last update: 31/03/2021

Come costruire nidi artificiali per bombi

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Proseguono i suggerimenti del guardiaparco Andrea Pane per costruire nidi per imenotteri.
 

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Qui di seguito le sue indicazioni per realizzare un nido per bombi.

I bombi si nutrono del nettare e del polline dei fiori, sono meno selettivi delle api, quindi sono importantissimi impollinatori, talvolta addirittura utilizzati in agricoltura: promuovono la biodiversità, ma allo stesso tempo dipendono fortemente da essa.

I bombi sono imenotteri, parenti stretti delle api domestiche. Costituiscono il genere Bombus, appartengono alla famiglia Apidae. Sono caratterizzati da una livrea gialla e nera a bande larghe, il corpo è ricoperto da una soffice peluria.

Come le api domestiche, i bombi sono insetti sociali, sebbene ad uno stadio meno evoluto. Vivono in piccole colonie (max 300 individui) rette da una regina, l'unica femmina feconda della famiglia.

La colonia vive generalmente una sola stagione. In primavera, con i primi caldi, le regine già fecondate, le uniche sopravvissute all'inverno, si apprestano a creare una nuova colonia e vanno alla ricerca di un nido, generalmente a terra, in cui deporre le uova. Le prime nate sono tutte femmine, sterili, le operaie, che conducono vita sociale, si occupano del nido e di raccogliere nettare e polline per allevare le larve e per nutrire la regina. A fine estate alcune femmine, probabilmente grazie ad una particolare alimentazione come accade per l'ape mellifera, vengono allevate per divenire regine. La regina depone anche alcune uova non fecondate da cui nasceranno i maschi. In autunno le nuove regine si accoppiano e cercano un riparo per superare l'inverno. A questo punto i maschi, le operaie e la vecchia regina muoiono.

"Dopo aver consultato diversi siti che danno suggerimenti su come costruire nidi per bombi, mi sono deciso a fare un tentativo, pur nella consapevolezza che è difficile che i bombi utilizzino un nido artificiale. Fin da principio, su https://www.bumblebee.org/nestbox_plans.htm veniva indicato un misero 10% di successo di questo lavoro, ovvero ogni 10 nidi artificiali per bombi messi a dimora, solo uno veniva sfruttato dagli insetti.

  • Condizioni iniziali per fare il lavoro sono:

- possedere un giardino attorno a casa (scuola, ecc.) o un'orto; un terrazzo condominiale, per quanto pieno di piante in vaso, non funzionerà;

- presenza di fioriture nei pressi, ad una distanza massima di 50 – 100 metri;

- reperire un punto all’ombra;

- aggiungerei non avere vicini di casa o di orto impressionabili dal possibile via vai dei futuri eventuali ospiti alati. La rara evenienza di puntura di un bombo non scatena allergie, non causa shock anafilattico, si limita a dolore nella zona colpita; come detto è un evento assai raro, ma contro eventuali fobie dei vicini si può fare poco. http://www.apicolturaonline.it/apiter1.htm Qui di seguito viene riportato il caso dell’1% di allergie al morso. Se la puntura è di per sé un caso raro, quell’1% diventa rarissimo. https://www.koppert.it/trattamento-delle-punture-di-bombo-e-delle-allergie/

  • Fasi del lavoro

Tra materiale prefabbricato da acquistare in rete, creazione sul momento di strutture in legno (quando il momento utile è alle porte e non c’è tempo), e l’uso di vasi da fiori, ho deciso per questi ultimi.

Un vaso da fiori capovolto diventa automaticamente una camera dove i bombi possono creare l’alveare. E’ richiesto che lo si riempa di materiale soffice e con potere isolante, come la paglia. Ma si vede indicato anche materiale da imbottiture… su questo punto credo che si debba verificare che si tratti di materiale possibilmente naturale o comunque non trattato con sostanze nocive per gli insetti.

Il tutto va poi tenuto sollevato tramite una reticella di metallo, come quella che si usa nella recinzione dei pollai, per evitare il contatto della paglia con il terreno umido.

Fuori terra o interrati? A memoria erano più quelli che consigliavano di sistemare il vaso capovolto in terra, completamente o almeno per metà.

