last update: 16/02/2022

La Miniera

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Nei pressi della Ghiaccia ottocentesca è visitabile il sito ecomuseale dedicato alle Miniere. Si tratta della ricostruzione dell'ingresso di una galleria di estrazione, con armatura in legno, carrello e binari.

Il sito è nato con la collaborazione del Consorzio Forestale Alta Valle di Susa che ha curato la progettazione tecnica, del Comune di Salbertrand che ha concesso l’uso del terreno di sua proprietà, dell’ Ente di Gestione Aree Protette Alpi Cozie che ha realizzato grazie al personale interno, dell’Ecomuseo dell’Alta Val Sangone e il Comune di Coazze che hanno fornito i binari e il carrello da miniera e di Ferruccio Rey che ha messo a disposizione la sua esperienza e ha fornito le indicazioni tecniche per l’allestimento.

Un sito dedicato allo sfruttamento minerario a Salbertrand descrive un'attività che nei secoli ha ampiamente coinvolto la popolazione locale e aggiunge un nuovo tassello alla documentazione della cultura materiale e della storia locale.

Un alone di mistero avvolge storie di ritrovamenti di miniere di piombo, d’oro e d’argento tra le rocce del Seguret in epoca medievale. È invece attestata su mappe e documenti la presenza di vari cantieri di estrazione sfruttati a partire dal 1700 nel territorio di Salbertrand. Ma è solo nella prima metà del Novecento, nel periodo dell’autarchia, che le miniere locali forniscono produzioni importanti garantendo una buona componente occupazionale. La prima società di rilievo interessata allo sfruttamento delle miniere di Salbertrand è la Dinamite Nobel Società Anonima di Avigliana che dal 1906 intraprende l’estrazione della pirite (disolfuro di ferro, elemento base per la produzione di esplosivi)  alle Grange Himbert, nell’attuale territorio del Parco naturale del Gran Bosco.

A partire dal 1938, la Società Anonima FIAT Sezione Ferriere Piemontesi, avvia lo sfruttamento di una miniera di ematite (ossido di ferro) in località Rio Secco, sulla sinistra idrografica della Valle, a 2180 m di quota. L’attività del cantiere Seguret è portata avanti parallelamente al cantiere Grange Himbert posto sul versante destro, lungo la mulattiera che sale a Montagne Seu , a 1330 m di quota, dove viene estratta la pirite. Il materiale estratto è inviato alle fonderie di Torino.
Capocantiere è il salbertrandese Mario Rey. Nei due cantieri sono occupati circa 80 uomini, la metà di provenienza locale. Tra le maestranze salbertrandesi che lavorano all’avanzamento in miniera a Grange Himbert ricordiamo Ottavio Faure e Guido Jannon. A Salbertrand si ricorda ancora l’impresa titanica compiuta da Severino Jaime, Secondino Guiffre, Battista Longhi e Mario Casse (fabbro presso la miniera del Seguret)  che trasportarono a spalle il volano della teleferica del Cantiere Seguret, dal Rio Secco, dov’era giunto su un carro trainato da cavalli, fino al cantiere senza possibilità di riposo. 

Testi tratti dal Cahier n.27 dell’Ecomuseo Colombano Romean “Viaure come un ours din quellou precipice! Cave e miniere dell’Alta valle della Dora” di Renato Sibille e Zeno Vangelista.

        

A integrare il racconto della storia dello sfruttamento minerario a Salbertrand si aggiungono gli allestimenti presso il Centro Visite del Parco del Gran Bosco di Salbertrand, in via Fransuà Fontan, 1.

Nell'arco degli anni, sempre nuovi oggetti legati alle miniere del territorio di Salbertrand sono andati ad arricchire l'esposizione realizzata nel 2012 nell'ambito del progetto Geoparco delle Alpi Cozie.

L'originaria collezione mineralogica creata con il progetto interreg "I monti nati dal mare" a cura di Meridiani, proveniente dalla biblioteca civica di Cesana Torinese in prestito all'ente parco è stata integrata via via grazie al contributo di esperti e collezionisti.

A questa si sono aggiunte immagini d'epoca e antichi oggetti tra cui quadreni di scuola in cui si parla del lavoro del minatore, antiche lampade all'acetilene provenienti da Traversella, il grande mantice in legno e cuoio decorato risalente al 1800 di proprietà di Mario Casse che per anni lavorò alle miniere del Rio Secco a 2180 m di quota sulle pendici del monte Seguret, proveniente dalla fucina della frazione Rival di Salbertrand donato dai nipoti  Marcello e Marisa Casse, i martelli compressori e le punte utilizzate durante la costruzione del traforo del Frejus donate da Ferruccio Rey.

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