Nome comune: ermellino
Regno: Animalia
Phylum: Cordata
Subphylum: Vertebrata
Classe: Mammalia
Ordine: Carnivora
Sottordine: Caniformia
Famiglia: Mustelidae
Genere: Mustela
Specie: Mustela erminea
Nel territorio alpino può vivere in foreste ricche di sottobosco, pietraie o praterie di alta quota fino a superare anche i 3500 metri di altitudine.
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ZSC – ZPS Val Troncea
Classificazione:
Nome comune: ermellino
Regno: Animalia
Phylum: Cordata
Subphylum: Vertebrata
Classe: Mammalia
Ordine: Carnivora
Sottordine: Caniformia
Famiglia: Mustelidae
Genere: Mustela
Specie: Mustela erminea
Habitat:
Nel territorio alpino può vivere in foreste ricche di sottobosco, pietraie o praterie di alta quota fino a superare anche i 3500 metri di altitudine.
L’ermellino (Mustela erminea) è un mustelide agile e scattante, diffuso in gran parte dell’Eurasia e del Nord America. È presente anche sulle Alpi, dove predilige ambienti montani aperti e ricchi di tane naturali, pascoli, praterie d’alta quota e zone con cespugli sparsi. Si tratta di un carnivoro di piccola taglia: il corpo misura tra i 17 e i 33 centimetri, la coda fra i 5 e i 12 centimetri, con un peso che varia dai 100 ai 450 grammi. I maschi sono sensibilmente più grandi delle femmine.
Caratteristica inconfondibile dell’ermellino è la muta stagionale: in estate il suo mantello è bruno-rossiccio sul dorso e bianco sul ventre, mentre in inverno diventa completamente bianco, fatta eccezione per la punta della coda che rimane nera. Questa trasformazione lo rende meno visibile ai predatori e lo aiuta nella caccia in ambienti innevati. La coda nera dell’ermellino sembra avere una funzione di “bersaglio” per i predatori: attira l’attenzione e distrae dai punti vitali del corpo.
Nonostante le dimensioni ridotte, l’ermellino è un predatore formidabile. Si nutre principalmente di piccoli roditori come arvicole e topi campagnoli, che caccia fin dentro le tane grazie al corpo allungato e flessibile. All’occorrenza può predare anche uccelli, rettili, anfibi e insetti. Le sue strategie di caccia, unite a tecnica e rapidità, gli consentono di predare animali notevolmente più grandi di lui. Il suo ruolo ecologico è importante perché contribuisce a mantenere in equilibrio le popolazioni di piccoli mammiferi.
La stagione degli amori può cadere in due momenti distinti dell’anno: in primavera oppure in estate inoltrata. Nel primo caso, l’accoppiamento sarà seguito da una gestazione breve della durata di un paio di mesi. Nella seconda situazione, l’impianto dell’embrione viene ritardato fino alla primavera successiva (fenomeno noto come “diapausa embrionale”). In entrambi i casi le nascite – generalmente da 4 a 9 piccoli – avvengono in un periodo climaticamente più favorevole, quando le prede sono più abbondanti. L’ermellino è un animale poligamo, ma solitario e molto territoriale: i maschi si accoppiano con più femmine pur occupando aree di caccia distinte, che difendono attivamente.
L’ermellino è un animale che ama gli spazi angusti: tane sotterranee, interstizi tra le rocce, cumuli di legna o piccoli cunicoli nei prati. Questa preferenza deriva dalla sua conformazione fisica: il corpo allungato, le zampe corte e la grande agilità gli permettono di muoversi facilmente in corridoi stretti, che diventano rifugi sicuri dai predatori e al tempo stesso vie di caccia per sorprendere le prede direttamente nelle loro tane. Spesso l’ermellino non scava rifugi propri, ma utilizza quelli già realizzati da altri animali, come roditori e lepri, adattandoli alle sue esigenze. Questa abilità di sfruttare spazi ridotti e nascosti è una delle ragioni del suo successo come predatore e della sua capacità di vivere in ambienti molto diversi, dalle zone di pianura fino alle alte quote alpine.
Storicamente la pelliccia dell’ermellino, soprattutto nella sua veste invernale, ha goduto di elevato valore economico e simbolico diventando emblema di regalità e rango, con la conseguenza di generare un’elevata pressione venatoria sulla specie. Tradizionalmente il collo di ermellino compone la veste ufficiale dei membri della Camera dei lord inglesi, il mantello accademico presso le università di Oxford e Cambridge e in Italia borda la toga in velluto rosso dei membri della Corte suprema di cassazione, anche se ormai sostituita con pellame di altri animali. L’effige dell’animale è stata ampiamente utilizzata nel campo dell’araldica e ha rappresentato elemento costitutivo per l’Ordine dell’Ermellino, antica istituzione cavalleresca, oltre a comparire ne “La dama con l’ermellino”, uno dei più famosi dipinti di Leonardo Da Vinci.
L’ermellino e la donnola (Mustela nivalis) sono specie vicine e spesso confondibili, ma presentano alcune differenze osservabili.
Nei Parchi delle Alpi Cozie è in corso un progetto di monitoraggio congiunto di ermellino e donnola, che nasce dalla collaborazione tra l’Area Conservazione e Gestione della Biodiversità e l’Area Vigilanza e Monitoraggio dell’Ente parco, insieme al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia e dei Sistemi dell’Università di Torino. Il progetto fa parte del dottorato di ricerca dell'ecologo Marco Granata denominato “Ermlin project”, dedicato a studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sui piccoli predatori.
Gli obiettivi principali del monitoraggio sono