È stato presentato nei giorni scorsi il resoconto delle attività svolte nel 2024 dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino nell'ambito del progetto Indagine sull'espansione geografica di zecche Ixodidae e ricerca biomolecolare di agenti di zoonosi trasmessi da zecche nel Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand e nel Parco Orsiera Rocciavrè.
Nell’anno 2024 è proseguito il monitoraggio della presenza di zecche nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand (avviata nel 2016) e nel Parco naturale Orsiera Rocciavrè, lato Valsusa (avviata nel 2023). La raccolta di zecche è stata effettuata con la tecnica del dragging, registrando anche la presenza di zecche sull’operatore, per valutare la probabilità di attaccamento delle zecche nei diversi siti.
Le indagini mirano a valutare il rischio per il visitatore dei parchi di venire a contatto con zecche vettori di patogeni come Borrelia burgdorferi, agente della malattia di Lyme nell’uomo.
Sono stati monitorati siti ad un’altitudine compresa tra 1015 e 1890 m nei comuni di Salbertrand e Oulx e ad un’altitudine compresa tra 1170 e 1730 m nel comune di Villar Focchiardo, in zone ad alta frequentazione da parte di turisti e cercatori di funghi.
Tra maggio e ottobre sono state effettuate 6 uscite di campo. Le zecche sono risultate presenti in tutto il periodo di raccolta, con diversificazione tra i vari stadi di sviluppo: le ninfe di Ixodes ricinus, che rappresentano lo stadio di sviluppo potenzialmente più pericoloso per la trasmissione di malattie all'uomo, sono state prevalenti da maggio a luglio, mentre a luglio ed agosto si è registrata la maggior frequenza di siti infestati da larve.
Quest’anno, come dal 2018, nel Parco del Gran Bosco, sono stati trovati esemplari di Ixodes ricinus sopra i 1800 m di quota.
Il numero medio di ninfe di Ixodes ricinus raccolte nel 2024 è risultato meno elevato in entrambe le aree di studio rispetto all’anno 2023, che era stato caratterizzato da una grande abbondanza di zecche, legata a numerosi fattori ecologici e macro e microclimatici. L’elevata piovosità e le temperature non particolarmente elevate di primavera ed inizio estate 2024 potrebbero infatti aver influenzato negativamente l’attività di ricerca d’ospite delle ninfe, anche se le zecche sono state comunque raccolte, anche in siti con substrato molto umido o bagnato. Al contrario, l’alta umidità sembra aver favorito la schiusa delle uova e la sopravvivenza delle larve, che sono state raccolte durante l’intero periodo di campionamento in entrambe le aree.
Anche se il numero di zecche ritrovato sugli operatori non è risultato elevato, la probabilità di venire a contatto con ninfe potenzialmente infette con l’agente della malattia di Lyme è concreta in entrambe le aree di studio. È importante ribadire l’importanza per i frequentatori del parco di adottare misure di prevenzione individuale e di controllare i propri abiti e corpo per la presenza di zecche al ritorno da una camminata.
Nel 2025, proseguirà il monitoraggio in entrambe le aree di studio affiancato da nuove analisi biomolecolari per valutare l'eventuale evoluzione nella presenza di agenti patogeni.
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