimento su Cels /ën Séou, sul suo territorio, sulle sue borgate di Rif, Morliere e Ruinas, sulle particolarità del patuà locale e sugli scritti in lingua locale di Genesio De La Coste, pubblicati negli anni Settanta sul bollettino parrocchiale di Exilles, Il Bannie.
Il cahier è dedicato al territorio di Desertes, comune autonomo fino al 1928 e successivamente aggregato a Cesana. Il villaggio si trova in posizione defilata in un vallone laterale dell'Alta Valle della Dora Riparia, poco noto ai più e da molti dimenticato, pur essendo stato frequentato fin dall'antichità sfruttando i percorsi a mezza costa che si muovono lungo la valle e attraverso il Colle di Desertes.
La pubblicazione è frutto della ricerca toponomastica condotta da Renato Sibille e Rinaldo Gros, a cui si sono aggiunti i contributi di Alberto Dotta Direttore del Consorzio Forestale Alta Valle Susa, per la descrizione introduttiva dell'ambiente naturale, Andrea Zonato dell'Archivio Storico Diocesano di Susa, per la ricostruzione della storia della parrocchia e degli edifici religiosi di Desertes e Roberto Guasco per le notizie e le immagini sulle persistenze militari sul territorio, in particolare negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale.
Il percorso di lettura del territorio si snoda attraverso un ritratto della Comunità tracciato con l'aiuto di documenti d'archivio e con i toponimi recuperati con interviste e sopralluoghi, grazie all'aiuto e alla testimonianza di chi vive o ha vissuto parte della sua esistenza nei luoghi oggetto della ricerca.
Un saggio sulla lingua d'oc, il patuà e, nel contempo, il racconto di momenti significativi di storia locale e internazionale.
Atti dell'VIII convegno annuale dell'Ecomuseo Colombano Romean.
Gli alberi sono una presenza viva intorno a noi, creature multiformi con una storia spesso avventurosa, pronte a svelarla a quanti sanno mettersi in ascolto... Intorno a questi alberi la gente si è raccolta per secoli e secoli, costruendo riti e tradizioni che ancora oggi sono portati avanti dalla collettività dell'Alta Valle di Susa. Gli alberi del maggio, Pouento, Chirintèl, Chantè, Ran, che affondano le radici in tradizioni millenarie, hanno riunito intorno a loro la comunità in una celebrazione della vita, perpetuata nel rito della fertilità e della rinascita. Per lo più assimilati nei festeggiamenti delle feste patronali, con l'avvento del Cristianesimo, gli alberi del maggio sono simbolo della celebrazione vitale della comunità.
Souramìa, Courombiera e l'Outanhë. Territorio, storia e toponimi dell'ex comune censuario di Solomiac
Questo nuovo Cahier sull'ex Comune censuario di Solomiac, dal 1929 divenuto frazione di Cesana Torinese, si struttura con una prima parte storica che traccia un identikit della comunità tra il 1700 e il 1900 e una seconda parte con approfondimenti relativi all'amministrazione dei beni comuni da cui emerge una forma di democrazia che va molto oltre quella odierna. Lo statuto comunale prevedeva che ogni anno, a rotazione, fosse nominato un sindaco proveniente da una delle tre frazioni, così che tutte potessero essere rappresentate democraticamente. Altri capitoli sono dedicati ai notabili, all'istruzione e alla vita religiosa della comunità. L'ultima parte è dedicata agli itinerari e ai toponimi.
Il cahier rappresenta la continuazione ideale di quello dedicato a Desèrtes poichè i due ex Comuni, oltre ad avere i territori limitrofi ed entrambi ai confini dell'ex Mandamento di Cesana sulla linea di separazione da quello di Oulx, hanno condiviso e condividono la loro storia: dalle antiche origini, alla soppressione avvenuta nel 1928 in epoca fascista, fino all'abbandono e a un seppur timido ritorno.
Uno sguardo a Pierremenaud, Villaret e dintorni
Un importante lavoro di ricerca e salvaguardia toponomastica dell'Alta Valle Dora che permette di completare il censimento dei toponimi del vecchio comune di Oulx, entro i suoi limiti censuari precedenti l'accorpamento con gli ex Comuni di Beaulard e Savoulx nel 1928, che va a acompletare un lavoro di anni che ha riguardato un territorio vasto, con un'elevata, antica antropizzazione alpina.
