The colors of the Exilles Fort Park
Watercolor exhibition "The Colors of the Park" by Elio Giuliano and Valentina Mangini
Watercolor exhibition "The Colors of the Park" by Elio Giuliano and Valentina Mangini
Souramìa, Courombiera e l'Outanhë. Territorio, storia e toponimi dell'ex comune censuario di Solomiac
Questo nuovo Cahier sull'ex Comune censuario di Solomiac, dal 1929 divenuto frazione di Cesana Torinese, si struttura con una prima parte storica che traccia un identikit della comunità tra il 1700 e il 1900 e una seconda parte con approfondimenti relativi all'amministrazione dei beni comuni da cui emerge una forma di democrazia che va molto oltre quella odierna. Lo statuto comunale prevedeva che ogni anno, a rotazione, fosse nominato un sindaco proveniente da una delle tre frazioni, così che tutte potessero essere rappresentate democraticamente. Altri capitoli sono dedicati ai notabili, all'istruzione e alla vita religiosa della comunità. L'ultima parte è dedicata agli itinerari e ai toponimi.
Il cahier rappresenta la continuazione ideale di quello dedicato a Desèrtes poichè i due ex Comuni, oltre ad avere i territori limitrofi ed entrambi ai confini dell'ex Mandamento di Cesana sulla linea di separazione da quello di Oulx, hanno condiviso e condividono la loro storia: dalle antiche origini, alla soppressione avvenuta nel 1928 in epoca fascista, fino all'abbandono e a un seppur timido ritorno.
Cave e miniere dell'Alta Valle della Dora
Il Cahier n. 27 è opera di Renato Sibille e rappresenta la seconda parte della ricerca mineraria e mineralogica in Alta Valle di Susa. Grazie a una accurata ricerca di archivio approfondisce gli aspetti dello sfruttamento minerario in Alta Valle dalle ricerche e coltivazioni precedenti l'Ottocento, allo sfruttamento tra Ottocento e inizio Novecento, fino alle coltivazioni di minerali ferrosi degli anni Trenta-Cinquanta del Novecento favorite dalla situazione economica creatasi all'indomani del blocco imposto all'Italia dalla Società delle Nazioni e dalle esigenze dell'industria bellica prima e automobilistica poi.
Il lavoro va ad approfondire quanto introdotto dal cahier precedente e a trattare l'aspetto sociale e economico dell'attività di sfruttamento delle risorse del territorio, con particolare riguardo alle miniere della Fiat di Valle Stretta e Salbertrand (Seguret e Himbert), alle cave del gesso di Signols e della Baume e al "Marmo verde Alpi" di Cesana. Al termine del Cahier le conclusioni e la cartografia a cura di Zeno Vangelista ci illustrano gli aspetti prettamente geologici.
"La disponibilità degli archivi familiari di Ferruccio Rey, il cui padre Edoardo fu il responsabile del cantiere Fiat del Banchet in Valle Stretta e poi di quello di Traversella, ci ha permesso di far rivivere gli anni dell'autarchia, la sua durezza nella vita di un paese comunque povero dove i minatori vivevano in condizioni limite, oggi immaginabili solo nei paesi del terzo mondo. Altra vera chicca di questa pubblicazione è rappresentata dai documenti messi a disposizione dalla famiglia Pozzallo relativi alle cave e alla fabbrica del gesso di Signols con planimetrie, progetti e disegni introvabili e tecnicamente invidiabili ancora oggi".
Il Cahier n.29 dell'Ecomuseo Colombano Romean "Trabaoujâ, il suono della festa nella tradizione chiomontina" è stato scritto da Silvia Bellet e Daniela Ordazzo dell'Associazione Eigo y cuento di Chiomonte grazie alla collaborazione di tante persone che hanno fornito ricordi, documenti e immagini.
Il titolo,Trabaoujâ, significa suonare le campane a festa, perchè un tempo le campane segnavano la vita quotidiana dei chiomontini, e quando suonavano a festa tutti partecipavano riconoscendosi membri della Comunità.
Il cahier è dedicato alle antiche feste del calendario tradizionale chiomontino che scandivano i dodici mesi dell'anno, le feste invernali, Capodanno, Epifania, Sant'Antonio a la Ramat con il Sharintel, la Festa patronale di San Sebastiano con la pouento, il Carnevale, le feste estive presso le varie cappelle di montagna dalla Cappella Bianca alla Madonna della Neve dell'Arguel, quelle della primavera e dell'autunno...
Progetti, memorie e disegni inediti custoditi negli archivi militari di Vincennes, comune francese ubicato nella parte orientale di Parigi, trovano nuova luce e permettono di ricostruire uno scenario del territorio, della seconda metà del 1600, davvero inaspettato che avrebbe potuto definire un'altra storia e disegnare altri luoghi, molto diversi da quelli che conosciamo.
