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Photo credit Gianfranco Careddu

Storie di stambecchi in Piemonte

Ente Parchi Alpi Cozie

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Venerdì 20 ottobre si è tenuta presso la sede dei Parchi Alpi Cozie di Pragelato, una giornata di studio dedicata allo stambecco, nell'ambito del progetto Alcotra LEMED IBEX 2017-2020, relativo allo studio dello stambecco dal Parco del Gran Paradiso fino al Parco delle Alpi Marittime, presentato per l'occasione dal guardiaparco della Val Troncea Luca Maurino.

Il convegno, insieme alla mostra ed ad una serie di eventi estivi, è stato organizzato dall'Ente in occasione del 30° anno dalla reintroduzione dell'ungulato nel Parco Val Troncea.

Da poco più di una decina di animali, reintrodotti 30 anni fa, sono nati gli oltre 400 stambecchi attuali, distribuiti su tre vallate: val Troncea, val Germanasca e valle Argentera (alta Val Susa).
Un evento importante non solo per il ritorno dello stambecco sulle nostre montagne ma anche per il successo della reintroduzione, avvenuta in un momento storico in cui altre reintroduzioni sull'arco alpino occidentale sono state inficiate dal bracconaggio, problema presente anche in val Troncea ma arginato dall'attenta sorveglianza dei guardiaparco.

La giornata di studio è stata presieduta dal direttore dell'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, Michele Ottino, e ha visto la partecipazione di Parchi, Enti Pubblici e Comprensori praticamente di tutto l'arco alpino occidentale.

Si è subito entrati nel merito dell'argomento con l'intervento di Bruno Bassano, del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che ha presentato la problematica genetica della specie, con particolare riferimento ai colli di bottiglia determinati dalla scarsa variabilità genetica dello stambecco e accentuati dalle reintroduzioni e da epidemie come nel caso della cheratocongiuntivite o della rogna.

Sono state illustrate diverse reintroduzioni: quelle nei parchi Val Troncea e Orsiera-Rocciavrè (Luca Maurino), quella della Val Troncea ripresa successivamente da Marco Giovo - Comprensorio Alpino CATO1 per la serie storica e le metodologie di censimento, quella del Parco Valle Sesia negli anni '80 del secolo scorso, tristemente fallita causa bracconaggio (Tito Princisvalle), la reintroduzione in alta Val Susa da parte della Provincia di Torino con splendido filmato d'epoca (Elisa Pirro e Francesco Campra), dettagliata e attualizzata da Roberto Musso - Comprensorio Alpino CATO2, quella della Val Varaita con una visione su tutta la provincia di Cuneo di Andrea Dematteis - CERIGEFAS. Laura Martinelli ha invece illustrato le catture per auto-introduzioni nel Parco Alpi Marittime e per reintroduzioni in tutto il nord Italia (con  filmato eccezionale sulle catture) e ha presentato i risultati di studi genetici sugli stambecchi del Parco Alpi Marittime, dimostranti una bassissima variabilità genetica.

Omar Giordano - Comprensorio Alpino CACN1 e Parco del Monviso, ha illustrato la popolazione di stambecchi dell'area del Monviso e delle problematiche di studio correlate all'Interreg Alcotra Ibex, mentre Renato Dotta - Comprensorio Alpino CATO3 ha parlato della numerosa popolazione delle Valli di Lanzo e dei rapporti con gli altri ungulati.

A conclusione della giornata, il direttore dell'Ente Michele Ottino ha invitato tutti i presenti a rinnovare gli sforzi per conoscere e proteggere questo magnifico ungulato e ad aderire al Gruppo Stambecco Italia, nell'ottica di un interscambio di conoscenze foriero di un miglior approccio conservazionistico.

Molto gradito il buffet offerto dai Parchi Alpi Cozie a Casa Escartons. Apprezzatissimo il risotto al Plaisentif, il formaggio delle viole, preparato dal guardiaparco Valter Peyrot... chef per un giorno!

    

Alcuni momenti del convegno nelle foto del guardiaparco Gianfranco Careddu

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