Il cahier n.25, pubblicato nel 2016 nel ventennale della collana dei Quaderni dell'Ecomuseo Colombano Romean, è dedicato a un luogo simbolo per l'Ecomuseo: L'Hotel Dieu.
L'antico luogo di accoglienza di pellegrini, poveri e bisognosi, acquistato dall'Ente Parco del Gran Bosco di Salbertrand nel 2011, si prefigge di ritornare a essere, dopo più di duecento anni, punto di riferimento per la Comunità, il Territorio, i Pellegrini, i Turisti e i Viaggiatori lungo i moderni itinerari spirituali ed escursionistici.
Dal 2013 al 2015, grazie a fondi dell'Ecomuseo Colombano Romean e a fondi assegnati con due bandi GAL Escartons e Valli Valdesi, sono stati eseguiti con successo i primi interventi di manutenzione straordinaria/recupero/riqualificazione/restauro parziale del sito dell'Ecomuseo Colombano Romean.
Il cahier è completamente dedicato alla storia secolare dell'Hotel Dieu e agli interventi di recupero degli ultimi anni che, oltre a mettere in sicurezza l'immobile e a donare l'antico splendore alla facciata che si affaccia sulla via principale e sulla fontana cinquecentesca (la cui storia, dalla costruzione al restauro, va di pari passo con quella dello storico edificio), hanno riportato alla luce preziosi affreschi cinquecenteschi.
ll Cahier è stato pubblicato a fine 2016 ed è curato da Piero Brizio dell'Associazione Piemontese di Mineralogia e Paleontologia con il contributo di Zeno Vangelista, geologo del CFAVS, per l'elaborazione cartografica. Consiste in una minuziosa ricerca bibliografica che ricostruisce la storia delle miniere, delle cave, degli assaggi e delle ricerche minerarie in Alta Valle di Susa dal XII secolo al Novecento, quando l'antieconomicità dei giacimenti e dei metodi di estrazione ne hanno decretato la fine.
Cave e miniere dell'Alta Valle della Dora
Il Cahier n. 27 è opera di Renato Sibille e rappresenta la seconda parte della ricerca mineraria e mineralogica in Alta Valle di Susa. Grazie a una accurata ricerca di archivio approfondisce gli aspetti dello sfruttamento minerario in Alta Valle dalle ricerche e coltivazioni precedenti l'Ottocento, allo sfruttamento tra Ottocento e inizio Novecento, fino alle coltivazioni di minerali ferrosi degli anni Trenta-Cinquanta del Novecento favorite dalla situazione economica creatasi all'indomani del blocco imposto all'Italia dalla Società delle Nazioni e dalle esigenze dell'industria bellica prima e automobilistica poi.
Il lavoro va ad approfondire quanto introdotto dal cahier precedente e a trattare l'aspetto sociale e economico dell'attività di sfruttamento delle risorse del territorio, con particolare riguardo alle miniere della Fiat di Valle Stretta e Salbertrand (Seguret e Himbert), alle cave del gesso di Signols e della Baume e al "Marmo verde Alpi" di Cesana. Al termine del Cahier le conclusioni e la cartografia a cura di Zeno Vangelista ci illustrano gli aspetti prettamente geologici.
"La disponibilità degli archivi familiari di Ferruccio Rey, il cui padre Edoardo fu il responsabile del cantiere Fiat del Banchet in Valle Stretta e poi di quello di Traversella, ci ha permesso di far rivivere gli anni dell'autarchia, la sua durezza nella vita di un paese comunque povero dove i minatori vivevano in condizioni limite, oggi immaginabili solo nei paesi del terzo mondo. Altra vera chicca di questa pubblicazione è rappresentata dai documenti messi a disposizione dalla famiglia Pozzallo relativi alle cave e alla fabbrica del gesso di Signols con planimetrie, progetti e disegni introvabili e tecnicamente invidiabili ancora oggi".
