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Piemonte archeo-minerario

Ente Parchi Alpi Cozie

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Miniere e opifici da risorsa strategica a patrimonio storico e ambientale

Piemonte archeo-minerario è un programma regionale di inventario, studio, tutela e valorizzazione di miniere, cave abbandonate, resti di opifici e antichi laboratori che rappresentano un importante patrimonio storico-ambientale delle valli alpine del Piemonte. Si tratta di testimonianze che risalgono per lo più a età medievale o post-medievale, con indizi di età precedenti, e rientrano perciò tra i beni protetti di interesse storico-archeologico.

Il programma, cofinanziato dalla Regione Piemonte, è coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Piemonte, con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino e con l’Associazione culturale Il Patrimonio Storico Ambientale, vede il coinvolgimento degli enti territoriali, tra cui le Aree Protette delle Alpi Cozie, per valorizzare e rendere accessibili al pubblico quei siti estrattivi e metallurgici di età pre-industriale oggetto di studi pluridisciplinari che spaziano dalle scienze archeologiche e storiche a quelle naturali e geologiche.

Dalla Val Sessera alla Valle di Viù, dalla Val Grana alla Valle di Susa, l'obiettivo è di studiare i siti, comparare i materiali, le tecniche e i processi produttivi riportati alla luce dalla ricerca archeologia, i dati di laboratorio e i documenti storici e attivare operazioni di valorizzazione turistico-culturale e ambientale.

Tra i siti oggetto di studio, la Miniera del Rugèt di Gravere, antica miniera di galena argentifera sfruttata sin dalla fine del XIII secolo. La miniera si sviluppa in sotterraneo con un complesso reticolo di gallerie, traverso-banchi, camere e cantieri, estesi per diverse centinaia di metri su di una superficie di due ettari. Gli scavi, in gran parte effettuati senza uso di esplosivo e perciò anteriori alla metà del XVII secolo, si sviluppano per una cinquantina di metri di quota, seguendo l’inclinazione del filone.
L’esplorazione archeologica sotterranea iniziata nel 1996 da Marie-Christine Bailly-Maître del Centre National de la Recherche Scientifique, è  ripresa nel 2016 grazie a questo innovativo progetto.

Nell'ambito della ricerca è stata realizzata una mostra documentaria che propone una sintesi dei dati raccolti e rappresenta un viaggio virtuale nel tempo e nello spazio attraverso le miniere e cave di pietra medievali delle Alpi piemontesi e le aree archeo-metallurgiche dell'alta Val Sessera e della Val di Viù, dove i minerali di piombo, rame, argento, oro, ferro e cobalto erano trattati in complesse sequenze operative, ricostruite mediante scavi archeologici, studio dei residui di produzione e dei documenti scritti e iconografici del XVI-XVIII secolo di cui sono ricchi gli archivi storici piemontesi.

Dal 1 giugno al 26 agosto la mostra è visitabile a Salbertrand, presso la sede del Parco naturale del Gran Bosco,in via Fransuà Fontan 1, dal lunedì al venerdì con orari apertura sede ( da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 15.00, venerdì dalle 9.30 alle 12.00) dal 14 luglio al 26 agosto anche sabato e domenica dalle 9 .00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30.

 

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