Nome comune: gufo reale
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Classe: Aves
Ordine: Strigiformes
Famiglia: Strigidae
Genere: Bubo
Nome scientifico: Bubo bubo
Negli ultimi decenni sono notevolmente migliorate le conoscenze circa la reale distribuzione e consistenza della specie in Piemonte. Nei territori delle Aree Protette delle Alpi Cozie si contano, attualmente, poco meno di 40 territori occupati, di cui 4 in val Chisone, 1 in val Sangone e 12 in Val di Susa; questa valle risulta particolarmente vocata per il gufo reale, per la sua conformazione geografica e caratteristiche climatiche.
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ZSC – ZPS Val Troncea
Classificazione:
Nome comune: gufo reale
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Classe: Aves
Ordine: Strigiformes
Famiglia: Strigidae
Genere: Bubo
Nome scientifico: Bubo bubo
Habitat:
Negli ultimi decenni sono notevolmente migliorate le conoscenze circa la reale distribuzione e consistenza della specie in Piemonte. Nei territori delle Aree Protette delle Alpi Cozie si contano, attualmente, poco meno di 40 territori occupati, di cui 4 in val Chisone, 1 in val Sangone e 12 in Val di Susa; questa valle risulta particolarmente vocata per il gufo reale, per la sua conformazione geografica e caratteristiche climatiche.
Il gufo reale è il più grande rapace notturno d’Europa e uno degli uccelli più maestosi delle nostre montagne. L’apertura alare può raggiungere e superare i 180 centimetri, mentre il peso varia in media tra i 2 e i 3,5 chilogrammi, con femmine più robuste dei maschi. È inconfondibile per i grandi occhi arancio vivo e per i ciuffi di penne sul capo, che ricordano delle orecchie e che solleva soprattutto quando è in allerta. La sua specie non presenta dimorfismo sessuale salvo la dimensione leggermente superiore delle femmine.
Il piumaggio bruno maculato gli offre un mimetismo perfetto tra rocce, tronchi e vegetazione, rendendolo quasi invisibile durante il giorno, quando resta nascosto e immobile. Di notte, invece, si trasforma in un predatore silenzioso e agile: le penne remiganti hanno una struttura particolare che smorza il rumore del volo, consentendogli di avvicinarsi alle prede senza essere percepito.
Non sorprende che la sua figura abbia alimentato leggende e simboli in tutta Europa. Per il suo richiamo profondo e misterioso, udibile a chilometri di distanza, è stato associato nel tempo tanto alla saggezza quanto al mondo magico e oscuro. Oggi resta uno degli animali più affascinanti e carismatici della fauna alpina.
Il gufo reale ha una distribuzione vastissima che copre gran parte dell’Eurasia. In Italia è presente soprattutto nelle Alpi e negli Appennini, seppur in modo discontinuo. Nelle Alpi occidentali predilige pareti rocciose, valloni e boschi maturi, spesso con zone aperte nelle vicinanze che gli facilitano la caccia.
Questa specie riesce a colonizzare anche ambienti collinari e pianeggianti, purché poco disturbati dall’attività umana. Tuttavia resta molto sensibile al disturbo: la frequentazione eccessiva di rupi e siti di arrampicata, ad esempio, può compromettere la riproduzione. La sua presenza è quindi spesso un buon indicatore della naturalità e della tranquillità di un territorio.
Il gufo reale è un predatore versatile e opportunista, capace di adattare la dieta alla disponibilità di prede. Si nutre soprattutto di mammiferi di piccola e media taglia come conigli selvatici, lepri e roditori, ma può arrivare a uccidere animali più grandi come piccoli di camoscio e volpe e cattura regolarmente anche uccelli – dalle pernici alle cornacchie fino a rapaci diurni di taglia medio-piccola. Non mancano occasionalmente rettili, anfibi, pesci e grandi insetti.
Grazie alla potenza delle zampe e degli artigli, può ghermire prede di dimensioni considerevoli. La caccia avviene quasi sempre di notte, con un volo silenzioso che gli consente di sorprendere gli animali senza allarme. In ambienti dove le prede sono abbondanti, può contribuire a mantenere l’equilibrio ecologico regolando le popolazioni di piccoli mammiferi.
Come gran parte dei rapaci, tende a ingurgitare le sue prede intere, comprese le componenti non digeribili come ossa, piume o peli che ogni 3-4 giorni rigurgita sotto forma di borre di forma allungata con diametro di 3-4 cm. Il loro studio rappresenta un’importante fonte di informazioni per i ricercatori, che attraverso la loro analisi possono ricostruire con precisione la dieta della specie e monitorarne le abitudini alimentari in differenti ambienti.
La stagione riproduttiva inizia molto presto rispetto ad altri rapaci: già a fine inverno la coppia stabilisce il sito di nidificazione. Il gufo reale non costruisce un nido vero e proprio, ma depone le uova (da due a quattro) direttamente a terra, su una cengia rocciosa o in una cavità naturale. La femmina si occupa interamente della cova, che dura circa 35 giorni, mentre il maschio provvede a cacciare e a portarle il cibo.
I piccoli, ricoperti da un fitto piumino chiaro, lasciano il nido dopo cinque o sei settimane, ma non sono ancora in grado di volare bene: per questo vengono detti “raminghi”, perché si spostano a piedi nei dintorni del sito di nascita. I genitori li seguono e li nutrono con dedizione fino all’autunno, quando diventano autonomi.
La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai due o tre anni di età, anche se non tutti i giovani riescono subito a conquistare un territorio e una compagna. La formazione della coppia avviene attraverso complessi rituali di corteggiamento, che includono voli acrobatici, offerte di cibo e duetti vocali. Una volta consolidato, il legame rimane stabile: i gufi reali sono in genere monogami e le coppie restano fedeli sia al partner sia al territorio di nidificazione per tutta la vita, difendendolo con richiami potenti e comportamenti territoriali decisi.
Il richiamo del gufo reale è uno dei suoni più caratteristici e suggestivi della fauna alpina. Il maschio emette un “uhu” profondo, grave e risonante, che può essere percepito fino a 4 chilometri di distanza nelle notti silenziose e limpide. Questo canto, ripetuto a intervalli regolari, svolge diverse funzioni: serve ad attirare la compagna, a mantenere saldo il legame di coppia e soprattutto a segnalare la presenza sul territorio, tenendo lontani eventuali rivali. Anche la femmina risponde con versi simili, ma dal timbro più acuto e meno potente.
Il periodo in cui si ascolta con maggiore frequenza va dall’inverno all’inizio della primavera, quando la stagione riproduttiva si avvicina e i maschi difendono con più energia i propri domini. Per il carattere riservato del gufo e la sua capacità di mimetizzarsi nell’ambiente, l’ascolto dei richiami rimane l’unico strumento per verificarne la presenza e per il monitoraggio.
In passato il gufo reale è stato perseguitato perché considerato dannoso per la selvaggina o per le specie da cortile. Avvelenamenti e fucilazioni hanno portato in molte regioni a un forte declino. A partire dagli anni ’70, con l’introduzione di leggi di protezione e progetti di conservazione, la situazione è migliorata e oggi la specie mostra una lenta ripresa.
Rimangono però diverse minacce: il disturbo umano nei siti di nidificazione, le collisioni con linee elettriche ad alta tensione, l’uso di rodenticidi che avvelenano indirettamente le sue prede e la diminuzione di alcune specie di cui si nutre. La classificazione IUCN a livello globale è “Least Concern” (a rischio minimo), ma la conservazione locale richiede ancora attenzione, specialmente in ambienti alpini frequentati da escursionisti e arrampicatori.