Nelle Aree Protette delle Alpi Cozie, come in tutto il territorio regionale piemontese è vietata la circolazione con mezzi motorizzati su percorsi fuoristrada ai sensi della Legge Regionale n. 32/1982. Il divieto, come si legge, «è esteso anche ai sentieri di montagna e alle mulattiere, nonché alle piste e strade forestali». Si tratta dell’articolo 11 inserito, non a caso, nel testo intitolato «Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale» perché indubbiamente il traffico veicolare ha un impatto sugli equilibri ecologici. Ma cosa si intende per “percorsi fuoristrada”? In sostanza tutto ciò che non è inserito nella viabilità statale, regionale, provinciale o comunale.
Nei territori all’interno dei Parchi delle Alpi Cozie la circolazione ai mezzi motorizzati è – ovviamente – vietata fuoristrada cioè al di fuori della viabilità ordinaria, ma anche in determinate strade comunali e provinciali. Per esempio certi percorsi all’interno del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, tutte le strade nel Parco Naturale della Val Troncea, alcuni percorsi nel Parco Naturale Orsiera Rocciavré e il tratto di Via Monte Pirchiriano all’interno del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana. Il motivo è semplice da capire: all’interno di un’area protetta gli esseri umani sono una delle specie presenti e devono adattare abitudini e comportamenti alle esigenze degli altri esseri viventi.
D’altronde anche i bambini sanno che un’automobile o una moto inquinano. Nei contesti urbani le emissioni dei motori termici influiscono sulla qualità dell’ambiente rilasciando nell’aria elevate quantità di Co2, polveri sottili e metalli pesanti. Nelle Aree Protette, invece, dove la concentrazione di traffico è certamente minore, gli autoveicoli provocano soprattutto disturbo alla fauna selvatica con il rumore prodotto dai mezzi e gli investimenti. In particolare è importante ridurre più possibile lo schiacciamento degli animali più lenti – dai ricci, ai molluschi, a tutti quegli insetti micro e macroscopici – che nell’attraversamento di una strada possono trovare la morte sotto i pneumatici delle automobili anche se procedono a bassa velocità visto che il limite di velocità sulle strade sterrate è di 20 km/h. Senza dimenticare il disturbo arrecato dai mezzi motorizzati agli altri frequentatori che desiderano visitare i Parchi in mobilità dolce, con la calma e tranquillità necessarie per godere appieno del patrimonio ecologico e paesaggistico che li circonda senza doversi preoccupare del sopraggiungere di auto o motociclette. È questo tipo di frequentazione che un Ente Parco deve privilegiare!
Le esigenze delle persone vengono comunque rispettate all’interno delle Aree Protette che, per statuto, sono tenute a promuovere la coesistenza tra esseri umani e ambiente naturale e la fruizione consapevole. I permessi per circolare con mezzi motorizzati sulle strade all’interno dei Parchi possono essere quindi concessi ai disabili dotati di apposito contrassegno, ai proprietari di immobili e di fondi, a coloro che svolgono attività lavorative ed economiche (agro-silvo-pastorali, gestione rifugi, ecc.) o per motivi di ricerca o studio scientifico esclusivamente lungo i percorsi necessari al raggiungimento del luogo oggetto della richiesta. Senza dimenticare i mezzi di soccorso, vigilanza e antincendio.
Inoltre viene riconosciuta l’insostituibilità dei mezzi motorizzati per raggiungere i punti di accesso ai Parchi o certe aree particolarmente significative da un punto di vista turistico. È questa la situazione all’interno del Parco Naturale Orsiera Rocciavré dove le strade aperte al traffico consentono effettivamente di fruire aree troppo complicate da raggiungere a piedi o in mobilità dolce. Oppure il caso della Strada Provinciale n. 173 dell’Assietta che attraversa luoghi particolarmente significativi da un punto di vista storico-culturale e che meritano di attirare un pubblico più possibile ampio, non necessariamente appassionato di escursionismo in montagna. In questo caso, si cerca un compromesso con escursionisti e ciclisti tramite le chiusure della strada tutti i mercoledì e sabato nei mesi di luglio e agosto.
Gli effetti del traffico veicolare sugli ambienti delle aree protette rimangono un argomento ancora poco studiato. Per questo motivo nell’estate del 2024, proprio lungo la Strada dell’Assietta, i Parchi delle Alpi Cozie hanno avviato un’attività di monitoraggio volta a misurare il deposito sui terreni circostanti di particelle generate dai veicoli a motore sotto forma di gas di scarico e di particolato prodotto da metalli pesanti presenti negli olii lubrificanti e micro componenti liberate nell’ambiente dall’usura di pneumatici, freni e vernici delle carrozzerie. Un progetto biennale, finanziato all’interno del progetto Alcotra BiodivtourAlps che consentirà di raccogliere informazioni e dati con cui guidare eventuali futuri nuovi processi decisionali sull’utilizzo di un’area di particolare pregio sotto tanti punti di vista: ambientale, storico, culturale e turistico.
Occorre segnalare, in conclusione, che a livello europeo vige il divieto di costruzione di nuove strade carrozzabili all’interno di tutte le Aree Protette e dei siti della Rete Natura 2000. Un’ulteriore dimostrazione della centralità del problema e della necessità di trovare soluzioni adatte a ciascuna realtà territoriale.