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'L Carnavà du Guéini - Il Carnevale di Salbertrand - Cahier n°6

Lia Zola
8.00€ - Available

I Salbertrandesi godono della nomea di Guéini per la loro propensione a fare festa... in questo senso il carnevale di Salbertrand tiene perfettamente fede al soprannome che portano i suoi abitanti.
Il carnevale di Salbertrand a differenza degli altri carnevali tradizionali della Valle (Champlas du Col, Bardonecchia, Lajetto di Condove) non si è mai spento, si è piuttosto rinnovato, ed è ancora molto sentito dalla Comunità.
Accanto alla sfilata dei carri allegorici si inseriscono ancora oggi antiche tradizioni e rituali propiziatori quali la distribuzione dei turtiòu, la lettura del testamento del carnevale e il falò del fantoccio del carnevale, accanto alla musica moderna, le melodie tradizionali della "müsiccä", i musicisti della banda musicale Alta Valle di Susa.

Un tempo il carnevale iniziava all'Epifania, quando gruppi di giovani entravano nelle stalle durante le veglie, mimando alcuni mestieri o proponendo la vendita di oggetti di nessuna utilità. L'ultimo mercoledì di Carnevale era detto il mercr du turtiòu, perché si svolgeva la distribuzione di casa in casa delle frittelle (turtiòu) ricevendo in cambio uova, vino, altri generi alimentari o monete che venivano poi utilizzati per organizzare una festa tutti insieme. Durante la questua, si affaccendavano due tipi di personaggi: lu-z-arlekin, gli arlecchini, i ladruncoli che rubavano la legna e le uova dalle case, e lu siringäri, uomini muniti di una grossa siringa che riempivano di acqua e spruzzavano sotto le gonne lunghe delle signore, e animavano la festa.
Il Giovedì grasso, il jō grā, si svolgeva l'aratura della neve, rito propiziatorio per favorire la fertilità della futura stagione agraria, durante la quale due uomini con maschere animali, vestiti di pelli di vacca, legati al giogo, tiravano un aratro guidati da due vecchi che seminavano cenere o sabbia, seguiti dai giovani che coprivano il solco con le zappe.
La domenica e il lunedì si svolgeva il ballo pubblico, dove interveniva anche la banda musicale (müsiccä).
Il Martedì grasso concludeva il ciclo dei festeggiamenti ed era caratterizzato dal falò del Carnevale, preceduto dalla lettura del suo testamento. Il carnevale di Salbertrand era rappresentato da un fantoccio realizzato dai giovani del paese con sacchi di iuta e riempito di paglia.

La lettura del testamento rappresentava un momento molto importante per gli abitanti di Salbertrand: in esso erano riportati, in forma di satira, tutti gli avvenimenti degni di nota accaduti nell'arco dell'anno. Al testamento faceva seguito il rogo del Carnevale e il ballo intorno al falò al suono della banda.
Verso la mezzanotte faceva la sua comparsa la Quaresima, (Careimä), che sanciva la fine del Carnevale.

Nel secondo dopoguerra, il Carnevale di Salbertrand, pur mantenendo una certa continuità in alcune sue parti, come la distribuzione delle frittelle, la confezione del fantoccio, il testamento ed il falò, perde altre componenti tra cui l'aratura della neve e alcuni personaggi quali lu-z-arlekìn, lu siringäri, lä Careimä. Solo a partire dagli anni '70, il Carnevale si rinnova e riacquista un nuovo senso con il recupero e la riproposta di valori tradizionali.

Oggi il carnevale di Salbertrand si svolge in due giornate, la domenica e il martedì grasso. L'organizzazione è affidata ai giovani del paese, anche se il carnevale è ampiamente sentito dalla maggior parte degli abitanti.

How to order:

Il libro è disponibile presso le sedi del Parco e durante gli eventi e fiere del territorio.