Mercoledì 19 maggio 2021
Il cammino della settimana della biodiversità nelle Alpi Cozie prosegue innalzandosi in quota, nei lariceti radi e sulle praterie alpine delle valli Germanasca e Sangone, dove rocce e massi offrono il rifugio ideale per la Salamandra di Lanza, un anfibio con vita prevalentemente ipogea, amante delle tiepide e temporalesche nottate estive.
Questa specie ha una storia relativamente recente, poiché è stata individuata come tale solamente nel 1988, e fu un evento di grandissimo interesse per la zoologia italiana. In precedenza, i pochi fortunati che erano riusciti a vederla l’avevano chiamata
Salamandra atra, effettivamente presente sull’arco alpino, ma prevalentemente nella zona centro-orientale. Solamente alla fine degli anni ’80 del 1900 si osservò che in realtà le salamandre nere delle Alpi Cozie presentavano caratteristiche morfologiche molto differenti dalle consorelle orientali: erano visibilmente più grandi, meno assottigliate e con la punta della coda arrotondata. In quel momento nasceva uno degli endemismi più famosi delle Alpi Cozie.
Oggi la specie è costantemente monitorata e seguita anche oltralpe, anche grazie al Progetto PITEM Biodiv’Alp, che nelle nostre Aree Protette ha permesso di approfondire la conoscenza dello “strano” nucleo della Val Sangone, isolato e distante circa 14 km dalla località di presenza più vicina. Prima nota solo ai guardiaparco, poi segnalata ufficialmente con il rinvenimento di un singolo esemplare nel 2006, nel 2019 e nel 2020 la popolazione della Val Sangone è stata studiata approfonditamente dall’erpetologo e ricercatore Daniele Seglie, che ha contato circa 30 esemplari.
Armiamoci dunque di ombrello e guscio anti-umidità e lasciamo che Daniele ci racconti tutto di questo fantasma nero delle Alpi Cozie, in questo bellissimo video prodotto per la Città Metropolitana di Torino.