ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Campioni di biodiversità

La biodiversità è la varietà delle forme di vita esistenti sul nostro Pianeta. Si deve perciò considerare sia il numero di specie animali, piante, funghi e microrganismi che popolano un dato luogo sia le relazioni che ognuna di queste specie instaura con le altre e con i fattori ambientali circostanti e le aree protette delle Alpi Cozie sono un vero e proprio "campionario" di biodiversità.

Un po' di numeri?

35.473,80 ettari di superficie protetta su 3 valli, tra i 352 metri di altitudine dei Laghi di Avigliana e i 3538 m della vetta del Rocciamelone; 2000 specie vegetali; 7 grandi mammiferi tra cui 6 specie di ungulati e un superpredatore, il lupo; 130 specie di uccelli, più di 10 rapaci, più di 35 uccelli acquatici e 3 galliformi; più di 400 specie di insetti, 40 di formiche, 190 di coleotteri e 130 di farfalle; 21 specie di rettili e anfibi e 20 specie di pesci.

Dai boschi ombrosi ai versanti soleggiati e aridi dal clima Mediterraneo, la grande differenza di condizioni di temperatura ed umidità può dare vita ad habitat eccezionalmente diversi nell’arco di una manciata di chilometri quadrati. Questa varietà di condizioni ambientali favorisce la presenza di un’elevata biodiversità perchè ogni ambiente porta con sè specie animali e vegetali diverse. Le aree protette delle Alpi Cozie, essendo dislocate in quattro diverse valli alpine, ognuna con le sue caratteristiche climatiche, rappresentano uno scrigno di biodiversità. Sono numerosi gli habitat di interesse comunitario, identificati secondo le normative europee, sia sui versanti (foreste di conifere di alta quota, praterie alpine, faggete, boschi di aceri, tigli e frassini), sia sul fondovalle.
Questo contesto ambientale ospita anche diverse specie endemiche, il cui areale di distribuzione è limitato ad un territorio circoscritto, come il raro coleottero criofilo (amante del freddo) Carabus cychroides o il ragno Rhode testudinea.

L'Ente, istituito nel 2012, comprende:

  1. Parco naturale dei Laghi di Avigliana (Parco Regionale - SIC – ZPS): istituito nel 1980, si estende su una superficie di 410 ettari di pianura e insiste sul comune di Avigliana.

  2. Parco naturale dell'Orsiera-Rocciavré (Parco Regionale - ZSC – ZPS): istituito nel 1980, si estende su una superficie di 10 965 ettari, supera i 2800 metri (Monte Orsiera) e insiste sui comuni di Bussoleno, Coazze, Fenestrelle, Mattie, Meana,Roure, S.Giorio, Usseaux eVillarfocchiardo.

  3. Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand (Parco Regionale - ZSC): istituito nel 1980, si estende su una superficie di 3775 ettari, sfiora i 2700 metri (Gran Pelà) e insiste sui comuni di Chiomonte, Exilles, Oulx, Pragelato, Salbertrand, Sauze d'Oulx e Usseaux.

  4. Parco naturale della Val Troncea (Parco Regionale - ZSC - ZPS): istituito nel 1980, si estende su 3280 ettari, tocca i 3300 metri (Punta Rognosa) e insiste sul comune di Pragelato.

  5. Orrido di Chianocco (Riserva Regionale): istituita nel 1980, si estende su una superficie di 36 ettari dal fondovalle a circa 900 metri e insiste sul comune di Chianocco.

  6. Orrido di Foresto (Riserva Regionale): istituita nel 1998, si estende su una superficie di 295 ettari dal fondovalle a circa 1000 metri e insiste sui comuni di Bussoleno e Susa.

  7. Oasi xerotermiche della bassa Val di Susa (ZSC): si estendono su una superficie di 920 ettari dal fondovalle a circa 1100 metri, insistono sui comuni di Bussoleno, Chianocco, Mompantero e Susa e comprendono il territorio della Riserva dell'orrido di Foresto e di Chionocco

  8. Rocciamelone (ZSC): si estende su una superficie di 1965 ettari, supera i 3500 metri della vetta omonima e insiste sul comune di Mompantero.

