Percorsi didattici autoguidati per il riconoscimento degli uccelli nei Parchi Naturali Orsiera-Rocciavrè e Rocca di Cavour.
Strumento semplificato che permette di curiosare sull'avifauna dei due Parchi, ma è valido anche in territori limitrofi con caratteristiche simili e permette di imparare a collegare quello che è riconoscibile con i cinque sensi ad altre informazioni che portano ad escludere o confermare l'identità dell'animale avvistato.
Il diario di quattro giornate di Dante Alpe, guardiaparco dell'Orsiera Rocciavrè e le sue foto per raccontare l'incedere delle stagioni sono un esempio da seguire per affinare l'attenzione su quanti e quali incontri possono succedersi in poche ore camminando nel parco.
Libro illustrato con acquerelli sul campo che descrivono il Parco Orsiera Rocciavrè e le Riserve di Chianocco e Foresto attraverso lo sguardo di Elio Giuliano, guardiaparco, osservatore e disegnatore che illustra flora, fauna, architettura e geologia, raccontando le vite che si intrecciano tra i sentieri e le creste del territorio su cui vigila.
Notizie storiche dell'alta val Chisone con approfondimento sull'Escarton di Pragelato.
Progetti, memorie e disegni inediti custoditi negli archivi militari di Vincennes, comune francese ubicato nella parte orientale di Parigi, trovano nuova luce e permettono di ricostruire uno scenario del territorio, della seconda metà del 1600, davvero inaspettato che avrebbe potuto definire un'altra storia e disegnare altri luoghi, molto diversi da quelli che conosciamo.
Pubblicare questo prezioso tassello di storia come quaderno dell'Ecomuseo significa restituirlo e rivolgerlo in primis alle comunità dell'Alta Valle affinchè possano appropriarsi di una visione più ampia delle vicende che hanno coinvolto i loro antenati. Dinamiche tra popoli, strategie e poteri, sistemi difensivi da adottare e questioni economiche da gestire sono intrecciati e riportati con la stessa precisione e cura con cui l'intelligente Vauban redigeva progetti militari per il Re di Francia Luigi XIV. E' la sua figura, da noi poco conosciuta, ma ben nota oltralpe, che ci guida e svela idee e studi per una miglior difesa di Cesana e di Monginevro seguiti da ben più importanti progetti di realizzazione di nuove fortificazioni a Oulx e Bardonecchia, di adeguamenti a Exilles e molto altro.
Arcadia Alpina is a novel written by Cavalier Enrico Faure di Sauze d'Oulx, published in 1906.
The reissue of Arcadia Alpina in the series of Cahier dell'ecomuseo Colombano Romean is an opportunity to discover a peasant world now forgotten which characterized the Upper valley of the Dora between the end of the nineteenth century and the beginning of the twentieth century.
In Faure's work, we find described the agricultural work, the tools, the life of a community in its daily making, the folk traditions, beliefs, superstitions, religious rites with their syncretisms, and sometimes cannot help but smile at the naivety of the characters that reflect the simplicity and cruelty of that harsh peasant world, but at the same time, we cannot help but be moved and sometimes moved by the story of that rural landscape, that Arcadia so skillfully evoked and described as lived firsthand by the author. These are the words of Renato Sibille who oversaw the reissue and gave new life to the work with his comments, a rich glossary of less common, outdated, obsolete words, dialects, or specific meanings given by Faure, and the complete biography of Professor Faure reconstructed through documents consulted in the historical archives of the Municipalities of Oulx and Sauze d'Oulx, the joint school college of Oulx, the Parish of San Giovanni Battista of Sauze d'Oulx, and the Diocese of Susa, as well as information taken from local periodicals of the time and various publications.
Isolate nei pressi di frazioni disabitate, anomime in mezzo ai paesi dell’Alta Valle, coperte di neve in inverno o circondate da animali al pascolo in estate, ci sono mura che custodiscono cicli pittorici dai colori vivaci dove i volti dei personaggi delle storie sacre hanno tratti caratteristici di persone dell’Alta Valle e gli oggetti che arredano gli spazi in cui si muovono documentano la vita quotidiana di persone reali.
