ultimo aggiornamento: 03/01/2022

La Torbiera del Blegier

torbiera del BlegierInterreg Aqua

Cos’è una torbiera?

Le torbiere derivano da laghi che si sono colmati nell’arco di secoli o millenni, a causa del graduale deposito di torba.

La torba è un materiale che si origina dall’accumuIo progressivo delle parti morte dei vegetali che crescono nella torbiera, le quali non possono essere completamente decomposte perché la carenza di ossigeno presente nel terreno fradicio impedisce i processi di ossidazione. All’interno di essa sono imprigionati i pollini delle diverse specie di piante che hanno vegetato tutto attorno ad esse, il recupero e Io studio di questi microscopici granuli consente così la precisa ricostruzione dei paesaggi vegetali di molte migliaia di anni addietro e del loro dinamismo.

Dal punto di vista botanico i principali costituenti delle torbiere sono gli sfagni, un tipo di muschio molto diffuso in luoghi acquitrinosi.

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La torbiera del Col Blegier

Localizzata a 2340 metri di quota sui Comuni di Salbertrand e Oulx, la torbiera del Blegier rappresenta uno dei luoghi più interessanti e gradevoli del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand.

Prende il nome dal sovrastante Monte Blegier che con i suoi 2585 metri costituisce una delle sommità della catena montuosa che divide l’Alta Valle di Susa dalla Val Chisone.

Lunga circa un centinaio di metri e larga cinquanta, costituisce l’esempio più importante di torbiera bassa presente sul territorio protetto.

L‘assoluta particolarità di questa area umida è fornita dalla presenza di una specie di pianta acquatica assai rara, tutelata dalla normativa regionale, Menyanthes trifoIiata o trifoglio fibrino, la cui eccezionalità è data dalla notevole quota in cui vegeta, e dal ritrovamento di una specie rara e vulnerabile Utricularia minor, che ha nella torbiera del Blegier l'unica stazione accertata di presenza in Piemonte.

La flora e la fauna

Oltre alla presenza di Menyanthes trifoliata e Utricularia minor, l’interesse botanico della torbiera va esteso alla presenza di carici e giunchi e agli appariscenti pennacchi deII'Eriopfiorum. Nei pascoli circostanti l'area umida, oltre alla presenza di forme arbustive quali rododendro e ginepro nano, spiccano le abbondanti fioriture di numerose specie montane.

Tra gli invertebratì che popolano la torbiera si segnalano alcune particolarità tra i coleotteri acquatici, mentre tra gli odonati è stata accertata la presenza di una libellula assai rara in Piemonte Somatochlora alpestris.

Nelle piccole pozze di ristagno in primavera è possibile osservare la rana temporaria. L'avifauna è ben rappresenta con alcune specie nidificanti nei dintorni della zona umida: allodola, spioncello, prispolone, culbianco, codirosso spazzacamino, bigiarella, fagiano di monte, pernice bianca e coturnice.

Tra i mammiferi, a stretto contatto con la torbiera, vivono gruppi familiari di marmotta, mentre spesso sono osservabili branchi più o meno numerosi di cervo, capriolo e camoscio intenti a brucare le tenere erbe delle praterie d'altitudine che circoscrivono la torbiera.

L’acqua, il suolo e l’aria

Attraverso l’analisi dei fattori abiotici quali acqua, aria e suolo, si cerca di approfondire le conoscenze sull’ecosistema della torbiera del Blegier.

Le analisi microbiologiche e chimiche deII’acqua, hanno permesso di capire che non sono rilevabili metalli tossici (es. piombo, cadmio); si è riscontrato un basso contenuto di sostanze minerali per la derivazione dallo scioglimento delle nevi, mentre non sono presenti microrganismi patogeni.

I prelievi del suolo hanno consentito di caratterizzare i diversi strati che si alternano nella sezione longitudinale, stabilendo una profondìtà di 70 centimetri nel punto di maggiore ampiezza della torbiera. La reazione subacida e un buon grado di mineralizzazione della sostanza organica sono tipici di una torbiera bassa in evoluzione; non sono rilevabili metalli tossici, né derivati caratteristici del petrolio (es.benzine, gasoli).

Si sono poi prelevati campioni delle sostanze volatili presenti nell’aria, consentendo di verificare che non sono rilevabili sostanze volatili inquinanti, né derivati caratteristici del petrolio (es.benzine, gasoli).

Fenomeni di rischio

I fattori di rischio per il territorio della torbiera sono essenzialmente due: il calpestamento dell‘area palustre e l'interramento (fenomeno quest’ultimo a cui sono inevitabilmente soggette tutte le aree umide).

Il calpestamento risulta assai dannoso, in quanto, modificando la porosità del suolo influenza direttamente la capacità di espansione degli apparati radicali, causando la progressiva modificazione della vegetazione con la scomparsa delle piante più specializzate e sensibili. La fruizione turistica e la presenza di animali domestici è spesso la fonte di questo tipo di problema.

L‘interramento è un fenomeno naturale causato dal progressivo e lento accumulo di materiale organico che porta alla chiusura del bacino con conseguente scomparsa, attraverso fasi intermedie, della zona umida.

Progetto Interreg "AQUA"

Tra il 2000 e il 2006 la Torbiera è stata oggetto di ricerca e di una serie di interventi nell'ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria lnterreg III A "AQUA" 2000/2006 Italia-Francia "La risorsa acqua all'interno delle aree protette dell'arco alpino occidentale: condivisione di dati, sperimentazione, indicazione di linee di gestione".

Il progetto “AQUA" si colloca neII’ambito della progettazione europea con l’intento di affrontare in maniera organica le conoscenze sul tema dell’acqua e della sua gestione al fine di rendere più efficace la protezione e il mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi presenti sul territorio.

Per consentire la scoperta e l’osservazione della torbiera garantendo il minor livello possibile d'influenza dell’ambiente, è stato ideato un percorso didattico: è sufficiente seguire i paletti segnavia (distinti da una Iettera) infissi nel terreno per attraversare la torbiera nella sua lunghezza e osservarne le caratteristiche a Ioro volta descritte nei pannelli illustrati incontrati lungo il sentiero.

Tutela e protezione

L’obiettivo principale nella tutela della torbiera, è quello della conservazione dell’integrità deII’ecosistema e della biodiversità.

Trattandosi di una torbiera d’aIta quota dove l’evoluzione è molto lenta e l’opera dell‘uomo sui meccanismi naturali moderata, l’azione protettiva si limiterà al monitoraggio dell’evoluzione naturale, intervenendo, se ne cessario, con piccole operazioni di asporto del materiale organico, e alla regolamentazione delle attività umane svolte sull’area interessata.

Attraverso misure normative e con la creazione di un percorso didattico-naturalistico si è inteso dare un primo segno di tutela e protezione verso questo importante ecosistema caratterizzante il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand.

Come raggiungere la torbiera

DaIIa Valle di Susa:

DaII’abitato di Sauze d’Oulx, aggiungere I’Istituto Sperimentale “Vezzani” per poi proseguire verso l’alpeggio Laune. Dirigersi, quindi, sul sentiero n. 4 all’interno del Parco fino ad intercettare la strada sterrata per il Col Blegier. Alcune centinaia di metri prima del Colle, sulla sinistra,si incontrerà l’inizio del percorso didattico.

DaIla Valle Chisone:

Dai vari accessi del fondovalle, raggiungere la strada di cresta deIl’Assietta percorrendola in direzione di Col Blegier. Dal Colle scendere per alcune centinaia di metri lungo la strada all’interno del Parco fino all’inizio del percorso didattico per poi risalire fino al Colle percorrendo il sentiero.

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