Inizio 18 Novembre 2024
Durata 2023-2027
L'Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie è stato ammesso al finanziamento del bando di Complemento per lo Sviluppo Rurale della Regione Piemonte 2023-2027 intervento SRD04 denominato “Investimenti non produttivi con finalità ambientali” e sotto intervento A che si prefigge l’obiettivo della “Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità”.
Il progetto di investimento previsto si colloca all’interno del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand nella Zona Speciale di Conservazione identificata come IT1110010 dove, a causa dei cambiamenti climatici e all’abbandono delle pratiche agricole, negli ultimi anni si è assistito a una contrazione di specie e habitat legati alle aree umide nonché ad un decremento degli habitat di ambienti aperti a favore degli ambienti forestali con inesorabile perdita di biodiversità.
L’obiettivo principale del progetto è la salvaguardia della biodiversità evitando la perdita di specie e habitat tutelati anche a livello europeo in forte contrazione. Più nel dettaglio, il progetto di investimento riguarda gli habitat e le specie legate ai pascoli, si tratta quindi di ambienti che si sono diversificati grazie alle attività umane e che con l’abbandono delle tradizionali pratiche agricole si stanno perdendo.
Queste aree collocate all’interno del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, sono per lo più rappresentate da prati e pascoli tradizionalmente gestiti con il bestiame o addirittura sfalciati, che oggi risultano invece invasi da arbusti e specie erbacee di scarso valore pabulare, conservazionistico e precorritrici di un evoluzione che porterà all’affermarsi del bosco, banalizzando il contesto e determinando una perdita di biodiversità non indifferente.
L’invasione di specie arbustive non più contenute dal pascolamento ovino, caprino e bovino sta determinando la conversione di ambienti aperti in bosco, già ampiamente rappresentato nelle aree limitrofe, la finalità del progetto di investimento è di rimuovere le specie legnose e favorire le specie erbacee così da agevolare le tradizionali pratiche agricole e garantire il perdurare di specie che altrimenti andrebbero inesorabilmente perse. In questo modo si andrebbero a preservare paesaggi rurali, storici e tradizionali e si favorirebbero le pratiche agricole locali in forte contrazione. Le zone interessate dagli interventi sono per lo più prossime alle aree boschive o rappresentano chiarie di un contesto boscato, questi ambienti di transizione è noto essere nicchie ecologiche ricche di biodiversità. Nel favorire gli ambienti aperti si andrebbe quindi non solo a favorire specie e habitat tipici del contesto ma si limiterebbe la semplificazione del paesaggio rurale.
I tipi di habitat considerati meritevoli di tutela dalla Direttiva “habitat” citata in premessa e oggetto del presente progetto sono principalmente l’habitat 6520 “Praterie da Fieno” e a quote superiori viene protetto anche l’habitat 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine”. Le praterie da fieno, soprattutto in contesti ambientali ostili come quello montano del Gran Bosco di Salbertrand, sono in forte contrazione a causa dell’abbandono delle pratiche di sfalcio, una volta effettuate nei terreni più ostili anche a mano. L’habitat è mantenuto anche dal pascolamento che però deve essere effettuato con carichi animali adeguati. Un pascolamento razionale viene eseguito se le condizioni ambientali lo permettono: l’inarbustamento della cotica erbosa, l’assenza di adeguati punti di abbeverata, la mancanza di recinti correttamente dimensionati in funzione dell’offerta foraggiera nonché i danni causati al cotico erboso da specie quali ad esempio il cinghiale sono tutti elementi che desistono nel proseguire con una pratica agricola non semplice come la pastorizia. Obiettivo dell’investimento è quindi facilitare la pratica agendo principalmente nel contenimento dell’invasione arbustiva, ma anche fornendo l’alpeggiatore di fili elettrici per il contenimento del bestiame e di vasche di abbeverata. Queste ultime dovranno essere utilizzate con galleggiante in modo da limitare il danneggiamento del cotico e posizionate al di fuori delle aree umide anch’esse oggetto di tutela dalla Direttiva e oggetto del progetto. In coerenza con quanto definito nel PAF si vuole evitare il deterioramento degli habitat a causa dell’eccessiva pressione del pascolamento e del calpestio e favorire pratiche agro-pastorali sostenibili che limitino la colonizzazione dei pascoli e delle praterie da parte di arbusti e specie non idonee. Un pascolo gestito con adeguati recinti e quindi adeguati carichi, con un numero congruo di punti di abbeverata evita condizioni di sovrapascolo o sottopascolo e di sentieramenti.