Pubblicare questo prezioso tassello di storia come quaderno dell'Ecomuseo significa restituirlo e rivolgerlo in primis alle comunità dell'Alta Valle affinchè possano appropriarsi di una visione più ampia delle vicende che hanno coinvolto i loro antenati. Dinamiche tra popoli, strategie e poteri, sistemi difensivi da adottare e questioni economiche da gestire sono intrecciati e riportati con la stessa precisione e cura con cui l'intelligente Vauban redigeva progetti militari per il Re di Francia Luigi XIV. E' la sua figura, da noi poco conosciuta, ma ben nota oltralpe, che ci guida e svela idee e studi per una miglior difesa di Cesana e di Monginevro seguiti da ben più importanti progetti di realizzazione di nuove fortificazioni a Oulx e Bardonecchia, di adeguamenti a Exilles e molto altro.
Quali sono i cambiamenti sul territorio del Gran Bosco di Salbertrand dopo quasi trent'anni di protezione? Come stanno gli animali del Parco? Chi sono?
Gli autori entrano nei particolari della gestione faunistica del cervo reintrodotto vent'anni prima dell'istituzione del Parco. Il ripopolamento è stato un successo e i bramiti rimbalzano tra le creste nella stagione degli amori.
Nel momento del libro era accertato che i lupi erano tornati sulle piste del Gran Bosco e gli interrogativi su cosa avrebbero portato erano densi di aspettativa.
Soggetti e forze in campo cambiano con il tempo, il Gran Bosco risponde.
Studio sulle testimonianze materiali che riguardano la vita rurale di un tempo fino alle più alte quote.
Il libro è diviso in due parti: la prima riguarda gli strumenti legislativi che regolano i diversi ambiti della vita contadina, la seconda presenta quali esempi pratici i regolamenti campestri di Pragelato, Usseaux e Fenestrelle.
Boschi, foreste e selve a uno sguardo distratto sembrano ambienti naturali. Questo libro, frutto delle osservazioni del guardiaparco Bruno Usseglio sul territorio e negli archivi, traduce come frutto dell'interazione tra la natura, l'uomo e la sua storia il paesaggio boscato dei versanti della val Chisone.
Il bosco è ombra per gli animali al pascolo, legna da ardere per scaldarsi, cuocere il pane o preparare la calce, materiale da costruzione o da falegnameria. La costruzione delle fortificazioni e il loro mantenimento ha avuto un impatto significativo sulla composizione dei boschi della valle.
Il periodo esplorato da questa ricerca è stato un tempo buio per le foreste. Prima che l'industrializzazione spopolasse le montagne ogni fazzoletto di terra in piano era coltivato per sostenere economie di sussistenza. Indagare sulla gestione di questa risorsa con i giochi di potere legati a un bene necessario e ridotto ai minimi termini mette in luce la capacità di uomini illuminati di cercare un equilibrio tra uomo e natura e di altri di abusarne per profitto.
Una collezione di cartoline d'epoca e una collezione di scritti d'epoca si arricchiscono a vicenda raccontando il territorio di Usseaux, Pragelato e Sestriere. L'unicità dei luoghi rappresentati svela grazie a notizie d'archivio, leggende e testimonianze.
Storie di cervi e uomini di tutti i tempi in cui la natura diventa luogo immaginario e il cervo una creatura mitica capace di trasmettere il senso delle cose del mondo. Il confine tra il mito e lo sguardo di un guardaparco che i cervi li incontra quotidianamente nel suo lavoro lasciano lo spazio per la curiosità di incontrare davvero questo animale e scoprire cosa avrà da dirci personalmente.
Conoscere le valanghe avvenute in un territorio e i loro effetti nella storia è un modo per prevederne le conseguenze in futuro e proteggere vite e beni. Andrea Rostagno descrive le fonti storiche disponibili per la val Troncea illustrate da una scelta sintetica di foto d'archivio in centro al libro.
L'appendice delle attività di informazione e prevenzione sul pericolo valanghe è a cura dell'ARPA Piemonte ed è uno strumento utile per informarsi in vista di escursioni e visite nel Parco nella stagione in cui il manto nevoso è instabile.
Profilo della biologia degli ungulati alpini autoctoni cominciando dalla storia naturale di ognuno di loro, dandone una descrizione morfologica ed etologica e indicando i principi di conservazione di ogni specie.
Il materiale delle lezioni del corso di 'Biologia e conservazione degli ungulati presenti nell'arco alpino occidentale' del 1987 riordinato e arricchito dalle pagine sullo stambecco diventa uno strumento di divulgazione per non addetti ai lavori con il pregio di mettere a disposizione la competenza di studiosi che hanno dedicato la vita allo studio di questi animali.
