Pagina iniziale / Notizie / Biodiversità a rischio: la Emys orbicularis

Biodiversità a rischio: la Emys orbicularis

22 Maggio 2025
In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, istituita nel 2000 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite il 22 maggio ogni anno, pubblichiamo i risultati di un’attività di monitoraggio effettuata dalle Aree Protette delle Alpi Cozie nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana sulla Emys orbicularis, la rara tartaruga palustre europea di cui sopravvivono una trentina di esemplari che rischiano di estinguersi. Un piccolo esempio di biodiversità che rischia di perdersi per sempre.

Un po’ di storia

La scoperta della testuggine palustre europea nella zona dei Laghi di Avigliana è molto recente perché il primo avvistamento verificato risale all’estate del 2007 quando un individuo venne marcato tra il Lago Grande e la Palude dei Mareschi dal personale dell’Ente Parco. Nel 2013 un privato scattò una fotografia a una seconda tartaruga avvistata nel Lago Piccolo. A partire dal 2017, il personale dei Parchi delle Alpi Cozie ha iniziato un lavoro di monitoraggio della specie. Nell’estate 2024 un’attività di studio più approfondita è stata affidata ai biologi Daniele Seglie e Riccardo Cavalcante.

I risultati in breve

Tra il 2017 e il 2024 sono stati catturati (e immediatamente liberati) 19 esemplari di Emys orbicularis di cui 13 maschi, 4 femmine e 2 sub adulti. Sulla base dei modelli maggiormente utilizzati in letteratura per la stima di popolazione, si può ottenere un’abbondanza pari a 27 individui complessivi, con un errore standard di 10. Da un confronto del tasso riproduttivo e della durata media di vita della specie, si può prevedere che la testuggine potrebbe estinguersi intorno al 2050 nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana se non verranno adottate ulteriori misure di conservazione. Da segnalare che nel 2024 sono stati ritrovati 2 esemplari deceduti presumibilmente a causa di impatto con autovetture.

L’analisi del biologo

Con quali obiettivi è stato effettuato lo studio?
«Il lavoro svolto nell’estate 2024 presso il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana – racconta Daniele Seglie – aveva due obiettivi principali: la raccolta di campioni di sangue per l’analisi genetica e il marcaggio degli individui tramite Passive Integrated Transponder per consentire un riconoscimento più rapido in futuro. La scoperta recente della specie in questa zona lasciava il sospetto che potesse trattarsi di una reintroduzione recente, di carattere antropico, di sottospecie maggiormente addomesticate. Il confronto del DNA prelevato dagli individui catturati ed effettuato grazie al progetto Life Urca Proemys ha certificato che gli individui di Emys orbicularis dei Laghi di Avigliana appartengono alla sottospecie hellenica, autoctona del bacino della Pianura padana. Si tratta quindi della popolazione più occidentale di cui abbiamo traccia, un nucleo relitto che conserva quindi una maggiore importanza conservazionistica, che abbiamo inserito in un database nazionale per eventuali attività di reintroduzione. Occorre ricordare che negli ultimi 30 anni la specie ha conosciuto una riduzione drastica in Piemonte sopravvivendo con i due nuclei di Avigliana e Caselette e con alcune popolazioni più consistenti diffuse nella zona del Vercellese».

Qual è lo stato di salute della specie nella zona di Avigliana?
«Grazie al lavoro svolto in questi anni dal guardiaparco Gianabele Bonicelli – prosegue Seglie – abbiamo una stima abbastanza precisa della popolazione che risulta troppo esigua e caratterizzata da età media elevata e prevalenza di maschi sulle femmine. Le cause di ciò sono attribuibili a un generale degrado del loro ambiente d’elezione. Innanzitutto occorre sottolineare che le Emys orbicularis hanno una strategia riproduttiva svantaggiosa perché raggiungono tardi la maturità sessuale e subiscono un elevato tasso di predazione delle uova all’interno del nido, fino al 90%, da parte di piccoli carnivori e mustelidi. Dopo la schiusa, i giovani vengono predati in acqua dalle specie ittiche alloctone come il pesce siluro e, a tutto ciò, si aggiunge la competizione con la tartaruga americana dalle guance rosse. Infine, la determinazione del sesso dipende dalla temperatura di incubazione: al di sotto di 27 °C nascono maschi, al di sopra femmine. Nella zona di Avigliana è probabile che le uova con maggiore probabilità di giungere a schiusa sono quelle deposte nelle aree con vegetazione più fitta, al riparo dal sole e quindi più fredde. Se consideriamo che la soglia vitale di una popolazione si aggira intorno ai 200 individui, possiamo affermare che la situazione è critica, ma non compromessa perché riteniamo che sia ancora possibile intervenire per evitare l’estinzione completa».

Azioni di conservazione

Alla luce dei risultati emersi dagli studi e monitoraggi effettuati, le Aree Protette delle Alpi Cozie hanno inserito la Emys orbicularis tra le specie oggetto di intervento mirato all’interno del progetto Life NatConnect2030. L’obiettivo è adottare concrete ed efficaci misure di conservazione della specie anche a partire delle positive esperienze maturate in seno al progetto Life Urca Proemys che sta portando alla reintroduzione nel Parco Naturale del Po Piemontese di nuovi individui nati in cattività presso il Centro Emys Piemonte per rinforzare le popolazioni già esistenti.