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Photo credit Massimo Rosso - Archivio Parchi Alpi Cozie

Due filiere virtuose per gestire la carne ricavata dal contenimento dei cinghiali

Ente Parchi Alpi Cozie

cinghialedepopolamento

Con la fine dell’estate 2023, si intensificano le attività di depopolamento del cinghiale all’interno dei Parchi delle Alpi Cozie. Il programma di contenimento della specie avviato in Regione Piemonte nel 2022 dopo la comparsa della Peste Suina Africana si applica infatti anche alle aree protette secondo modalità stabilite dagli enti di gestione tramite specifico piano di controllo numerico. Dopo una riduzione delle uscite durante il periodo di maggiore frequentazione turistica nel mese di agosto, sono state acquistate nuove dotazioni tecniche per le le operazioni tramite caccia di selezione notturna con visori a infrarossi e catture con uso di gabbie sia in Val Chisone, sia in Val di Susa.

La novità è legata alla creazione di una filiera espressamente elaborata dall’Ente per una gestione economicamente sostenibile dei capi abbattuti che, invece di essere smaltiti con un aggravio di spese, vengono trasformati in risorse alimentari distribuite a scopo benefico ai residenti del territorio. Si tratta di un meccanismo differenziato per le Valli Chisone e Susa.

Un “indennizzo” per chi ha subito danni in Val Chisone

Nella zona del Parco naturale Orsiera Rocciavrè, lato Val Chisone, il personale delle Aree Protette lavora con i tecnici dell’Azienda faunistico-venatoria “Albergian”, tramite apposita convenzione, sia per le catture dei cinghiali, sia nelle fasi immediatamente successive di macellazione. Gli animali vengono infatti conferiti presso il laboratorio della medesima azienda dove la carne viene stoccata in attesa delle analisi effettuate dalla ASL per confermare la destinazione al consumo alimentare dei tagli. La specificità dell’accordo prevede che la carne dichiarata edibile venga distribuita gratuitamente presso privati, agricoltori e allevatori che abbiano subito danni da cinghiale nelle aree di pertinenza dei Parchi e dell’Azienda Albergian, come una forma parziale di indennizzo. In questo modo si evitano sprechi di risorse alimentari – di particolare pregio, oltretutto – e ulteriori spese dal momento che non sono previsti ulteriori oneri economici né per l’Ente Parco, né per l’azienda venatoria.

Un sostegno per chi si trova in difficoltà economica in Val di Susa

In Valle di Susa, il contenimento dei cinghiali è concentrato nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand e nel Parco naturale dell’Orsiera Rocciavrè, dove nell’estate 2023 è stata attivata, dopo una prima sperimentazione avviata nell’autunno del 2022, una specifica filiera che consente di destinare la carne dei cinghiali abbattuti ad associazioni senza scopo di lucro presenti sul territorio. Rispetto alla Val Chisone, i capi vengono cacciati esclusivamente dal personale guardiaparco e conferiti all’Azienda Agricola Rousset di Oulx per lo stoccaggio in attesa delle analisi condotte dall’ASL prima della macellazione e destinazione al consumo umano. Secondo la convenzione siglata dall’Ente, il 70% della carne destinata a uso alimentare viene trattenuta dall’Azienda agricola a copertura delle spese di ritiro, certificazione, lavorazione e conservazione, mentre il restante 30% viene confezionato sottovuoto e donato alla Caritas diocesana di Oulx e alla Croce Rossa di Bussoleno per essere distribuito alle famiglie più bisognose della valle e per supportare la gestione dell’emergenza migranti. Anche in questo caso, l’utilizzo delle risorse alimentari rappresentate dai cinghiali abbattuti avviene senza ulteriori spese da parte dei Parchi Alpi Cozie con l’obiettivo di creare una ricaduta economica e un contributo al lavoro svolto dalle associazioni sul territorio. L’Ente è anche disponibile a ricevere e vagliare ulteriori richieste da parte di organizzazioni no profit interessate ad aderire all’iniziativa.

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