Un ulteriore scopo del progetto è quello di preservare le aree umide dal calpestio animale e da un eccessiva eutrofizzazione che potrebbe compromettere la presenza di specie vegetali particolarmente sensibili, attraverso la loro recinzione e lo spostamento dell’utilizzo del punto di abbeverata ad una vasca mobile posta esternamente ad essa. Viene quindi preso in considerazione e preservato un altro tipo di habitat tutelato a livello comunitario: l’habitat “7140 torbiere di transizione e instabili”.
Questo obiettivo è coerente con le disposizione del “PrioritizedAction Framework (PAF)” 2021-2027 che individua quale minaccia il pascolo intensivo con conseguente variazioni del chimismo naturale delle acque e l’incremento del carico trofico, per gli habitat di torbiera in ambiente montano subalpino sono necessari principalmente interventi di tutela dal pascolo intensivo o dal pascolamento non gestito. Il PAF conferma anche l’importanza in questi ambienti di evitare prelievi idrici, nel caso specifico dotando l’allevatore di vasca mobile con galleggiante si limiterebbe il prelievo al solo momento di utilizzo del pascolo evitando di sprecare la risorsa acqua, sempre più scarsa e preziosa.
Questo renderebbe il sistema agro-pastorale anche più resiliente ai cambiamenti climatici favorendo l’accumulo di acqua in zone dove la risorsa scarseggia. Con il progetto, recintando due zone umide si intende ripristinare la funzionalità di questa infrastruttura ecologica connessa all’acqua. Le zone interessate inoltre sono aree di riproduzione della Rana temporaria L., inserita nell’allegato V della direttiva Habitat e punti di abbeverata di animali selvatici.
Altro obiettivo che si vuole perseverare favorendo gli ambienti aperti è l’incremento e la conservazione di specie faunistiche, anch’esse di importanza tale da essere tutelate a livello europeo.
Un esempio è l’Averla piccola (Lanius collurio L.) la quale nidifica e predispone quale postazione di caccia di insetti, rane e lucertole i cespugli di rovi ai margini di pascoli o delle aree coltivate. La prima specie è inserita nell’allegato II della Direttiva Habitat mentre la seconda è tutelata dalla Direttiva Uccelli.
Nel Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand sono presenti tre altane di osservazione faunistica costruite grazie a fondi di investimento regionale assegnati negli anni novanta, ad oggi le strutture risultano danneggiate e difficilmente utilizzabili. Con il progetto di investimento si vuole prevedere una loro ristrutturazione per renderle fruibili dai guardia parco e da ricercatori ed eventualmente per una fruizione turistica selezionata. Le tre altane sono state spesso utilizzate per il contenimento del cinghiale, infatti la posizione centrale nelle radure ai limiti degli ambienti boscati circostanti ben si presta all’osservazione della fauna selvatica. Scopo principale del presente intervento è quindi quello di recuperare le altane di osservazione faunistica per il contenimento della specie Sus scrofa L. e favorire la convivenza pacifica tra allevatori e fauna selvatica. I numerosi cinghiali presenti nell’area protetta arrecano molti danni al cotico erboso dei prati pascoli, limitando la superficie pascolabile.
Le altane saranno utilizzate principalmente per il contenimento dei cinghiali ma anche a scopo di monitoraggio, per scopi scientifici e di ricerca ed eventualmente per qualche attività di fruizione quali ad esempio le osservazioni dei cervi durante il bramito, con il fine di avvicinare le persone alla consapevolezza rispetto il tema della biodiversità come indicato nelle ultime righe del PAF.
Direttore Luca Marello,
Area Conservazione Gestione della Biodiversità:
Responsabile Bruno Aimone
I tecnici progettisti: Elena Regazzoni e Fabio Galliano
Area Tecnica:
Responsabile Alba Meirone
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