Ultimo aggiornamento: 03 Maggio 2024
I Laghi di Avigliana si trovano nella bassa Valle di Susa, ai margini della pianura torinese. La loro origine è glaciale: si tratta di tipici bacini lacustri intramorenici, creatisi a causa del ritiro della coltre glaciale che occupava la valle nel Pleistocene (tra 750.000 e 10.000 anni fa).
Molto probabilmente le glaciazioni generarono quattro bacini lacustri, due dei quali – la Torbiera di Trana e la palude dei Mareschi – sono stati interrati dai detriti trasportati a valle dall’erosione delle colline circostanti. I due laghi rimanenti hanno caratteristiche ben differenti: il Lago Piccolo di 60 ettari (356 m s.l.m.), riversa le proprie acque nel Lago Grande di 90 ettari (352 m s.l.m.) e presenta maggiori caratteristiche di naturalità poiché circondato da boschi, prati e da una fascia di canneto dove trovano rifugio le principali specie di ittiofauna e avifauna presenti nell’area. I Laghi di Avigliana, la Palude dei Mareschi e i rilievi collinari a ovest del Lago Piccolo e a nord del Lago Grande costituiscono ambienti di rilevante interesse faunistico e botanico, tutelati anche a livello europeo dalla Direttiva Habitat e qualificati come Zona Speciale di Conservazione (ZSC).
Il Parco Naturale, istituito nel 1980, riveste importanza per la conservazione dell’avifauna acquatica, in particolare per quella svernante, e per l’ittiofauna tra cui una buona popolazione di specie autoctone presenti soprattutto nel Lago Piccolo. Oltre ai laghi veri e propri, sono tutelate altre due tipologie di ambienti: le colline e la palude dei Mareschi. I rilievi a ovest del Lago Piccolo, più umidi, presentano la maggioranza dei corsi d’acqua che alimentano i bacini mentre le colline a nord del Lago Grande, lungo la dorsale che collega il Monte Pezzulano e il Monte Capretto, si caratterizzano per ambienti più secchi con flora xerotermica e numerosi massi erratici di ragguardevole dimensione a testimonianza degli antichi ghiacciai che occupavano la zona. La palude dei Mareschi, all’estremità settentrionale del parco naturale, è l’area umida lungo la quale defluiscono le acque dei laghi verso la Dora Riparia attraverso l’emissario del Canale della Naviglia. Si tratta di un ambiente rinaturalizzato dove la presenza discreta delle attività umane convive con una natura incontrastata.
La sede del Parco è in Avigliana in Via Monte Pirchiriano n.54 - Tel. 011.9313000 - 011.9341405 - 011.4326589, info.alpicozie@ruparpiemonte.it
Dal 2012 il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana fa parte dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie insieme al Parco Naturale Orsiera Rocciavré, al Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, al Parco Naturale della Val Troncea, alla Riserva Naturale dell’Orrido di Foresto, alla Riserva Naturale dell’Orrido di Chianocco e a 16 siti della rete Natura 2000.
I principali motivi di protezione sono la salvaguardia della zona umida dei Mareschi e il ripristino e la conservazione delle condizioni idrobiologiche dei due laghi oltre alle finalità comuni a tutte le aree protette.
Essendo situato in un contesto urbano, a poco più di 20 km da Torino, collabora con la Città di Avigliana per incentivare il rispetto degli equilibri naturali e promuovere attività di fruizione sostenibili.
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Tra le 54 specie di avifauna censite nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, 13 sono inserite negli allegati della Direttiva Uccelli dell’Unione Europea. Centinaia di volatili di varie specie quali moriglioni, morette, alzavole, fischioni, gallinelle d’acqua e mestoloni si concentrano nell’area, in particolar modo nel periodo autunnale e invernale.