Libro di giochi e storie per offrire ai bambini (e non solo) le istruzioni per l'uso del Parco della Val Troncea, dove la natura e la montagna non sono la scenografia ma i protagonisti, come raccontano le antiche leggende e si può scoprire grazie ai giochi proposti dal libro.
Con lo spostamento del confine sulla linea spartiacque cambia il modo di combattere sulla frontiera: le montagne che erano il luogo dove deteriorare e rallentare le forze di invasione diventano una linea immaginata sulla carta e segnata sul territorio reale che non deve essere oltrepassata a nessun costo.
Storie di piedi gelati, maestranze capaci di costruire in condizioni proibitive, spie catturate e cavalli che precipitano nei burroni sono la conseguenza di decreti e manovre raccolti nella prima parte del libro con un criterio cronologico dall'ideazione allo smantellamento. La seconda parte è la ricerca dei segni lasciati sul territorio dalle singole opere approfondite singolarmente.
Questa pubblicazione è il catalogo della mostra omonima, in cui erano esposti gli originali delle carte riprodotte. E' diviso in due parti: i capitoli di descrizione di tecniche, ragioni e chiavi di lettura delle carte permettono di comprendere la descrizione dello spazio come rappresentazione di un'epoca; le schede delle carte esposte mettono in chiaro gli aspetti illustrati nei capitoli, mostrando l'evoluzione dello sguardo dei committenti sullo stesso territorio.
Rane e rospi, pipistrelli e ricci descritti a partire dalla biologia per sfatare un immaginario ostile che li ha descritti per secoli come creature malefiche.
La descrizione puntuale delle specie e la raccolta di storie e poesie in coda al libro danno volume ai rappresentanti di un piccolo popolo che si muove in mezzo a noi spesso disturbato, senza disturbare.
Inquinamento organico ed eutrofizzazione delle acque favoriscono lo sviluppo di grandi quantità di zanzare. Il conflitto tra l'istituzione del Parco dei Laghi di Avigliana, le conseguenze negative dell'uso di insetticidi sull'ambiente e la necessità di controllare l'infestazione di zanzare ha trovato una chiave di volta nella lotta biologica alle popolazioni di insetti.
Questo opuscolo introduce le definizioni di ecologia di comunità ed equilibrio naturale, descrive i principi generali della lotta agli insetti tramite insetticidi e spiega le ipotesi per ottenere un controllo accettabile degli stessi tramite i loro parassiti, i loro predatori o altri metodi.
Atlante sintetico dell'avifauna del Parco Naturale dei laghi di Avigliana con qualche cenno sulle abitudini di ogni specie e disegni in dettaglio che facilitano il riconoscimento.
Questa pubblicazione si compone di:
- 58 tavole delle principali specie arboree e arbustive del Parco naturale dei laghi di Avigliana con il disegno della lamina, la morfologia della pianta e un ritratto di ogni specie che descrive la personalità delle piante descritte da cui traspare l'affetto dell'autore per ognuna di esse;
- la chiave dicotomica per l'identificazione delle specie tramite la morfologia delle lamine fogliari;
- un glossario con la termini adeguati per riconoscere le caratteristiche utili a interpretare la chiave.
Antiche glaciazioni hanno modellato il paesaggio che ha dato forma ai laghi di Avigliana. Dal ritiro dei ghiacci, la vita si è fatta spazio con la colonizzazione delle sponde e della massa d'acqua da parte di piante ed animali e infine dell'uomo.
Ognuno di questi soggetti ha contribuito all'equilibrio dell'ecosistema in modo che ogni specie ne traesse beneficio.
L'eccessiva pressione antropica dell'ultimo secolo ha messo in crisi questo equilibrio; per attenuarla è nato il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana che è l'ultimo capitolo di questo libro e ha il compito di prendersi cura di ognuno dei suoi personaggi.
La storia degli uomini che hanno abitato la Val Troncea si è mischiata a quella delle rocce che l'hanno formata con la scommessa di guadagnare da vivere dal rame dei minerali racchiusi nella montagna.
Gente abituata a sforzi enormi si è infilata sotto terra a forza di pala e picco, compiendo opere degne di giganti per estrarre e trasportare a valle il minerale, lavorando a quote proibitive per la sopravvivenza.
Il libro racconta dall'inizio alla fine questa storia, accelerata dalla valanga del Beth, con cui la montagna ha detto la sua.
L'opuscolo racconta la località della Mortera le cui vicende sono vincolate al convento di San Francesco e alla strada dei Principi, attraverso la ricerca di archivio che ne descrive la storia, i significati dei toponimi da cui traspaiono notizie e leggende mischiate nella memoria con lo stesso peso e con cartoline e foto d'epoca che fanno immaginare lo stesso luogo animato da altri modi di vivere.
