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Pernice bianca

L'uccello artico che si nasconde sulle Alpi

Stato di conservazione IUCN:

LC - Bassa preoccupazione

LC - Bassa preoccupazione

info

Classificazione:

Nome comune: Pernice bianca
Regno: Animali
Classe: Uccelli
Ordine: Galliformi
Famiglia: Fasianidi
Sottofamiglia: Tetraonidi
Genere: Lagopus
Nome scientifico: Lagopus muta

Habitat:

Territorio alpino al confine tra praterie d’alta quota e pietraie, nella fascia altitudinale tra 1800 e 2700 metri di quota.

Peldrī in occitano e Pernȋ blèintsa in francoprovenzale, è lei una delle protagoniste dell’alta montagna. Si tratta della pernice bianca (Lagopus muta) un uccello alpino delle dimensioni di un piccione che vive in alta quota, oltre alberi e arbusti. Lassù al confine tra praterie d’alta quota e pietraie, generalmente tra 1800 e 2700 metri, salendo oltre i 3000 metri in estate e autunno.

È un “relitto glaciale“, cioè una specie di origine artica, che ha esteso il suo areale nel periodo glaciale a tutta l’Europa. Con la fine delle glaciazioni, si è ritrovata costretta a migrare verso le alte quote delle catene montuose di Alpi, Pirenei e Balcani. L’uccello è quindi nativo di latitudini polari e lo testimonia anche una curiosità toponomastica: oltre il circolo polare, tra Norvegia e Finlandia, si trova infatti la cittadina di Kiruna, il cui nome deriva da Giron, che in lingua Sami significa appunto pernice bianca.

Il mimetismo

La pernice bianca appartiene alla famiglia dei Tetraonidi ed è capace di sfoggiare un doppio abito grazie alla muta del piumaggio che cambia colorazione al variare delle stagioni, stratagemma per nascondersi e proteggersi dai nemici. La livrea invernale è completamente bianca con l’eccezione del becco, delle unghie e delle penne della coda che restano neri. La livrea estiva è invece color grigio-bruno, nel maschio, e bruno-fulvo nella femmina, mentre rimangono di colore bianco le ali e il sottocoda.

L’abito estivo, col passare del tempo sbiadisce verso una colorazione grigia fino a virare sul bianco. Grazie a questo forte mimetismo la pernice è difficile da avvistare: d’estate si confonde col terreno e le rocce, mentre d’inverno si avvantaggia della neve risultando pressoché invisibile quando l’uccello è posato. Il dimorfismo sessuale I sessi presentano differenze: il maschio ha una striscia scura (nera in autunno-inverno e bruno scura in estate e fino a metà settembre) detta “redine” che unisce il becco all’occhio, e una caruncola rossastra del sopracciglio ben sviluppata. Nella femmina le penne fra l’occhio e il becco sono bruno chiare in estate e bianche in inverno, la caruncola è invece poco sviluppata.

Le origini del nome

Il nome del genere della pernice, Lagopus, deriva dal greco lagos, che significa “lepre”, e pus, che significa “piede”, con chiaro riferimento alle zampe piumate dell’uccello che lo proteggono dal freddo e assomigliano a quelle della lepre variabile. L’aggettivo mutus deriva dal latino e significa “muto”, con riferimento al canto del maschio, simile a un gracidio, un rauco “kroo rr kkkk”. Questa voce della pernice bianca può essere udita in canto soprattutto nel “periodo nuziale” tra marzo e giugno, durante le prime ore di luce.

La riproduzione

È un uccello gregario che raramente, e per brevi periodi, vive da solo; in primavera le coppie individuano il luogo di nidificazione, in estate allargano il proprio territorio, salendo di quota, mentre in autunno si riuniscono in gruppi, detti “brigate”. Il periodo degli amori si colloca a maggio e può proseguire fino alla prima decade di giugno. Durante il periodo di corteggiamento i maschi occupano un territorio che difendono con il canto e in cui svolgono parate per attirare le femmine, giungendo raramente al combattimento (comportamento invece molto evidente nel fagiano di monte, altro animale presente sulle Alpi che appartiene alla stessa famiglia dei Tetraonidi). Durante queste parate le caruncole rosse dei maschi sono molto evidenti.

La femmina sceglierà il maschio più forte e determinato a difendere il proprio territorio, per formare una coppia stabile per tutto il periodo riproduttivo. Le uova (da 4 a 8) sono deposte in una conca del terreno già preparata e il maschio rimarrà nelle vicinanze per tutta la cova (21-24 gg). I pulcini nascono a luglio e per almeno 15 giorni dipenderanno dalla madre. Qualora la prima nidiata dovesse essere persa a causa di predazione o altri fattori esterni, la femmina sarà in grado di riprendere la deposizione e portare a termine una seconda covata.

Stato di conservazione

Secondo il Comitato italiano dell’International Union for Conservation of Nature, la pernice bianca è inserita in Italia nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione come “vulnerabile”, mentre a livello internazionale viene considerata a “minor preoccupazione”, seppur in declino.

Le principali minacce alla popolazione alpina della specie, con dinamiche complicate e per molti aspetti ancora poco conosciute, sono imputabili ai cambiamenti climatici e alle alterazioni e frammentazioni del suo habitat; il riscaldamento globale e la riduzione dei pascoli ad alta quota, dove la pernice bianca si nutre e si riproduce, influiscono negativamente insieme a forme di turismo spesso non sostenibili che creano forte disturbo all’animale nel suo habitat naturale, sia d’inverno che in estate. La pratica dello sci alpinismo, del fuori pista e dell’eliski uniti alla realizzazione di nuovi impianti di risalita mettono fortemente a rischio la pernice. Al disturbo turistico si aggiunge infine la pratica della caccia: la pernice bianca in Italia e in molti paesi europei è ancora tra le specie cacciabili. Recentemente anche il Piemonte ha autorizzato la caccia alla pernice bianca seppur con un prelievo venatorio di un numero finito di capi.

In un quadro di minacce e squilibri climatici avanzano però gli sforzi di conservazione prodotti dalle direttive europee, dalle normative nazionali e dai progetti ad hoc che in diversi casi hanno migliorato lo stato di conservazione di diverse specie particolarmente protette o in allegato della Direttiva Uccelli.

Recentemente il Birds in Europe 4: the fourth assessment of Species of European Conservation Concern, il più importante studio sullo stato di conservazione degli uccelli selvatici nel nostro continente, indica un miglioramento dello stato di conservazione della pernice. Lo studio è stato pubblicato dalla Cambridge University Press lo scorso 30 giugno 2023 ed è stato rilanciato in Italia dalla Lipu attestando una popolazione europea riproduttiva per la pernice bianca compresa tra 309.000 e 846.000 coppie.

La Regione Piemonte e le sue Aree protette sono impegnate nella salvaguardia della pernice bianca e più in generale della tipica fauna alpina attraverso attività coordinate di raccolta e analisi dati attuate dal Centro di Referenza “Tipica fauna alpina” di cui le Aree protette delle Alpi Cozie fanno parte insieme all’Ente di gestione delle aree protette del Monviso e all’Ente di gestione delle aree protette dell’Ossola che svolge anche il ruolo di titolare.

La pernice bianca è una sorvegliata speciale grazie a direttive europee e al lavoro degli enti di tutela ma non è salva da minacce. Con più coraggio meriterebbe la protezione assoluta estesa a tutte le Alpi, per consentire alle future generazioni di godere ancora della selvaggia bellezza di questo relitto glaciale.