Nei laghi nidificano, oltre alle specie più comuni in Piemonte, anche alcune coppie di svasso maggiore, la cui parata di corteggiamento chiamata danza dello specchio è osservabile tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera; il caratteristico nido galleggiante costruito dalle coppie e il successivo trasporto dei pulcini sul dorso dei genitori durante i primi spostamenti a pelo d’acqua rappresentano uno spettacolo facilmente osservabile dalle rive dei laghi. Nella zona palustre dei Mareschi si stabiliscono, inoltre, il porciglione, la cannaiola, il migliarino di palude e l’airone cinerino.
Anche a livello di ittiofauna i Laghi di Avigliana ospitano una popolazione di pregio con numerose specie autoctone del territorio piemontese: ciprinidi (cavedano, carpa e scardola), luccio italico, alborella, tinca, persico reale e triotto. Segnalato nei ruscelli affluenti del Lago Piccolo il raro gambero di fiume. Purtroppo i bacini presentano anche specie alloctone invasive come il pesce siluro, il pesce gatto punteggiato e il gambero rosso della Louisiana.
Importante anche la presenza nelle zone umide degli anfibi tra cui rane, raganelle, rospi, salamandre e tritoni. Infine, tra la fauna terrestre si segnalano mammiferi come caprioli, volpi, tassi, scoiattoli rossi e faine oltre a uccelli come picchi, cince, fringuelli, lui piccoli, ghiandaie, rigogoli, cardellini e rapaci come falchi di palude, poiane e nibbi.
Oltre ai canneti e alle specie tipiche delle zone umide, il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana si caratterizza per due interessati tipologie di bosco presenti nelle aree collinari. A ovest del Lago Piccolo vi è una prevalenza di bosco ceduo con quercia, castagno, carpino e frassino ad alto fusto, mentre a nord del Lago Grande l’esposizione a meridione ha prodotto una colonizzazione da parte di specie xerotermofile tra cui roverelle, frassini, robinie, olmi e ciliegi.
Avigliana, città d’arte e di storia, si è sviluppata nei secoli rivestendo il ruolo fiorente di città di frontiera. Il suo nome deriva verosimilmente dalla famiglia romana degli Avilii.
Il primo nucleo medievale di Avigliana, il Borgo Vecchio, sorge sulle pendici nord del Monte Pezzulano. Ha svolto fin dalle sue origini un’importante tappa negli scambi tra l’Europa occidentale e l’Italia in quanto punto di transito obbligato sulla via di Francia. Edifici databili dal XII al XV secolo caratterizzano l’evoluzione dal romanico al gotico della Avigliana medievale: le chiese (San Pietro, Santa Maria, San Giovanni), le mura, le porte, i portici e le abitazioni gentilizie di piazza Conte Rosso e di Piazza Santa Maria lungo tutto il centro storico.
La sua storia è strettamente legata alla dinastia dei Savoia, sede di corte con Adelaide e Ottone di Savoia, diede i natali al Beato Umberto III (c. 1127 – 1189) e al Conte Rosso (Amedeo VII 1360 – 1391). Amede VI, detto il Conte Verde, dichiarò Avigliana piazza franca e fortificò il castello e le mura. Con la scelta di Torino come capitale del Regno, Avigliana perse parte della sua importanza come città di confine.
Il Castello di Avigliana sovrasta il borgo medievale ed è situato all’interno del Parco Naturale. L’apparato difensivo gradualmente evolutosi dal primo nucleo eretto a difesa da possibili invasioni da parte di Arduino il Glabro a roccaforte apprestata dai Savoia a salvaguardia del territorio, perse parte della sua importanza militare trasformandosi in sede di castellania e abitazione signorile. Le amare vicissitudini del secolo XVII ne determinarono la rovina, dopo aver subito gravi danni nel 1630 (anno particolarmente infausto per Avigliana che subì pesantemente l’imperversare della peste) fu distrutto dal maresciallo francese Catinat nel 1691.
Per venire alla storia più recente, sul lato est della palude dei Mareschi si possono osservare porzioni di monumentali resti del dinamitificio più grande d’Europa, edificato nel 1872 su iniziativa di un gruppo di cinque banchieri parigini e della Società Alfred Nobel di Amburgo. Restò in funzione fino al 1965 per essere poi parzialmente recuperato come ecomuseo.