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L'incidente aereo e i media italiani. Non si specula sulle tragedie

Ente Parchi Alpi Cozie

Perché aggiungere orrore gratuito al dolore vero, e grande, dell'aereo caduto tra le montagne dell'alta Provenza?
È la domanda che sorge spontanea scorrendo i media italiani nella giornata successiva all'incidente. La maggior parte degli organi di informazione dà infatti ampio risalto ai timori che i lupi possano fare ulteriore scempio dei cadaveri. Un'ipotesi che in Francia viene ripresa solo da alcune testate locali e che Le Monde smonta dalle fondamenta con un articolo di Audrey Garric.

In realtà, infatti, come chiarito ieri anche da Yannick Léonard, incaricato del monitoraggio del lupo nella Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur presso l'Ufficio nazionale della caccia e della fauna selvatica, è poco probabile che il branco di circa cinque lupi che occupa stabilmente la zona da molti anni si avvicini al luogo dell'incidente: la presenza dei soccorritori a piedi e degli elicotteri in volo durante il giorno sono motivi più che sufficienti a tenere lontani gli animali, dato il loro timore degli esseri umani. Senza contare che il territorio del branco ha un'estensione di circa 250-300 chilometri quadrati: i lupi non hanno ragione di trattenersi proprio nei 3-4 ettari  dove si trovano i resti del velivolo, visto che  le prede naturali sono ovunque abbondanti.

L'aereo della Germanwings è caduto a pochi chilometri dalla frontiera tra Italia e Francia.
Un confine che la storia recente ha reso sempre più sfumato, ma che in un'occasione come questa, analizzando i contenuti dei servizi di giornali e TV, sembra essere ancora terribilmente netto.

Allegato: CS_LIFEWOLFALPS_26mar2015.pdf

Comunicato stampa: CS_LIFEWOLFALPS_26mar2015.pdf