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Maya ha conseguito il brevetto di cane antiveleno

10 Aprile 2025

Dallo scorso 1 aprile i Parchi delle Alpi Cozie possono contare su una nuova Unità Cinofila Antiveleno (UCA) operativa. Il binomio composto dal guardiaparco Lorenzo Brino e dal suo pastore australiano Maya ha superato l’ultimo esame, il test di sicurezza che certifica la capacità del cane di intervenire in autonomia nelle attività di ricerca veleni. Si tratta di un importante risultato ottenuto grazie alle risorse del progetto Life WolfAlps Eu che hanno consentito di affrontare le spese di addestramento e formazione del cane al fine di contrastare un crimine crudele come l’avvelenamento della fauna sia selvatica, sia domestica. Maya e Lorenzo hanno conseguito il brevetto con Mattia Colombo e il suo bracco francese Argo delle Aree Protette Alpi Marittime andando a completare una squadra nutrita di UCA composta da Gianabele Bonicelli e Luna delle Aree Protette Alpi Cozie, Carlo Geymonat e Myrtille delle Aree Protette Po Piemontese più altre unità operative in Lombardia e Liguria.

«È il coronamento di un lungo lavoro – racconta Brino – iniziato nel 2022 quando Maya aveva appena 6 mesi. Quella che avevo inizialmente preso come cane da compagnia si è rivelata anche una fedele compagna di lavoro grazie all’intuizione del collega Bonicelli che aveva visto in noi un’utile risorsa da affiancare al proprio binomio con Luna. Maya ora è pienamente operativa, ma dobbiamo proseguire incessantemente il lavoro di formazione sia tutti i giorni in autonomia, sia con l’addestratrice Roberta Bottaro che ci ha seguiti finora».

Un binomio affiatato

Quando si parla di Unità Cinofile Antiveleno si utilizza, non a caso, il termine “binomio” perché cane e conduttore devono diventare una coppia perfettamente affiatata, una sorta di animale a 6 zampe. Innanzitutto è fondamentale l’esercizio quotidiano che consente al membro a 4 zampe di rimanere sempre focalizzato sugli automatismi da applicare durante le operazioni reali e al membro a 2 zampe di osservare sempre con attenzione il comportamento del suo compagno trovando le strategie migliori per condurlo e guidarlo con efficacia. Grazie al proprio olfatto, il cane impara a riconoscere possibili esche alimentari o la presenza di veleni comunemente utilizzati, come lumachicidi e rodenticidi.

«Il cane è stimolato a compiere il lavoro – prosegue Brino – perché sa che verrà premiato; nel caso di Maya la ricompensa è giocare con la pallina. Ma, soprattutto, deve imparare a non consumare nulla di ciò che trova in giro per non rischiare di restare avvelenato a sua volta. È stato questo l’aspetto più importante, valutato durante il recente esame che abbiamo superato. Si tratta anche di un’abitudine che tutti i padroni di cane dovrebbero insegnare ai propri compagni per evitare brutte sorprese. Purtroppo certe persone ricorrono all’uso di veleni non solo per eliminare gli animali selvatici come il lupo, ma spesso anche contro i domestici come i cani da compagnia. Si tratta di un reato particolarmente atroce e subdolo che in natura provoca danni su tutta la catena alimentare fino ai necrofagi».

L'importanza della formazione

Maya e Lorenzo effettuano esercizi con regolarità per mantenere sempre alta la concentrazione. L’allenamento consiste in ricerche di 3 o 4 esche alimentari nascoste su un ettaro di terreno, oppure l’ispezione di ambienti limitati come i bordi delle strade utilizzando un guinzaglio lungo. Senza dimenticare il lavoro con i veleni che avviene esclusivamente al chiuso per evitare il rischio di contaminazione dell’ambiente naturale e si svolge nascondendo vari oggetti e sostanze sotto alcuni conetti tutti uguali. Toccherà poi al cane di segnalare la presenza di odori sospetti basandosi esclusivamente sull’olfatto.

«In fin dei conti – conclude Brino – il cane compie questi lavori grazie all’odorato particolarmente sviluppato di cui la natura lo ha dotato e al proprio istinto. Ma è compito del conduttore fornire la motivazione e la serenità che gli consentono di essere più efficace. Il senso del binomio è tutto qui».

Il progetto Life WolfAlps Eu che ha avviato il lavoro delle UCA si è concluso nel 2024, ma le attività after Life proseguono grazie all’impegno degli enti coinvolti e al contributo della Fondazione Capellino che garantisce il nutrimento dei cani antiveleno con mangimi Almo Nature.