Il Cahier n.29 dell'Ecomuseo Colombano Romean "Trabaoujâ, il suono della festa nella tradizione chiomontina" è stato scritto da Silvia Bellet e Daniela Ordazzo dell'Associazione Eigo y cuento di Chiomonte grazie alla collaborazione di tante persone che hanno fornito ricordi, documenti e immagini.
Il titolo,Trabaoujâ, significa suonare le campane a festa, perchè un tempo le campane segnavano la vita quotidiana dei chiomontini, e quando suonavano a festa tutti partecipavano riconoscendosi membri della Comunità.
Il cahier è dedicato alle antiche feste del calendario tradizionale chiomontino che scandivano i dodici mesi dell'anno, le feste invernali, Capodanno, Epifania, Sant'Antonio a la Ramat con il Sharintel, la Festa patronale di San Sebastiano con la pouento, il Carnevale, le feste estive presso le varie cappelle di montagna dalla Cappella Bianca alla Madonna della Neve dell'Arguel, quelle della primavera e dell'autunno...
Perchè Chateau? Credo che la molla che mi ha spinto a sostenere un cahier dedicato a questa Comunità sia stata la visita alla mostra fotografica sulla figura di don Riccardo Perron Cabus attraverso le bellissime fotografie d'epoca di Paolo Bressano, questa primavera. In quell'occasione ho avuto modo di apprezzare l'impegno di Rita e di Ines per salvaguardare la memoria collettiva di quella borgata che, come in tante altre realtà frazionali dell'occitana Alta Val Dora, si sta lentamente spegnendo. Un impegno quotidiano di ricerca, di presenza e di lavoro silenzioso sostenuto da un orgoglioso senso di appartenenza, dedicato con amore al proprio paese e al ricordo di chi ci ha preceduto.
Anche la figura di don Riccardo, che ho avuto la fortuna di conoscere e avere come amico, mi ha stimolato molto sia per le sue scelte resistenziali, sia per il suo essere parroco senza remore nel calarsi nella realtà quotidiana dei suoi parrocchiani e nel saperli affiancare nelle difficoltà e, perché no, anche nella manualità del lavoro e nelle passioni.
Così con Chateau siamo giunti al Cahier n°30 dell'Ecomuseo Colombano Romean di Salbertrand, un traguardo all'inizio impensabile che, con l'aiuto di tanti, ha invece permesso in questi anni di salvare tanti tasselli di storia e cultura locale, sicuramente di dimensione minore ma, proprio per questo, più vicina al cuore di tanti di noi.
Infine, in quest'occasione, desidero ringraziare Giovanni Bressano, Rita Frezet, Ines Chalier, Giovanni Borio, Ivo Chalier, Gianfranco Bernard, Angelo Bonnet, Andrea Zonato, Renato Sibille, tutti i volontari dell'Associazione Chateau e tutti coloro che ci hanno permesso di meglio conoscere la soria di questa Comunità, della sua gente e della sua lingua nella quale si apprezzano i caratteri di una fiera autonomia parrocchiale e una spiccata volontà di autogestione del suo territorio.
Settembre 2019
Massimo Garavelli
Isolate nei pressi di frazioni disabitate, anomime in mezzo ai paesi dell’Alta Valle, coperte di neve in inverno o circondate da animali al pascolo in estate, ci sono mura che custodiscono cicli pittorici dai colori vivaci dove i volti dei personaggi delle storie sacre hanno tratti caratteristici di persone dell’Alta Valle e gli oggetti che arredano gli spazi in cui si muovono documentano la vita quotidiana di persone reali.
"Arcadia Alpina" is a novel written by Cavalier Enrico Faure of Sauze d'Oulx, published in 1906.
The reissue of "Arcadia Alpina" in the Cahier dell'ecomuseo Colombano Romean series is an opportunity to discover a forgotten peasant world that characterized the Upper valley of the Dora river between the late nineteenth and early twentieth centuries.