Perchè Chateau? Credo che la molla che mi ha spinto a sostenere un cahier dedicato a questa Comunità sia stata la visita alla mostra fotografica sulla figura di don Riccardo Perron Cabus attraverso le bellissime fotografie d'epoca di Paolo Bressano, questa primavera. In quell'occasione ho avuto modo di apprezzare l'impegno di Rita e di Ines per salvaguardare la memoria collettiva di quella borgata che, come in tante altre realtà frazionali dell'occitana Alta Val Dora, si sta lentamente spegnendo. Un impegno quotidiano di ricerca, di presenza e di lavoro silenzioso sostenuto da un orgoglioso senso di appartenenza, dedicato con amore al proprio paese e al ricordo di chi ci ha preceduto.
Anche la figura di don Riccardo, che ho avuto la fortuna di conoscere e avere come amico, mi ha stimolato molto sia per le sue scelte resistenziali, sia per il suo essere parroco senza remore nel calarsi nella realtà quotidiana dei suoi parrocchiani e nel saperli affiancare nelle difficoltà e, perché no, anche nella manualità del lavoro e nelle passioni.
Così con Chateau siamo giunti al Cahier n°30 dell'Ecomuseo Colombano Romean di Salbertrand, un traguardo all'inizio impensabile che, con l'aiuto di tanti, ha invece permesso in questi anni di salvare tanti tasselli di storia e cultura locale, sicuramente di dimensione minore ma, proprio per questo, più vicina al cuore di tanti di noi.
Infine, in quest'occasione, desidero ringraziare Giovanni Bressano, Rita Frezet, Ines Chalier, Giovanni Borio, Ivo Chalier, Gianfranco Bernard, Angelo Bonnet, Andrea Zonato, Renato Sibille, tutti i volontari dell'Associazione Chateau e tutti coloro che ci hanno permesso di meglio conoscere la soria di questa Comunità, della sua gente e della sua lingua nella quale si apprezzano i caratteri di una fiera autonomia parrocchiale e una spiccata volontà di autogestione del suo territorio.
Settembre 2019
Massimo Garavelli
Il Cahier n.29 dell'Ecomuseo Colombano Romean "Trabaoujâ, il suono della festa nella tradizione chiomontina" è stato scritto da Silvia Bellet e Daniela Ordazzo dell'Associazione Eigo y cuento di Chiomonte grazie alla collaborazione di tante persone che hanno fornito ricordi, documenti e immagini.
Il titolo,Trabaoujâ, significa suonare le campane a festa, perchè un tempo le campane segnavano la vita quotidiana dei chiomontini, e quando suonavano a festa tutti partecipavano riconoscendosi membri della Comunità.
Il cahier è dedicato alle antiche feste del calendario tradizionale chiomontino che scandivano i dodici mesi dell'anno, le feste invernali, Capodanno, Epifania, Sant'Antonio a la Ramat con il Sharintel, la Festa patronale di San Sebastiano con la pouento, il Carnevale, le feste estive presso le varie cappelle di montagna dalla Cappella Bianca alla Madonna della Neve dell'Arguel, quelle della primavera e dell'autunno...
La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa
Il nuovo lavoro di ricerca e restituzione culturale presentato dal Consorzio Forestale Alta Valle Susa e dall’Ecomuseo Colombano Romean, raccoglie, nelle varianti occitane locali, aneddoti sulla caccia, usanze relative alla vendita e alla concia delle pelli, leggende riguardanti i selvatici e ricette tradizionali con la cacciagione. Presenta un glossario essenziale dei termini in occitano relativi all'attività venatoria, i nomi dei selvatici nella parlata locale, i proverbi e i toponimi dell'Alta Dora relativi alla caccia e ai selvatici. Contiene un capitolo dedicato alla letteratura occitana del cacciatore altovalsusino e agli scritti del poeta ulciense Ernesto Odiard des Ambrois, appassionato cacciatore di inizio Novecento; e uno dedicato alla storia della caccia nell'Alta Dora e alle vicende riguardanti la scomparsa o il ripopolamento dei selvatici. Integrano la ricerca un contributo di Roberto Musso dedicato al Comprensorio Alpino di caccia CATO 2 e un intervento di Romano Nuvolone che racconta la caccia a Melezet (frazione di Bardonecchia) ieri e oggi. Nel cahier sono inoltre pubblicate numerose fotografie d'epoca.