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Il pertus di Colombano Romean foto Simona Molino

Giornata nazionale delle miniere: Colombano Romean e altre storie

Ecomuseo Colombano Romean

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Il 27 e 28 maggio si celebra la XV Giornata Nazionale delle Miniere.

Le miniere sono un argomento importante per l'Ecomuseo Colombano Romean di Salbertrand che ha offerto spunti per interessanti collaborazioni come quella con l'Associazione culturale "Il patrimonio storico-ambientale" di Torino - AIPSAM per il recupero e la valorizzazione della Miniera del Rugèt in Comune di Gravere, che proprio domenica 28 maggio sarà visitabile in occasione delle Giornata Nazionale delle Miniere.

Lo studio e l'interesse per le miniere ha portato alla realizzazione di un sito ecomuseale all'interno del bosco e un allestimento con attrezzature d'epoca e minerali locali nel centro di documentazione del Parco, la pubblicazione di 2 cahier (il numero 26 Cave e miniere dell'Alta Valle Dora  e il numero 27 Viaure come un ours din quellou precipice!) dedicati all'attività mineraria in Alta Valle di Susa e di vari articoli, l'ultimo dei quali, "Ecomusei, una miniera di esperienze e di conoscenze", scritto a più mani da rappresentanti degli Ecomusei Piemontesi iscritti alla Rete Ecomusei Piemonte è stato pubblicato sulla rivista on line Dialoghi Mediterranei.

Non dimentichiamo poi che l'ecomuseo di Salbertrand è dedicato a Colombano Romean, minatore e scalpellino originario delle Ramat di Chiomonte che nel XVI secolo realizzò il Pertus (il buco in piemontese): la famosa galleria scavata a 2000 metri di quota per portare le acqua dal vallone di Tullie a irrigare i coltivi sul versante esposto a sud dei comuni di Exilles e Chiomonte.

Un'opera idraulica unica nel suo genere, lunga circa 450 metri, larga un metro e alta due, ma in certi punti molto meno; lungo la galleria sono ancora ben visibili i segni lasciati dallo scalpello durante lo scavo nella roccia, le nicchie che servirono per appoggiarvi le lanterne e trovare la giusta direzione, le sculture realizzate dal Romean raffiguranti croci, volti umani, fiocchi di neve e gigli di Francia, forse una distrazione durante le lunghe ore trascorse nel cuore della montagna.
L’acqua che ancora oggi sgorga dalla galleria, viene prelevata a 2200 metri di quota ai piedi del monte Niblè, convogliata attraverso un canale lungo oltre un chilometro fino all’imbocco del tunnel e da qui, attraverso il Pertus arriva al versante della Valle di Susa e divisa in parti uguali viene distribuita agli abitati di Cels e Ramats: acqua che da 5 secoli serve per irrigare i campi, alimentare le fontane e gli acquedotti comunali dell’acqua potabile.

L'idea per la realizzazione dell'opera arrivò forse da un'altra galleria realizzata pochi decenni prima sulle Alpi. Correvano voci tra le montagne di una galleria di 75 metri di lunghezza a oltre 2800 metri di quota scavata presso il colle di Traversette a partire dal 1478 per volere del marchese di Saluzzo Ludovico II, d’intesa con il re di Provenza Renato D’Angiò, con lo scopo di agevolare il passaggio di merci da un versante all'altro delle Alpi: era il buco del Viso!

Dai documenti a noi pervenuti, tra cui il contratto stipulato con il Romean datato 20 ottobre 1526, sappiamo che le due comunità di Cels e Ramat affidarono l'opera a Colombano Romean impegnandosi a costruire per lui una piccola casa, fornirgli una botte per il vino, una madia per il cibo, un'emina di segale (circa 23 litri), un sestario di vino (46 litri circa, 2 emine) per ciascun mese di lavoro, 4 sestari di legumi all’anno, e tutti gli strumenti necessari (martelli, mazze, cunei e picconi oltre a carbone, incudine e magli), oltre a olio e lumi.

Scopriamo che furono messi a sua disposizione uomini per portar via pietre e terra dalla galleria, ma dai segni lasciati dagli scalpelli e dallo spazio ridotto a disposizione, si può ipotizzare che il Romean lavorò da solo all'avanzamento della galleria. S’ingegnò per garantire l'areazione con un mantice azionato dall’acqua e scavò nicchie per l'illuminazione, si occupò personalmente della manutenzione degli attrezzi.  Durante lo scavo incontrò una vena di quarzo che potè superare solo risalendo un dislivello di un paio di metri, ma riuscì comunque, con i suoi rudimentali strumenti, a raggiungere il punto che si era prefissato.

Fu previsto per lui anche un compenso di 5 fiorini di moneta corrente per ogni tesa (1 metro 78 cm) di acquedotto scavata che sarebbero stati pagati per un quarto durante lo scavo, per il resto nei due anni successivi. La fantasia delle genti ha elaborato nel tempo diverse versioni della storia del Romean, del compenso pattuito, delle modalità di pagamento e di come poi sia stato eliminato a opera terminata per non ottemperare al pagamento promesso.

Sappiamo per certo che l'opera fu completata entro il 1534, quando insorsero delle diatribe tra la comunità di Exilles e quella di Giaglione per l'utilizzo delle acque del rio Tullie che al completamento dell'opera erano state deviate nella galleria.

Il Pertus resta un'opera idraulica incredibile che ancora oggi svolge l'antica funzione. È percorribile abbastanza agevolmente in autunno, quando vi è poca acqua (assolutamente indispensabile una torcia elettrica, possibilmente frontale!).

 

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