Ultimo aggiornamento: Jan. 16, 2024
Camminando in alta montagna è frequente attraversare aree conformate a conca o zone poste ai piedi di una pendice, dove la neve si accumula e permane più a lungo che sulle superfici circostanti: queste aree si definiscono "vallette nivali" anche se in senso stretto la flora nivale è quella che si sviluppa sui lembi frammentati di terreno posti oltre il limite delle nevi perenni, dove nei mesi estivi si forma un fitto tappeto verdeggiante.
Brevità della stagione vegetativa e costante freschezza del terreno determinano l'aspetto del manto vegetale, che si presenta come un tappeto verde scuro molto fitto di erba piuttosto bassa in cui spiccano fiori dai colori piuttosto vivaci.
Nelle zone dove la neve ristagna per oltre 10 mesi all'anno il tappeto erboso è composto quasi esclusivamente da muschio (Polytrichum sexangulare) insieme a pochi esemplari di piante superiori; queste ultime diventano via via più numerose con l'aumentare della durata della stagione favorevole.
Caratteristiche di questa flora sono la rapidità del ciclo vitale e l'abbondanza della moltiplicazione vegetativa.
Molte specie sono sempreverdi perché la neve lascia filtrare una luce diffusa sufficiente a consentire una ridotta attività fotosintetica. Molte piante delle vallette nivali sono perenni, in modo da non dover dipendere, per la loro sopravvivenza, dalla produzione e maturazione dei semi, processi che non sempre giungono a buon fine a causa delle condizioni meteorologiche stagionali.
In primavera le gemme delle piante erbacee perenni si attivano quando ancora c'è la neve e si preparano a germogliare non appena questa si sarà sciolta. La Soldanella (Soldanella alpina) fiorisce frequentemente prima che il manto nevoso sia completamente scomparso, facendo emergere lo scapo fiorale con una corolla violetta sfrangiata.
La disseminazione, seppure incostante, e la perennità permettono alla flora alpina, insieme all'abbondantissima moltiplicazione vegetativa, di perpetuarsi nel tempo. Alcune piante adottano anche un altro sistema: dove il clima è più rigido, anziché produrre semi esse generano direttamente dei germinelli che, staccatisi dalla pianta madre, sono immediatamente pronti ad insediarsi nel suolo. Queste piante vengono dette vivipare e tra le più comuni c'è la Poa alpina (Poa alpina), una graminacea alta una trentina di centimetri, comune in montagna. Le foglie sono quasi tutte basali, grassette, carenate, con una doppia nervatura mediana detta "traccia di sci"; l'infiorescenza è una pannocchia con riflessi violacei, sulla quale si possono formare i germinali verdi. Altra specie vivipara piuttosto comune è il Polygonum viviparum, alto una ventina di centimetri, fusto eretto, foglie ellittico-lanceolate, piccoli fiori bianchi riuniti in spiga terminale
Tra le piante che più comunemente abitano le vallette nivali ci sono i Salici nani.
Su substrato siliceo privo di carbonati è tipico il Salice erbaceo (Salix erbacea), un vero e proprio albero in miniatura, con fusto orizzontale sotterraneo e rametti che escono dal terreno e portano foglioline arrotondate, con lamina intera e membranosa.
Dove il terreno è più ricco di carbonati sono diffuse altre due specie di salice nano, il Salice reticolato (Salix reticulata) e il Salice retuso (Salix retusa).
Entrambi hanno portamento simile al Salice erbaceo; il reticolato ha foglie un po' più grandi, ellittiche e con una tipica reticolatura sulla pagina superiore, mentre quella inferiore è tomentosa.
Le foglie del retuso sono piccole, hanno un breve picciolo di 3 - 4 millimetri, base cuneata e apice retuso o arrotondato.