ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Lä fabriccä dlä marlücchä - La fabbrica del merluzzo

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Cahier ecomuseo n.8

La lavorazione del merluzzo proveniente dai Mari del Nord, può apparire un'attività piuttosto inconsueta per una vallata alpina.
Eppure, l'abbinamento del clima asciutto e ventilato con un efficiente sistema di vie di comunicazione che, a partire dal 1871 con l'inaugurazione del traforo ferroviario del Frejus, ha favorito la circolazione delle merci tra Italia e Francia, ha consentito a Salbertrand l'insediamento di un'essiccheria del merluzzo, lä fabriccä dlä marlücchä, che ha costituito una importante fonte integrativa di reddito per numerose famiglie locali tra il 1932 e il 1963.

"Il merluzzo appena pescato veniva scaricato nei porti francesi di Bordeaux, Saint Malò, Le Havre e Fecamp dove subiva la prima lavorazione (pulitura, pressatura e salatura).

Proseguiva poi alla volta di Salbertrand in carri ferroviari frigoriferi; una volta giunti a destinazione, si procedeva al lavaggio e all'essiccazione del merluzzo (secondo tre livelli di essiccazione: appena scolato, secco, secco duro) e si preparavano accurate confezioni di filetto... Nell'annata si scaricavano circa un centinaio di carri per un totale di 1500, 1600 tonnellate di pesce, e questo assicurava il lavoro a 40-50 persone (uomini e donne) in massima parte del luogo.

La direzione era sollecitata a venire incontro alle necessità dei dipendenti. Trattandosi di gente contadina si concedevano giorni di libertà allorché sopraggiungeva il momento improrogabile della mietitura. Inoltre lo stabilimento prolungava di alcuni giorni la chiusura dopo le feste di Natale per consentire lo svolgimento di alcuni lavori casalinghi come l'uccisione del maiale e la lavorazione della sua carne".

Il cahier si articola in due distinte parti. La prima, di tipo tecnico descrittivo, è scritta da Oreste Rey nella consueta forma bilingue occitana-italiana che ha caratterizzato tutte le sue opere, arricchita da un inquadramento storico di tipo socio-economico estremamente attento all'evoluzione del microcosmo legato all'Alta Valle dell'epoca. La seconda parte è opera di Virgilio Faure, già valente direttore dello stabilimento di Salbertrand, che presenta le proprie memorie legate a questa attività fornendo dati e precisazioni ormai introvabili, corredate da preziose immagini d'epoca.

"Due stili e due caratteri sicuramente diversi, che, in questo libro, hanno saputo dare un contributo importante alla salvaguardia della memoria salbertrandese."

2009
Oreste Rey, Virgilio Faure

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