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Storia di un uomo e di un quadro

Dec. 30, 2025
L\u0027Adorazione dei Magi

L'Adorazione dei Magi - Museo Diocesano di Torino

In occasione del Natale 2025, il Museo Diocesano di Torino espone un dipinto proveniente dal Museo Diocesano di Susa a cui è stato affidato da una famiglia di Salbertrand. L'opera rappresenta l'Adorazione dei Magi ed è stata identificata come una replica di una più celebre Adorazione dei Magi datata 1526 attribuita alla bottega di Paolo Veronese.

Dietro a questo quadro c'è la storia di un uomo, il Marchese Cavalier Guglielmo de Levy e dei tristi anni della guerra e delle persecuzioni razziali.

Lo studioso locale Renato Sibille, grazie ad un'accurata ricerca d'archivio e raccolta di testimonianze, ne delinea il profilo e la storia nel n.10/2017 de La Rafanhauda, pubblicazione di cultura e studi occitani dell'Associacion Renaissença Occitana.

Il marchese de Levy nacque a Bonn, in Germania, nel 1861, da una famiglia ebrea di nobili origini. Negli anni '20, per motivi di salute, si trasferì in Italia, visse tra Salbertrand e Arma di Taggia fino al 1944 per poi nascondersi in un rifugio sicuro a Susa dove morì nel 1947.

La sua vita si intreccia con quella degli abitanti di Salbertrand negli anni bui delle persecuzioni razziali. I compaesani lo ricordano come un vecchio colto e riservato, un uomo ricco, che anche a Salbertrand fece molta beneficienza, che viveva nella grande casa di Via Principale 15 in una stanza apparentemente spoglia in cui erano però conservate casse, bauli e diversi tappeti... la finestra costantemente aperta estate e inverno e la stufa quasi sempre spenta, forse per via della sua malattia. Subì i pregiudizi e le conseguenze delle leggi razziali che lo costrinsero a una vita misera ma stabilì nel suo testamento la volontà che tutti i suoi averi, mobili e immobili, denaro, titoli e valori, fossero utilizzati per l'istituzione della Fondazione Ebraica Marchese Cav. Guglielmo de Levy, con sede presso la Comunità Israelitica di Torino, ancora attiva, con lo scopo di promuovere la conoscenza della cultura ebraica, per combattere l'ignoranza e l'antisemitismo.
Il 14 novembre 1943 viene approvata la Carta di Verona, un documento programmatico della Repubblica Sociale Italiana (RSI) che include proposte economiche, sociali e politiche, ma anche disposizioni antisemitiche, come l'articolo 7 che definisce gli ebrei "stranieri" e "di nazionalità nemica", determinandone la persecuzione. Come conseguenza, il 7 dicembre 1943, il Marchese de Levy ormai ottantenne fu arrestato dai carabinieri della stazione di Salbertrand e la sua casa posta sotto sequestro. Fu rilasciato il 5 gennaio 1944, giorno precedente l'Epifania, e tutti i beni di sua proprietà, comprese alcune casse contenenti preziose opere d'arte, restituiti.

Il quadro dell'Adorazione dei Magi faceva sicuramente parte della collezione del de Levy. Dopo la sua morte pare che quadri e tappeti facenti parte del suo patrimonio siano stati venduti per affrontare le spese notarili per acquisire l'eredità a nome dell'istituenda Fondazione Ebraica a lui dedicata. Il quadro dell'Adorazione dei Magi fu invece destinato all'allora Podestà Giuseppe Baccon in segno di riconoscenza per l'aiuto ricevuto e successivamente lasciato al Museo Diocesano dai suoi famigliari.
L'opera conserva un forte valore simbolico in quanto il de Levy, liberato dalla prigionia il 5 gennaio, dal 6 gennaio, giorno dell'Epifania, fu sostenuto economicamente dal Podestà e successivamente aiutato nella fuga verso il rifugio presso l'Istituto Rosaz di San Giacomo. Come suggerisce la didascalia che lo accompagna nell'esposizione di Torino, il quadro unisce il dono narrato nell'arte, quello dei Magi al Bambino Gesù, e l'arte stessa come dono, capace di attraversare la storia, di custodire la memoria e di farsi gesto di gratitudine, salvezza e speranza condivisa.