Questo deriva dal fatto che i bombi in natura creano nidi pedotrofici, ovvero appena sotto la superficie del terreno. Per farlo, da quanto si legge, sfruttano tane abbandonate di topi selvatici se non talpe. In quelle tane trovano già dell’erba trasportata dal precedente ospite per rendere confortevole e caldo l’ambiente. Si ritiene che l’odore del topo selvatico impregni l’erba e sia un richiamo per la regina di bombo in cerca di un nuovo posto. Per questo consigliano a chi ne ha disponibilità, di usare la lettiera di paglia usata da animali domestici come cavie peruviane, e simili.

Una volta che il vaso è stato interrato, la femmina vi può entrare dal classico foro presente sul fondo del vaso. Ovviamente adesso che il vaso è capovolto, tale foro è in alto, ottimo punto di ingresso.

In alternativa, si dispone un tubo di gomma inclinato e interrato nel suolo, in modo tale che un’apertura si trovi al di sotto del vaso, e l’altra sporga dal terreno a mezzo metro di distanza o poco più. In questo modo la pendenza del tubo è limitata, i bombi vi possono camminare, e l’insieme riproduce il cunicolo di ingresso alla tana dei suddetti topi & c.

Mi chiedo solo se sotto la pioggia qualche goccia che entri nel tubo non provochi un ristagno d’acqua se il tubo formasse una curva prima di risalire verso il vaso… in quel punto converrà piuttosto che sia in orizzontale e se mai vi entra acqua, che questa possa drenare da sé nel terreno.

Altrimenti il vaso capovolto può essere tenuto sulla superficie del terreno, appoggiato su una lastra (di pietra o di cemento). Il foro presente sul fondo si troverà in alto rispetto al terreno, e lo si coprirà con una pietra, o una piastrella. Questo perché la futura regina cerca l’ingresso poco sopra la superficie, e 25 – 30 cm al di sopra è già troppo, a quanto pare.
Si dovrà allora provvedere con un trapano ed una punta da ca. 20 mm ad una nuova apertura sul fianco del vaso, vicino al terreno.
Come si vedrà nei summenzionati siti, a seconda della specie obbiettivo, ci vogliono fori dai 15 ai 25 mm di diametro.

Dato che mi era rimasta l’idea del vaso interrato, e dato che – ragionando a posteriori – il giardino* dove potevo fare l’esperimento prevedeva il possibile andirivieni del cane di casa, in grado di spostare inconsapevolmente il tutto, ho preferito la soluzione interrata.
Chiaramente, dopo aver finito l’operazione, sono incappato nell’ennesimo sito sui nidi artificiali che irrideva a tale soluzione perché sostiene che la colonia dovrebbe soccombere al primo momento di pioggia, quando il tasso di umidità dentro il vaso salirebbe a livelli inaccettabili.
Che dire, da qualcosa volevo partire**.

Attendiamo sviluppi!

*non disponendo di un giardino privato, ho dovuto disturbare S., che ha approvato l’iniziativa e mi ha consentito di sistemare il vaso nelle sue pertinenze, in un punto ombreggiato dalla chioma di due alberi.

**alle volte però converrebbe limitarsi, perché come si dice, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni… Si spera, in questo caso, che se ai bombi il vaso non piace, non lo usino e basta, senza che ci siano incidenti di percorso, covata persa o simili.
Vorrà dire che si è perso un’ora o due di tempo, ed il vaso verrà usato per altro.

 

 

Alcuni siti consultati:

http://www.sciencemadesimple.co.uk/curriculum-blogs/biology-blogs/make-your-own-bumblebee-hive

https://www.gardenersworld.com/how-to/diy/how-to-make-a-bumblebee-nest/

https://www.nabu.de/imperia/md/content/nabude/insekten/190624-nabu-bauanleitung-hummelkasten.pdf

http://wildbienen.de/hus-hoeh.htm

 

Riguardo a com’è fatto un vero alveare di bombi, vedere:

https://hortnews.extension.iastate.edu/2011/6-1/bumblebee.html

https://abcwildlife.com/blog/how-do-i-identify-a-bumblebee-nest/

 

Difendo il primo sito perché semplice e perché datomi da un altro appassionato, D. B.

Ci sono siti che propongono materiale fornito da un fabbricante, ma possono essere consultati per farsi un’idea https://www.das-hummelhaus.de/alles-rund-um-hummeln/ansiedeln-von-hummeln

Come si può vedere, buona parte dei siti sono in tedesco, altrimenti in inglese. La lingua può essere un ostacolo. In un caso è prevista la possibilità di una traduzione in italiano (http://wildbienen.de/hus-hoeh.htm).

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