In Faure's work, we find described the fieldwork, the tools, the life of a community in its daily evolution, the folk traditions, beliefs, superstitions, religious rituals with their syncretisms, and sometimes we cannot help but smile at the naivety of the characters that reflects the simplicity and cruelty of that harsh peasant world, but at the same time, we cannot help but be moved and sometimes touched by the description of that rural landscape, that Arcadia so skillfully evoked and described as experienced firsthand by the author. These are the words of Renato Sibille who edited the reissue and gave new life to the work with his comments, a rich glossary of less common, antiquated, obsolete words, dialects, or particular meanings given by Faure, and the complete biography of Professor Faure reconstructed through the documents consulted in the historical archives of the Municipalities of Oulx and Sauze d'Oulx, the joint school college of Oulx, the Parish of San Giovanni Battista of Sauze d'Oulx, and the Diocese of Susa, in addition to information drawn from local periodicals of the time and various publications.
Progetti, memorie e disegni inediti custoditi negli archivi militari di Vincennes, comune francese ubicato nella parte orientale di Parigi, trovano nuova luce e permettono di ricostruire uno scenario del territorio, della seconda metà del 1600, davvero inaspettato che avrebbe potuto definire un'altra storia e disegnare altri luoghi, molto diversi da quelli che conosciamo.
Pubblicare questo prezioso tassello di storia come quaderno dell'Ecomuseo significa restituirlo e rivolgerlo in primis alle comunità dell'Alta Valle affinchè possano appropriarsi di una visione più ampia delle vicende che hanno coinvolto i loro antenati. Dinamiche tra popoli, strategie e poteri, sistemi difensivi da adottare e questioni economiche da gestire sono intrecciati e riportati con la stessa precisione e cura con cui l'intelligente Vauban redigeva progetti militari per il Re di Francia Luigi XIV. E' la sua figura, da noi poco conosciuta, ma ben nota oltralpe, che ci guida e svela idee e studi per una miglior difesa di Cesana e di Monginevro seguiti da ben più importanti progetti di realizzazione di nuove fortificazioni a Oulx e Bardonecchia, di adeguamenti a Exilles e molto altro.
Quali sono i cambiamenti sul territorio del Gran Bosco di Salbertrand dopo quasi trent'anni di protezione? Come stanno gli animali del Parco? Chi sono?
Gli autori entrano nei particolari della gestione faunistica del cervo reintrodotto vent'anni prima dell'istituzione del Parco. Il ripopolamento è stato un successo e i bramiti rimbalzano tra le creste nella stagione degli amori.
Nel momento del libro era accertato che i lupi erano tornati sulle piste del Gran Bosco e gli interrogativi su cosa avrebbero portato erano densi di aspettativa.
Soggetti e forze in campo cambiano con il tempo, il Gran Bosco risponde.
The 2015 calendar of the Parks of the Cottian Alps is dedicated to ancient manual arts, knowledge, and crafts of the past.
Opuscolo informativo dell'Ecomuseo Colombano Romean di Salbertrand con tutti i contatti, la cartina del territorio, la descrizione dei siti ecomuseali.
Active since 2005, it houses the multipurpose headquarters and Visitor Center of the Gran Bosco di Salbertrand Natural Park.
Sede legale dell'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie.
E' centro visita di riferimento per il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand e dell'Ecomuseo Colombano Romean.
At the beginning of the 1900s, some traders from Oulx, united in a company, built the Salbertrand ice house, near the Rio Gorge, to conserve the ice produced in winter in the adjacent artificial lake.
The ancient mill bears witness to 800 years of history of water exploitation, from the feudal milling rights to the birth of the Salbertrand Municipal Electricity Company.
The rocks of the territory and how man has been able to use them over the centuries: a scientific and anthropological approach to geology.
In the small classroom set up at the Colombano Romean Ecomuseum, modern students will be able to relive the atmosphere of past schools by engaging in exercises of "Beautiful Calligraphy" and manual crafts to create games played by their grandparents.
Excursion to discover the Ecomuseum Colombano Romean and the resources of its territory. The river waters that produced ice, terraces now overgrown with vegetation, extensive larch woods once grazed, the icehouse, limestone quarries, charcoal kilns, lime kilns will help us discover the ancient trades of our grandparents.
A walk to discover the Colombano Romean Ecomuseum, ancient crafts, techniques, and tools born from the ingenuity of "practical" men: because "necessity is the mother of invention!"
Are we still ingenious? Let's put ourselves to the test!