Quali sono i cambiamenti sul territorio del Gran Bosco di Salbertrand dopo quasi trent'anni di protezione? Come stanno gli animali del Parco? Chi sono?
Gli autori entrano nei particolari della gestione faunistica del cervo reintrodotto vent'anni prima dell'istituzione del Parco. Il ripopolamento è stato un successo e i bramiti rimbalzano tra le creste nella stagione degli amori.
Nel momento del libro era accertato che i lupi erano tornati sulle piste del Gran Bosco e gli interrogativi su cosa avrebbero portato erano densi di aspettativa.
Soggetti e forze in campo cambiano con il tempo, il Gran Bosco risponde.
Storia della reintroduzione dello Stambecco in Val Troncea con inquadratura iniziale su origine della specie, biologia e periodo buio dell'estinzione. Fotografie e cartine tematiche chiariscono il testo e rendono conto dell'affetto degli autori per il progetto e per il territorio.
Il lavoro di squadra all'interno del Parco e nelle aree confinanti di successiva reintroduzione è uno dei tasselli del successo del ritorno dello stambecco sull'arco alpino che si consolida di anno in anno, con l'estendersi di una continuità territoriale tra nuclei inizialmente separati.
Catalogo della mostra 'Il ritorno dello stambecco in val Chisone e in val Troncea' del 2003.
Il libretto ripercorre con il percorso della mostra le tappe del ritorno dello stambecco intorno al Parco naturale della val Troncea che può essere approfondito nel Quaderno del Parco n°1 'Lo Stambecco in val Troncea e val Germanasca'
Scialli, foulard, copricapi e grembiuli negli abiti della festa e in quelli di uso quotidiano definiscono ogni valle per il modo in cui sono cuciti o abbinati, caratterizzati da segni distintivi a seconda dei momenti della vita.
Molti dei tessuti e nastri venivano da Oltralpe e raccontano di stagioni dure in cui le famiglie erano divise per lavori stagionali.
La ricerca su cui si basa il Quaderno del Parco n°2 della val Troncea ha ancora molto da approfondire e lascia il seme di un progetto di produzione di nastri di seta tradizionali ormai introvabili.
Generazioni di avi nati e vissuti in una frazione isolata di montagna hanno mantenuto un legame con lo scorrere delle stagioni e le forme del territorio in una microstoria fatta di parentele e scandita da riti. Vengono scosse dalla storia quando diventa così ingombrante da intaccare gli equilibri più distanti.
L'autore, figlio di emigranti in Francia e affezionato alle sue origini racconta i risultati delle ricerche intorno al suo albero genealogico per nove generazioni. La storia di una famiglia diventa così una scusa per raccontare la vita quotidiana di un posto particolare che è la frazione di Troncea alle sorgenti del Chisone, dove gli abitanti apparentemente isolati parlavano correntemente e scrivevano fino a quattro lingue. La cicatrice della valanga del Beth, le vicende dei valdesi e la grande storia si intrecciano alla vita di persone con un nome, un cognome e addirittura un volto, seminando un senso delle radici e proponendo un modo di guardare al futuro.
Studio sulle testimonianze materiali che riguardano la vita rurale di un tempo fino alle più alte quote.
Il libro è diviso in due parti: la prima riguarda gli strumenti legislativi che regolano i diversi ambiti della vita contadina, la seconda presenta quali esempi pratici i regolamenti campestri di Pragelato, Usseaux e Fenestrelle.
Boschi, foreste e selve a uno sguardo distratto sembrano ambienti naturali. Questo libro, frutto delle osservazioni del guardiaparco Bruno Usseglio sul territorio e negli archivi, traduce come frutto dell'interazione tra la natura, l'uomo e la sua storia il paesaggio boscato dei versanti della val Chisone.
Il bosco è ombra per gli animali al pascolo, legna da ardere per scaldarsi, cuocere il pane o preparare la calce, materiale da costruzione o da falegnameria. La costruzione delle fortificazioni e il loro mantenimento ha avuto un impatto significativo sulla composizione dei boschi della valle.
Il periodo esplorato da questa ricerca è stato un tempo buio per le foreste. Prima che l'industrializzazione spopolasse le montagne ogni fazzoletto di terra in piano era coltivato per sostenere economie di sussistenza. Indagare sulla gestione di questa risorsa con i giochi di potere legati a un bene necessario e ridotto ai minimi termini mette in luce la capacità di uomini illuminati di cercare un equilibrio tra uomo e natura e di altri di abusarne per profitto.
Una collezione di cartoline d'epoca e una collezione di scritti d'epoca si arricchiscono a vicenda raccontando il territorio di Usseaux, Pragelato e Sestriere. L'unicità dei luoghi rappresentati svela grazie a notizie d'archivio, leggende e testimonianze.
Storie di cervi e uomini di tutti i tempi in cui la natura diventa luogo immaginario e il cervo una creatura mitica capace di trasmettere il senso delle cose del mondo. Il confine tra il mito e lo sguardo di un guardaparco che i cervi li incontra quotidianamente nel suo lavoro lasciano lo spazio per la curiosità di incontrare davvero questo animale e scoprire cosa avrà da dirci personalmente.
Un sentiero segnato tra i suoni e gli strumenti della tradizione occitana.
Dalle nostre valli ai Pirenei, una lunga via tra le musiche di tutte le comunità che vivono nella terra d'Oc.
Le musiche che hanno accompagnato i diversi momenti della vita della nostra gente dal lavoro alla festa.
Un viaggio che parte da lontano, eredità di una cultura antica che ha le sue radici nella notte dei tempi.
Un viaggio che prosegue ai giorni nostri, ben lontano da essere vissuto e pensato come qualcosa di compiuto: non una esposizione archeologica su un passato da rimpiangere, non uno sguardo sull'epoca dell'oro da mitizzare, ma uno strumento di conoscenza e di coscienza della ricchezza culturale che ci aiuta a vivere il nostro presente.
Sergio Berardo
Stefano Martini