A cui dal 15 marzo 2019 sono state affidate in gestione dalla Città Metropolitana di Torino le seguenti Zone Speciali di Conservazione (ZSC), appartenenti alla Rete Natura 2000, dell'Alta Valle di Susa:

  1. Les Arnauds e Punta 4 sorelle (ZSC): si estende su una superficie di 1321 ettari a una quota compresa tra 1.350 e 2.811 metri sul comune di Bardonecchia.

  2. Arnodera Colle Montabone (ZSC): si estende su una superficie di 129 ettari a una quota compresa tra i 500 e gli 870 metri di quota sui comuni di Gravere, Meana di Susa, Susa.

  3. Chaberton (ZSC): si estende su una superficie di 329 ha a una quota compresa tra i 1400 e i 2408 metri di quota sui comuni di Cesana Torinese e Clavière.

  4. Champlas - Colle Sestriere (ZSC): si estende su una superficie di 1049 ettari tra 1.350 e 2.500 metri sui comuni di Cesana, Sauze di Cesana, Sestriere.

  5. Col Basset (ZSC): si estende su una superficie di 267 ettari, tra quota 2.100 m e 2.700 m in comune di Sestriere.

  6. Cima Fournier e Lago Nero (ZSC): si estende su una superficie di 639 ettari in comune di Cesana Torinese.

  7. Tasso di Giaglione (ZSC): si estende su una superficie di 477 ettari in comune di Giaglione.

  8. Valle Thuras (ZSC): si estende su una superficie di 981 ettari in comune di Cesana Torinese.

  9. Bardonecchia Val Fredda (ZSC): si estende su una superficie di 1.694 ettari tra i 1949 e i 3033 metri sui comuni di Bardonecchia e Oulx.

  10. Valle Ripa - Argentera (ZSC): si estende su una superficie di 342 ettari in comune di Sauze di Cesana.


Il territorio e le aree protette

Il 1980 è sicuramente un anno chiave: la Regione Piemonte istituisce la maggior parte dei Parchi e delle Riserve Naturali, che formeranno il Sistema delle aree Protette Regionali, antesignano della attuale Rete Natura 2000. Nascono in quell'anno la Riserva di Chianocco, i Parchi naturali dei Laghi di Avigliana, dell'Orsiera Rocciavrè, del Gran Bosco di Salbertrand e della Val Troncea, Nel 1998 si aggiunge la Riserva di Foresto. In seguito all'Ente di gestione saranno affidati anche i SIC del Rocciamelone e delle Oasi Xerotermiche della bassa val Susa.

I Laghi di Avigliana sono di origine glaciale; dopo un progressivo inquinamento delle acque si è verificata con altrettanta progressività una ripresa dell'ittiofauna che è caratterizzata da specie prevalentemente eutrofiche; l'area umida della Palude dei Mareschi e dei laghi Grande e Piccolo è frequentata in ogni stagione da centinaia di uccelli di molte specie diverse, sia stanziali sia migratrici.

L'Orsiera Rocciavrè, il Gran Bosco di Salbertrand e la Val Troncea proteggono aree prevalentemente alpine che ospitano molti esemplari di fauna tipica: stambecchi, camosci, cervi, caprioli, lupi, aquile, fagiani di monte, pernici bianche e tanti altri. Sono territori con una lunga storia, testimoniata da costruzioni imponenti e affascinanti come la Certosa di Montebenedetto, il Forte di Fenestrelle, il Colle dell'Assietta e le Miniere del Beth, inserite nei confini delle aree protette per maggior tutela e valorizzazione.

La Riserva dell'Orrido di Chianocco ha un clima tipicamente mediterraneo tanto da ospitare l'unica stazione spontanea di leccio in Piemonte; per la stessa ragione sulle sue ripide pareti nidificano il corvo imperiale, il falco pellegrino, il gheppio e la taccola.

