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Rana temporaria - Foto Massimo Rosso

Rana temporaria e cambiamenti climatici: pubblicato un nuovo articolo scientifico

Ente Parchi Alpi Cozie

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L'ultima Lista rossa dell'Unione internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) indica che le popolazioni di anfibi in tutto il mondo sono più minacciate rispetto a uccelli e mammiferi: oltre il 30% delle specie è catalogato "a rischio". 

Essendo estremamente sensibili a alterazioni dei parametri ecologici, gli anfibi sono considerati importanti bioindicatori della qualità dell'ambiente. Sono elencati in appendice III della convenzione di Berna e in appendice V della Direttiva europea Habitat 92/43/CEE tra le specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo in natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione, e oggetti di studio e tutela all'interno delle aree protette delle Alpi Cozie.

I principali fattori che contribuiscono al generale declino delle popolazioni di anfibi sono la distruzione degli habitat, l'inquinamento, l'introduzione di specie aliene, i cambiamenti climatici, e malattie infettive.

La rana comune europea (Rana temporaria) è tra i più importanti anfibi d'Europa, distribuita dalla Spagna alla Siberia. In Italia è presente sulle Alpi e con alcune popolazioni in pianura e collina in Piemonte e sull'Appennino settentrionale (in provincia di Forlì in Emilia Romagna). I suoi habitat si trovano a quote comprese tra il livello del mare e i 2700 m. La Lista Rossa IUCN 2022 la classifica come “Least Concern - rischio minimo”, indicando la stabilità della popolazione e l'assenza di gravi minacce. Uno sguardo più attento, tuttavia, rivela situazioni critiche a livello locale. Le popolazioni alpine, ad esempio, sono minacciate dall'introduzione di pesci alieni (principalmente salmonidi) nei laghi per scopi ricreativi e dall'abbandono della pastorizia, con conseguente scomparsa delle pozze per la riproduzione.

Tra aprile e maggio 2021 in due specchi d'acqua alpini dei Parchi Alpi Cozie sono stati riscontrati insoliti episodi di mortalità  di rana temporaria adulta.
Un recente articolo scientifico scritto da Paolo Pastorino dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta in collaborazione con colleghi dell'IZS, con Silvia Alberti, guardiaparco Parchi Alpi Cozie, professori e ricercatori del  Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università degli Studi di Torino, del Dipartimento di Scienze Della Vita dell'Università degli Studi di Trieste, dell'Azienda Sanitaria Locale TO3 e Istituti di ricerca internazionali, ha rivelato l'importanza di un approccio interdisciplinare per risolvere i casi di mortalità insolita nella Rana temporaria riscontrati in due stagni di alta montagna colpiti dai cambiamenti climatici.

Gli studi condotti hanno potuto escludere chitridiomicosi, ranavirus e la sindrome della gamba rossa, gravi patogeni a cui è imputato il declino di intere popolazioni di anfibi a livello globale. Campioni di acqua e rane sono stati analizzati e i risultati delle analisi chimico-fisiche hanno evidenziato un buono stato della qualità dell'acqua.

Un approccio interdisciplinare di ricerca basato su necroscopia, istologia, microbiologia e biologia molecolare ha contribuito a chiarire le cause di mortalità, rivelando l'associazione tra la moria delle rane e l'isolamento di batteri Aeromonas sobria e Aeromonas salmonicida individuati presso il Lago Selleries e Carnobacterium maltaromaticum nel Lago delle Rane. La temperatura dell'acqua insolitamente elevata per il periodo primaverile ha creato uno stress nelle rane che sono diventate più vulnerabili ai batteri opportunisti patogeni normalmente non letali.

Per migliorare lo studio degli anfibi in ambienti alpini interessati dai cambiamenti climatici e per monitorare lo stato di conservazione della specie, non solo è necessaria una stretta sinergia tra istituti di ricerca e enti pubblici, ma è fondamentale il contributo degli escursionisti: Se durante una gita in montagna trovate esemplari morti di rana, SEGNALATELO all’Ente!
Potete chiamare il numero 0122 854720 o inviare una mail a info.alpicozie@ruparpiemonte.it

Per conoscere e riconoscere gli anfibi e per sapere come comportarsi in caso di incontro, l'Ente ha appena pubblicato l'opuscolo informativo n.3: Anfibi Istruzioni per l'uso

 

 

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