immagine
Monumento al partigiano Liborio Ilardi - Foto Claudia Metti

I Partigiani della Val Sangone

Ente Parchi Alpi Cozie

25 aprileresistenzaproposte didatticheval sangonescuola

Essere guida del Parco significa conoscere il territorio e saperlo raccontare... non solo i sentieri, la flora, la fauna, ma anche le persone e la storia che lo hanno costruito.

In occasione dell'anniversario della Liberazione, condividiamo con voi una proposta di escursione di Marco Pozzi, guida dei Parchi Alpi Cozie, che ci conduce nei luoghi della val Sangone dove sono state scritte drammatiche pagine della Storia della Resistenza nella Seconda Guerra Mondiale.

Da Giaveno a Forno di Coazze sono pochi minuti di macchina, eppure sono sufficienti per lasciare quella che ormai è una città ed entrare in un paesaggio quasi di montagna. Il  fondo valle è stretto e tortuoso, le pareti che lo racchiudono sono scoscese e interrotte da salti di roccia; poco più in alto il paesaggio si fa ancora più severo dominato dal Robinet e dalle creste che fanno da confine alla val Chisone, nel Parco naturale Orsiera Rocciavrè. Non per nulla queste Valli furono tra le prime dove ebbe inizio la guerra di Resistenza: facilmente difendibili; borgate e genti montanare ben disposte all'accoglienza. Una spina al fianco per i Nazifascisti che già nel 43 avevano più volte rastrellato la zona.

Quello del maggio del 1944 fu un attacco portato con più di tremila soldati che avevano l'ordine di distruggere le formazioni partigiane e chi li aiutava.

L'Ossario è all'ingresso del paese e le lapidi di novantotto caduti raccontano di quei giorni più di qualsiasi libro: le età sono le più varie, ragazzi, uomini, anziani, come i mestieri che facevano, contadini, operai, medici, insegnanti, studenti. Perché la Resistenza è stata veramente condivisione. Tornati alla strada, la si attraversa, si scende per un centinaio di metri e si arriva al luogo del massacro: il 16 maggio 24 Partigiani, dopo aver scavato la loro fossa, vennero mitragliati, ma non uccisi, agonizzarono per due giorni fino a che non furono ricoperti di sassi. Fu impedito alla popolazione di dare un qualsiasi aiuto, le loro case bruciate. Pierino, Nicola, Cesare, il loro compagni avevano 17, vent'anni, genitori, fidanzate. Non distante scorre il Sangone, se andate in primavera ne sentite il rumore mescolato a quello del vento che smuove gli alberi e l'erba dei campi.

Bisognerebbe avere il tempo di fermarsi in silenzio, per comprendere come questa pace sia un dono di quei ragazzi e dei loro compagni. Bisognerebbe leggere le loro lettere, cercare le loro fotografie, vederli sorridenti, sbruffoni, come si deve essere a vent'anni. Non solo il 25 Aprile.

Risalendo la Valle è poi possibile riempire la giornata con una bella escursione alla portata di tutti. Si lascia la macchina prima degli impianti di Pian Neiretto a circa 1180 m. Il nostro percorso è quello di accesso all'Alpe Sellery Superiore e al rifugio Fontana Mura, 1726 m,  posto sotto il colle della Roussa , 2018 m. Il dislivello è di 670 metri, tempo di percorrenza h 1,40, ma conviene prendersela comoda: la cascata della Loja Scura merita una deviazione, quasi obbligatoria poi quella per la Palazzina Sertorio, luogo di feroci scontri tra i Partigiani asserragliati all'interno e i Nazifascisti, sui muri sono ancora visibili i segni dei proiettili, poco prima di arrivare alla Palazzina a fianco del sentiero è stata eretta una statua in memoria di Liborio Ilardi, un giovane di 22 anni, siciliano, caduto negli scontri del terribile maggio del 44. Ritornati sulla carrareccia e ripresa la salita si scoprono le rovine del seicentesco forte di San Moritio, fatto costruire da Carlo Emanuele I per frenare i possibili attacchi dei Francesi che occupavano la Val Chisone. Non è rimasto molto da vedere, ma si tratta di una delle fortificazioni a stella poste più ad alta quota. Da lì in breve all'Alpe Sellery Superiore metà della nostra escursione. È possibile in discesa prendere un sentiero che più rapidamente ci porterà all'altezza della deviazione per la Palazzina Sertorio e da qui ci riportiamo sul percorso fatto all'andata e in breve al parcheggio.

I Parchi Alpi Cozie propongono escursioni e attività didattiche nei luoghi della Resistenza, per ricordare a tutti che "il nostro vivere la montagna in libertà e senza confini invalicabili deve essere percepito come un regalo di chi ci ha preceduto, che ci aiuta a capire quanto grande sia la nostra responsabilità a mantenere questi diritti, ponendosi anzi l’obiettivo di ampliarli ulteriormente con un rinnovato altruismo".

Potrebbe interessarti anche...