Sportello linguistico e animazione territoriale: Guichet français a Salbertrand 17 Luglio 2024
Dal 17 luglio al 21 agosto tutti i mercoledì a Salbertrand presso l'Hotel Dieu Sportello linguistico Francese a cura di Chambra d'Oc
Dal 17 luglio al 21 agosto tutti i mercoledì a Salbertrand presso l'Hotel Dieu Sportello linguistico Francese a cura di Chambra d'Oc
L'epoca è quella in cui il progresso delle città e lo spopolamento delle aree alpine sembrano cambiare il mondo. Lo sguardo è quello di un grande larice su battaglie e invenzioni degli umani passati sotto le sue chiome e sulle vicende degli abitanti della foresta che si inseguono o trovano riparo e nutrimento tra i suoi rami. La memoria diventa ingrediente del futuro.
Gli abitanti della foresta sono attenti ad ogni novità. Al posto e nel nome del grande larice abbattuto, Oreste Rey e i bambini della scuola elementare di Salbertrand piantano un giovane larice. Il futuro è nelle mani del presente. La foresta e chi la popola leggono in questo avvenimento un messaggio per le giovani generazioni di ogni specie.
Oreste Rey racconta l'evoluzione del mercato del ghiaccio dall'epoca in cui veniva raccolto dal ghiacciaio Galambra alla diffusione dei frigoriferi. Tra i due momenti c'è stato l'investimento della costruzione della ghiacciaia di Salbertrand e del lago artificiale a monte della stessa per produrlo, raccoglierlo e stoccarlo.
La descrizione delle tecniche è da manuale.
Oreste Rey descrive le tecniche tradizionali dalla coltivazione al filo di canapa sulla sua esperienza, comune in molte famiglie come attività secondaria ai lavori di campagna. La tessitura era attività di professionisti per le attrezzature specializzate e ingombranti che richiedeva. Bruno Tessa ha contribuito alla descrizione di questa tecnica in cui si è specializzato con passione e perizia rari.
Manuale del boscaiolo delle Alpi occidentali con illustrazione e descrizione di strumenti, tecniche di abbattimento e trasporto. Lo sguardo attento di Oreste Rey rende protagonisti di questa professione il bosco e i suoi abitanti al variare delle stagioni. Dà le istruzioni per imparare un mestiere ed esprime il fascino del bosco.
A Salbertrand il clima favorevole, la disponibilità di acqua e l'arrivo della ferrovia che permetteva l'arrivo di semilavorati da posti molto lontani hanno permesso l'investimento in industrie varie tra cui quella della lavorazione del merluzzo che arrivava salato dai mari del nord e veniva lavato ed essiccato per la vendita sul mercato nazionale integrando le economie autarchiche dei contadini del paese e delle borgate. Oreste Rey ne descrive e illustra la lavorazione e Virgilio Faure, già direttore dello stabilimento la storia.
Un erbario di 35 piante con cui le persone dell'Alta Valle si sono curate per secoli.
La scelta è stata condotta tramite interviste dirette e indirette a guaritori che conoscevano specie, momento della raccolta e ricette, con questionari nelle scuole elementari per scoprire contatti più difficili da trovare. Le indicazioni ottenute con le interviste sono state confrontate con testi di medicina ottocenteschi che hanno permesso di verificare quanto l'uso di queste piante fosse tramandato in modo preciso nella tradizione.
Dopo aver letto questo libro una passeggiata in montagna può trasformarsi in una caccia al tesoro in una farmacia al profumo di fiori che curano.
La pubblicazione di questo cahier, resa possibile da un contributo del Ce.S.Do.Me.O., Centro Studi e Documentazione della Memoria Orale di Giaglione, garantisce la salvaguardia della memoria toponomastica di un'ulteriore porzione del vasto territorio di Oulx: quell'area più prossima ai confini di Salbertrand ed in parte protetta dal Parco naturale del Gran Bosco, che corrisponde alle frazioni di Gad, Monfol, Baume, Auberges.
Grazie alla insostituibile memoria e collaborazione di numerosi informatori sono stati raccolti circa 570 toponimi, documentazioni storiche e scientifiche, aneddoti e preziose immagini d'epoca, confluiti in questo nuovo, significativo prodotto dell'Ecomuseo Colombano Romean, "...capace di far rivivere generazioni passate di frazionisti che, con fatiche oggi inimmaginabili, han saputo positivamente antropizzare, ambientalmente ed anche culturalmente, questi angoli di valle fino al secondo dopoguerra...".
l cahier trova origine dall'idea di dedicare il tradizionale convegno annuale realizzato dall'Ecomuseo Colombano Romean in collaborazione con l'Associazione culturale ArTeMuDa, alla tradizione musicale dell'Alta Valle della Dora Riparia.
