Sabato 3 dicembre 2024 è andato in onda su Geo un interessante servizio girato nel Parco Naturale Orsiera Rocciavré. La popolare trasmissione RAI dedicata all’ambiente e alle sue meraviglie ha infatti raccontato un’erba – il timo serpillo – e le sue molteplici proprietà culinarie e officinali con la consueta competenza condita da riprese spettacolari all’interno delle Aree Protette delle Alpi Cozie. Un vero motivo di orgoglio per un Ente Parco che si occupa di tutelare e valorizzare il patrimonio naturale dei propri territori.
Il reportage offre anche l’opportunità per ribadire un aspetto che molti frequentatori della montagna ignorano: nelle aree protette è vietata la raccolta e il danneggiamento della flora spontanea. Lo abbiamo spiegato nella rubrica I motivi di un divieto e approfittiamo della vetrina offerta da Geo per sottolinearlo nuovamente a proposito del timo.
Il serpillo è una specie piuttosto diffusa e tradizionalmente molto utilizzata in cucina per aromatizzare le pietanze e per produrre liquori, o in cosmetica per le sue caratteristiche antisettiche e deodoranti. Che male c’è se durante un’escursione ne raccolgo un mazzo e me lo porto a casa? – si chiederanno in tanti. I nostri guardiaparco lo ripetono spesso: i danni all’ambiente non sono prodotti dal gesto singolo, ma dal comportamento reiterato di tanti. E per fortuna sono tante le persone che frequentano e apprezzano il patrimonio ecologico dei Parchi delle Alpi Cozie, speriamo ancora più numerosi dopo aver visto il servizio di Geo. Oltretutto, in un’area protetta, gli esseri umani sono ospiti di un ecosistema in cui rappresentano una specie tra le tante.
Se tutto ciò non dovesse bastare, concludiamo con una storia molto interessante che convincerà molti a osservare il timo serpillo con uno sguardo più attento.
Il serpillo è la pianta nutrice di un’astuta specie rara di lepidottero, la Maculinea del timo (Phengaris arion), che depone le uova tra i suoi fiori di cui le larve si cibano in maniera esclusiva. Questa meravigliosa farfalla dalle ali blu è tutelata su scala europea e inserita nella direttiva Habitat poiché in forte declino a causa del suo ciclo biologico altamente complesso. La Maculinea infatti ha sviluppato una simbiosi di tipo parassitario con la formica di genere Myrmica attraverso i suoi bruchi che, dopo la schiusa, iniziano a nutrirsi di timo per poi trasferirsi al suolo assumendo le sembianze e l’odore delle larve di formica. Se nelle vicinanze è presente un formicaio, le operaie recuperano i bruchi di Maculinea, credendoli dispersi, e li conducono nel nido dove inizieranno a predare le larve di formica proseguendo così il proprio sviluppo fino allo sfarfallamento.
Per rivedere la trasmissione su Raiplay cliccare qui. Il servizio inizia al minuto 01:05:30.