Catalogo della mostra 'Il ritorno dello stambecco in val Chisone e in val Troncea' del 2003.
Nelle valli pinerolesi lo stambecco si estingue probabilmente nel corso della prima metà del XIX secolo. Il primo tentativo di reintroduzione in questi territori avviene ad opera dell'Assessorato Caccia dell'Amministrazione di Torino che tra il 1970 e il 1973 libera nel massiccio del Roc del Boucher (Alta Val Susa) dieci stambecchi provenienti dal Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Diverse sono le osservazioni di questi animali in val Troncea ed in Alta val Germanasca, ma al momento dell'istituzione del Parco naturale della Val Troncea (1980) a causa dell'intenso bracconaggio solamente tre esemplari sono ancora in vita.
Il Parco naturale della Val Troncea, l'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina (INFS) ed il Parco Nazionale del Gran Paradiso (PNGP) verso la metà degli anni '80 esaminano le condizioni di fattibilità per una reintroduzione dello stambecco nell'area protetta dell'alta val Chisone. Il 20 febbraio 1987, ottenuto il responso favorevole dell'Istituto, avviene il rilascio di due maschi e una femmina nel cuore del Parco, in località Lendeniere con animali provenienti dalla valle Orco (PNGP). Nel 1988 la reintroduzione viene comletata con altri due maschi ed una femmina rilasciati il 4 maggio, ed un maschio e due femmine liberati il 10 maggio tutti provenienti dalla valle Orco (PNGP). Ogni esemplare reintrodotto viene contrassegnato con marche auricolari colorate e numerate, in modo da renderne possibile il riconoscimento individuale.
Gli animali seguiti e monitorati dal personale del Parco stazionano nella zona di rilascio che negli anni verrà eletta dala colonia ad area di svernamento.
La colonia si espande fino alla situazione attuale (2003) in cui tra val Germanasca e val Troncea vengono stimati circa 200 individui.
Il libro è disponibile presso le sedi del Parco e durante gli eventi e fiere del territorio.