Si è quindi data alla pubblicazione degli atti del convegno la forma di un nuovo cahier ecomuseale, su cui sono raccolti i vari interventi sulla musica di banda in alta Valle e sulla storia dei complessi bandistici locali, sugli strumenti musicali tradizionali e di riproposta, sulle danze e sui canti occitani locali, sulle filastrocche e canzoni dei bambini e sulla possibilità di utilizzarli per nuove proposte didattiche.
Al cahier è allegato un CD contenente una raccolta inedita di musiche e canti della tradizione occitana, registrato per l'occasione da: Banda Musicale Alta Valle Susa, Trobairitz d'Oc, Parenaperde, Daniele Contardo con gli attori del Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale di Salbertrand.
Cahier ecomuseo n.17 - Il lavoro del mondo contadino nella prima metà del Novecento visto attraverso gli occhi dei bambini di allora.
Il cahier presenta la società contadina, il suo ambiente e i mestieri tradizionali visti dagli occhi di alcuni bambini vissuti nella prima metà del Novecento e trascritti nei loro quaderni di scuola.
L'Ecomuseo Colombano Romean ha raccolto, nella sezione dedicata alla Scuola di un tempo, grazie ad acquisizioni, prestiti e donazioni di privati, un'importante collezione di quaderni di scuola di bambini provenienti da vari paesi dell'alta Valle, scritti tra la fine dell'Ottocento e gli Anni Quaranta del Novecento.
Attraverso una selezione di temi, componimenti e disegni tratti dai quaderni di inizio secolo, si è voluto cercare di restituire ai bambini di oggi il paesaggio, naturale e sociale, vissuto dai loro nonni, quando anch'essi erano fanciulli, all'interno di una società contadina di cui non rimangono che i ricordi.
Un quaderno dedicato interamente al Cels di Exilles, nato dalla disponibilità della Professoressa Franca Abbà Blais, depositaria delle preziose registrazioni di numerose fiabe per bambini raccontate in lingua locale dalla mamma Rita, e dalla segnalazione di questo patrimonio etnolinguistico fatta al CeSDoMeO da parte di Enzo Vayr, già Sindaco di Giaglione.
Attorno a questo corpo principale si è andato sviluppando un approfondimento su Cels /ën Séou, sul suo territorio, sulle sue borgate di Rif, Morliere e Ruinas, sulle particolarità del patuà locale e sugli scritti in lingua locale di Genesio De La Coste, pubblicati negli anni Settanta sul bollettino parrocchiale di Exilles, Il Bannie.
Il cahier è dedicato al territorio di Desertes, comune autonomo fino al 1928 e successivamente aggregato a Cesana. Il villaggio si trova in posizione defilata in un vallone laterale dell'Alta Valle della Dora Riparia, poco noto ai più e da molti dimenticato, pur essendo stato frequentato fin dall'antichità sfruttando i percorsi a mezza costa che si muovono lungo la valle e attraverso il Colle di Desertes.
La pubblicazione è frutto della ricerca toponomastica condotta da Renato Sibille e Rinaldo Gros, a cui si sono aggiunti i contributi di Alberto Dotta Direttore del Consorzio Forestale Alta Valle Susa, per la descrizione introduttiva dell'ambiente naturale, Andrea Zonato dell'Archivio Storico Diocesano di Susa, per la ricostruzione della storia della parrocchia e degli edifici religiosi di Desertes e Roberto Guasco per le notizie e le immagini sulle persistenze militari sul territorio, in particolare negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale.
Il percorso di lettura del territorio si snoda attraverso un ritratto della Comunità tracciato con l'aiuto di documenti d'archivio e con i toponimi recuperati con interviste e sopralluoghi, grazie all'aiuto e alla testimonianza di chi vive o ha vissuto parte della sua esistenza nei luoghi oggetto della ricerca.
Un saggio sulla lingua d'oc, il patuà e, nel contempo, il racconto di momenti significativi di storia locale e internazionale.
Souramìa, Courombiera e l'Outanhë. Territorio, storia e toponimi dell'ex comune censuario di Solomiac
Questo nuovo Cahier sull'ex Comune censuario di Solomiac, dal 1929 divenuto frazione di Cesana Torinese, si struttura con una prima parte storica che traccia un identikit della comunità tra il 1700 e il 1900 e una seconda parte con approfondimenti relativi all'amministrazione dei beni comuni da cui emerge una forma di democrazia che va molto oltre quella odierna. Lo statuto comunale prevedeva che ogni anno, a rotazione, fosse nominato un sindaco proveniente da una delle tre frazioni, così che tutte potessero essere rappresentate democraticamente. Altri capitoli sono dedicati ai notabili, all'istruzione e alla vita religiosa della comunità. L'ultima parte è dedicata agli itinerari e ai toponimi.
