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La storia della croce del cimitero di Laval

Val Troncea

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Il 25 luglio si è svolta la consueta festa di San Giacomo a Laval. Numerose persone si sono ritrovate nella ospitale chiesetta della borgata pragelatese dove la messa è stata celebrata dal Vescovo di Pinerolo in presenza di diversi sacerdoti importanti per la vita attuale e il mantenimento della memoria storica della comunità pragelatese. Dopo un partecipato discorso del sindaco Monica Berton, il responsabile della vigilanza del parco naturale Val Troncea, Domenico Rosselli, ha raccontato la particolare storia della croce che adornava l'ingresso del locale cimitero.

Le abbondantissime nevicate dell'inverno 2008/09 coprirono interamente l'arco d'ingresso del cimitero e quando in primavera la neve iniziò a sciogliersi, il personale del Parco si accorse che il peso della neve aveva spezzato in due la croce seppellendola sotto il manto nevoso. Recuperati i pezzi, l'Ente decise di affidarne il restauro al laboratorio pinerolese di Fulvio Losano. Durante le fasi di pulizia e restauro emerse alla base della croce una scritta: "Corneau Alfred Charleville" accompagnata da un numero: 133, oppure 138 o 139 in quanto l'ultima cifra è di difficile interpretazione. La cosa apparve subito curiosa e una successiva ricerca permise di verificare che Alfred Corneau e fratelli erano i titolari di una famosa fonderia, fondata nel 1860, poi passata di proprietà e attiva fino a circa metà Novecento presso la città francese di Charleville-Mézierés, posta nel nord della Francia al confine con il Belgio. Questa piccola fonderia era specializzata e famosa per le sue fusioni in ghisa di arte funeraria. Infatti, molte opere prodotte dai fratelli Corneau sono state in seguito catalogate dal Ministero dei Beni Culturali francesi e descritte sul sito del Patrimonie de France, dove, però, al momento, manca la scheda corrispondente alla nostra croce. Questa scoperta ha gettato una nuova luce su questo intervento di recupero: come era arrivata a Laval dai mercati francesi una croce che già a quei tempi era probabilmente molto costosa? Una  possibile risposta potrebbe essere la seguente: qualche emigrante originario di Laval potrebbe aver fatto fortuna e, tornando al paese d'origine, potrebbe aver voluto lasciare qualcosa di speciale e prezioso. La croce potrebbe acquisire dunque, oltre al valore religioso, economico e artistico, un nuovo significato denso di vita, di attaccamento alle proprie origini, di distacco fisico, di un romantico e continuo pensiero alla casa nativa. Quello che colpisce di più, forse, è la dimensione del dono: un regalo, pensato e voluto, fatto incondizionatamente da un, finora, sconosciuto, come segno probabile di omaggio gratuito e riconoscente nei confronti della propria terra.

Attualmente, un'altra croce, donata da don Pasqualino Canal Brunet, è stata posta sull'arco d'ingresso al cimitero.

L'amministrazione comunale, in accordo con il Parco, individuerà un luogo sicuro dove riporre la croce originale in modo che tutti possano ammirare questo prezioso simbolo che rappresenta un capitolo significativo della nostra storia che non cessa mai di sorprenderci.

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