La descrizione senza parole del percorso del Sentiero dei Principi con le fotografie di Valentina Mangini, guardiaparco dei Laghi di Avigliana, dà un esempio del metodo full immersion descritto da Gianfranco Salotti in introduzione per invitare chi frequenta questo posto da tempo o per la prima volta a comprenderlo.
Descrizione della Via dei Pellegrini, itinerario costruito rispondendo alle domande sul territorio introdotte nel primo capitolo con il dialogo tra due personaggi inventati: un Guida che risponde alla domande di un Pellegrino.
I temi principali sono approfonditi singolarmente nei capitoli seguenti e nel percorso fotografico.
Il Rio Rocciamelone precipita a valle, passando dal deserto nivale a un ambiente mediterraneo tagliando il calcare in una profonda fessura, dove trovano rifugio piante e animali tipici di posti lontani, testimoni viventi di epoche in cui il clima ha modellato il paesaggio che vediamo ora, dove tracce di pellegrinaggio e incisioni rupestri risalenti al neolitico raccontano storie di antichi abitanti.
Gli itinerari descritti sono la scusa per trattare con diversi piani di lettura i segni sul territorio che sale intorno alle rupi di Foresto.
Invito ad avventurarsi sui sentieri dell'orrido di Chianocco per sognare il mare all'ombra dei piccoli lecci tipici della flora mediterranea, arroccati su questi aridi pendii; per scoprire sul territorio le tracce della potenza dell'acqua e tra borgate, canali e briglie quelle dell'ingegno con cui gli abitanti se ne sono difesi o ne hanno tratto beneficio.
Percorsi didattici autoguidati per il riconoscimento degli uccelli nei Parchi Naturali Orsiera-Rocciavrè e Rocca di Cavour.
Strumento semplificato che permette di curiosare sull'avifauna dei due Parchi, ma è valido anche in territori limitrofi con caratteristiche simili e permette di imparare a collegare quello che è riconoscibile con i cinque sensi ad altre informazioni che portano ad escludere o confermare l'identità dell'animale avvistato.
Il diario di quattro giornate di Dante Alpe, guardiaparco dell'Orsiera Rocciavrè e le sue foto per raccontare l'incedere delle stagioni sono un esempio da seguire per affinare l'attenzione su quanti e quali incontri possono succedersi in poche ore camminando nel parco.
Libro illustrato con acquerelli sul campo che descrivono il Parco Orsiera Rocciavrè e le Riserve di Chianocco e Foresto attraverso lo sguardo di Elio Giuliano, guardiaparco, osservatore e disegnatore che illustra flora, fauna, architettura e geologia, raccontando le vite che si intrecciano tra i sentieri e le creste del territorio su cui vigila.
L'alpeggio si trova nel complesso monumentale della Certosa di Montebenedetto ed è gestito dall'Azienda Agricola Giovale Manuel di Borgone Susa, che montica con bovini di razza Pustertaler e incroci. Nel caseificio di alpeggio si produce da maggio ad ottobre: tipo toma fresca e stagionata con origano e con peperoncino, toma del lait brusc, gelato, latte, burro. Come raggiungere l'alpeggio: da Villar Focchiardo percorrere per circa 30 minuti di strada parzialmente asfaltata
L'alpeggio è gestito dall'Azienda Agricola De Michelis Nicolino di Ciriè che montica con bovini di razza Pustertaler. Nel caseificio di alpeggio si produce da fine giugno a settembre: tipo toma fresca e stagionata, toma del lait brusc, bruss al pepe, al peperoncino ed alle erbe. Come raggiungere l'alpeggio: da Gravere SP 254 in direzione frazione Frais di Chiomonte, poi proseguire su strada sterrata fino ad Alpe Arguel
Alpeggio comunale, è gestito dall’Azienda Agricola Challier Alex di Usseaux che montica con bovini di razza Pustertaler, incroci e di razza Valdostana Pezzata Nera. Nel caseificio di Usseaux si produce con il latte delle mungiture del pascolo da metà giugno a fine settembre: tipo toma fresca e stagionata, erborinati, tomette ginepro, tomette peperoncino, bruss, ricotta fresca e stagionata, tomini, burro. Come raggiungere il pascolo: da Usseaux percorrere circa 30 minuti di strada asfaltata.
Alpeggio comunale, è gestito dall’Azienda Agricola Canton Mario di Usseaux che montica con bovini di razza Pustertaler, incroci e pecore di razza Bergamasca. E’ stato dotato dal Parco di mungitrice mobile sperimentale d’alpeggio Alpina 4. Nel caseificio di Usseaux si produce con latte delle mungiture del pascolo da metà giugno a fine settembre: tipo toma fresca e stagionata, tomette alle erbe provenzali, tomette al peperoncino. Come raggiungere il pascolo: da Usseaux percorrere circa 40 minuti di strada asfaltata.