Il cahier rappresenta la continuazione ideale di quello dedicato a Desèrtes poichè i due ex Comuni, oltre ad avere i territori limitrofi ed entrambi ai confini dell'ex Mandamento di Cesana sulla linea di separazione da quello di Oulx, hanno condiviso e condividono la loro storia: dalle antiche origini, alla soppressione avvenuta nel 1928 in epoca fascista, fino all'abbandono e a un seppur timido ritorno.
Uno sguardo a Pierremenaud, Villaret e dintorni
Un importante lavoro di ricerca e salvaguardia toponomastica dell'Alta Valle Dora che permette di completare il censimento dei toponimi del vecchio comune di Oulx, entro i suoi limiti censuari precedenti l'accorpamento con gli ex Comuni di Beaulard e Savoulx nel 1928, che va a acompletare un lavoro di anni che ha riguardato un territorio vasto, con un'elevata, antica antropizzazione alpina.
La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa
Il nuovo lavoro di ricerca e restituzione culturale presentato dal Consorzio Forestale Alta Valle Susa e dall’Ecomuseo Colombano Romean, raccoglie, nelle varianti occitane locali, aneddoti sulla caccia, usanze relative alla vendita e alla concia delle pelli, leggende riguardanti i selvatici e ricette tradizionali con la cacciagione. Presenta un glossario essenziale dei termini in occitano relativi all'attività venatoria, i nomi dei selvatici nella parlata locale, i proverbi e i toponimi dell'Alta Dora relativi alla caccia e ai selvatici. Contiene un capitolo dedicato alla letteratura occitana del cacciatore altovalsusino e agli scritti del poeta ulciense Ernesto Odiard des Ambrois, appassionato cacciatore di inizio Novecento; e uno dedicato alla storia della caccia nell'Alta Dora e alle vicende riguardanti la scomparsa o il ripopolamento dei selvatici. Integrano la ricerca un contributo di Roberto Musso dedicato al Comprensorio Alpino di caccia CATO 2 e un intervento di Romano Nuvolone che racconta la caccia a Melezet (frazione di Bardonecchia) ieri e oggi. Nel cahier sono inoltre pubblicate numerose fotografie d'epoca.
Ripubblicare oggi un romanzo scritto a inizio Novecento dal maestro di un piccolo comune di montagna partendo dalla sua biografia è un viaggio nella lingua che parlava, nelle tradizioni che scandivano gli anni, nelle storie che si raccontavano nelle notti di veglia e tanto altro.
Le piste da ski della Sauze d'Oulx di oggi con i suoi locali pieni di gente di città sembrano inventati, pensando che poco più di cento anni fa negli stessi posti c'era un altro mondo.
Nei commenti di Renato Sibille non c'è spazio per la nostalgia di un mondo arcaico. La miseria é evidente, ma quello che traspare nella musica di queste pagine è la descrizione di una quotidianità estinta con scale di valori intrecciate alle stagioni e al territorio.
Un sentiero segnato tra i suoni e gli strumenti della tradizione occitana.
Dalle nostre valli ai Pirenei, una lunga via tra le musiche di tutte le comunità che vivono nella terra d'Oc.
Le musiche che hanno accompagnato i diversi momenti della vita della nostra gente dal lavoro alla festa.
Un viaggio che parte da lontano, eredità di una cultura antica che ha le sue radici nella notte dei tempi.
Un viaggio che prosegue ai giorni nostri, ben lontano da essere vissuto e pensato come qualcosa di compiuto: non una esposizione archeologica su un passato da rimpiangere, non uno sguardo sull'epoca dell'oro da mitizzare, ma uno strumento di conoscenza e di coscienza della ricchezza culturale che ci aiuta a vivere il nostro presente.
Sergio Berardo
Stefano Martini
Percorsi didattici autoguidati per il riconoscimento degli uccelli nei Parchi Naturali Orsiera-Rocciavrè e Rocca di Cavour.
Strumento semplificato che permette di curiosare sull'avifauna dei due Parchi, ma è valido anche in territori limitrofi con caratteristiche simili e permette di imparare a collegare quello che è riconoscibile con i cinque sensi ad altre informazioni che portano ad escludere o confermare l'identità dell'animale avvistato.