La Riserva dell'Orrido di Foresto tutela il ginepro coccolone, un'altra specie tipicamente mediterranea, favorita dal clima caldo e asciutto; le sue assolate bastionate calcaree sono l'habitat ideale di molti rapaci come poiane, gheppi, sparvieri, bianconi e il maestoso gufo reale.

I SIC Rocciamelone e Oasi xerotermiche della bassa Val Susa preservano habitat e specie caratteristici, riconosciuti dall'Unione Europea come rari, particolarmente rappresentativi o molto localizzati, e individuati ai sensi delle Direttive "Uccelli" (1993) e "Habitat" (1997).


La Valle di Susa

È una delle poche valli alpine orientata in direzione ovest-est. Questo fattore, unito alla escursione altitudinale di oltre 3000 metri dal fondovalle alle vette più alte, favorisce l'eccezionale biodiversità di questo territorio. I due versanti hanno insolazione, clima e conseguentemente habitat, opposti, permettendo così la sopravvivenza di specie animali e vegetali molto varie. Lo confermano più di 2000 specie di piante, di cui 50 orchidee spontanee (delle 120 italiane), oltre 130 uccelli stanziali o migratori, e migliaia di mammiferi e insetti che abitano la valle di Susa.

La varietà continua anche in ambito geologico: si trovano luoghi con presenza di basalto (sopra Cesana Torinese) alternati a zone calcaree (Monte Seguret e Orrido di Foresto), oltre ai tipici serpentini, meglio conosciuti come “pietre blu”, utilizzate per la tipica copertura delle case con i tetti a “lose” e per le decorazioni della Torino risorgimentale e barocca. Il grande ghiacciaio dell'era quaternaria ha piallato la valle costruendo al suo imbocco il cordone morenico tra Avigliana e Rivoli.

La Val Susa mantiene vaste porzioni di territorio integro e di natura selvatica, sia dentro sia fuori dalle aree protette, nonostante la presenza di molte infrastrutture turistiche e di trasporto (stazioni turistiche, impianti sciistici internazionali, una ferrovia transalpina, due strade statali, un'autostrada con relativo traforo alpino, dighe, impianti idroelettrici ed elettrodotti.

La Valle Chisone

La Val Chisone è segnata da un clima continentale, con significative escursioni termiche, che sopra i 1500 m diventa tipicamente alpino.

Il territorio è caratterizzato da intense fioriture in primavera, da pascoli rigogliosi in estate, dai colori intensi dei boschi in autunno e dal fascino delle cime innevate in inverno, che invitano a visitare queste montagne in ogni stagione dell’anno.

La Val Sangone

La Val Sangone è una valle alpina situata nella parte occidentale del Piemonte. Prende il nome dal torrente che la percorre, il Sangone.

Le cime più rilevanti sono il Monte Robinet (q.2.679), il Monte Rocciavè (q.2.778) ed il Monte Salancia(q.2.088).

Il territorio dell'alta valle è compreso nel Parco Naturale Regionale Orsiera Rocciavrè e scendendo dalle prealpi il territorio degrada trasformandosi in un susseguirsi di colline dall'andamento irregolare. Il suo bacino è impostato su antiche formazioni geologiche dell'era paleozoica (in particolare gneiss,calcescisti e micascisti) e gran parte della superficie è coperta di boschi,faggi e castagni,habitat ideale del capriolo e del cinghiale e regno incontrastato dei funghi.

La zona cominciò a popolarsi nei tempi remoti e, presumibilmente,in occasione del ritirarsi degli imponenti ghiacciai che occupavano la valle,il clima diventò più mite e si prosciugarono i vasti allagamenti della pianura alle falde dei monti.

Scarica il depliant Parchi Alpi Cozie: Campioni di biodiversità e l'opuscolo Rete Natura 2000: biodiversità nelle Alpi Cozie

 

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