ultimo aggiornamento: 08/04/2021

Il Salicone, salix caprea

biodiversità

Quando in montagna fiorisce il salicone... allora è davvero primavera!

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Le gemme dei fiori maschili, ricoperte da una fitta peluria argentea avvolta da una brattea membranacea, talvolta son chiamati "gattini" e sono molto decorativi. I fiori maschili, amenti, sono raccolti in infiorescenze di circa 2-4 cm densi, eretti, ovoidali, con antere ricche di polline molto appetito dalle api. Anche i fiori femminili sono avvolti da una brattea e sono riuniti in amenti, meno appariscenti, lunghi 3-8 cm di forma cilindrica, dapprima eretti, poi reclinati.
Come tutti i salici, il salicone è una specie dioica, cioè porta fiori maschili e femminili su piante separate.
La fioritura annuncia la primavera e precede sempre l'emissione delle foglie.

I frutti sono piccole capsule che contengono numerosissimi piccoli semi avvolti  da un ciuffo di peli lunghi e sottili, bianchi, simili a cotone, che contribuiscono alla diffusione anemofila.

I semi della famiglia salicacee (pioppi e salici) perdono rapidamente il potere germinativo e per questo motivo le piante sono legate alla presenza di acqua e localizzate in stazioni umide, almeno durante la primavera, quando ha luogo la dispersione dei semi.

Il nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse ha radice comune col sanscrito saras (acqua), il nome specifico si riferisce all'appetibilità delle foglie per le capre.

Si tratta di alberi di piccole dimensioni o arbusti a foglie alterne, semplici, caduche, ovali o ellittiche a margine intero o, più frequentemente, irregolarmente dentellato, lunghe mediamente 5-8 cm, con pagina superiore verde opaca e un po' rugosa e pagina inferiore tomentosa e vellutata, biancastra, con nervature ben evidenti ed in rilievo.

È una specie che vegeta dalla pianura fino all'alta montagna, ad esclusione delle regioni costiere. Eliofila, pioniera, dal breve ciclo vitale, è molto rustica e può essere utilizzata per il consolidamento di scarpate e per opere di ingegneria naturalistica. Come in tutti i salici, la scorza è ricca di tannino e le foglie contengono salicina, che li rende tossici per molti animali e da cui si ricava l'acido salicilico, ad azione febbrifuga, tonica, antireumatica. Dai giovani rami si ricava il vimini, utilizzato per legacci in agricoltura o per confezionare ceste.

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