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Carta penna e calamaio - Foto Simona Molino

Risvolti profani delle Sacre rappresentazioni: "In dette rappresentazioni si dicono de spropositi"

Ente Parchi Alpi Cozie

ricerche storiche

Dalle ricerche storiche del guardiaparco Bruno Usseglio.

L’abate di Barolo nel 1724 si reca in visita nelle vallate di Pragelato e d’Oulx. Fra le diverse annotazioni che ci ha lasciato, ne riprendiamo una che riguarda il territorio dell’odierna alta val Susa e che ci racconta un’usanza popolare che riscuoteva particolare successo fra le comunità locali, un po’ meno presso le autorità religiose:

«Ne contorni di Salbertrand, Chaumont, Gravere, i popoli sogliono fare qualche volta delle rappresentazioni publiche di vite de Santi, le quali non servono di edificazione, ma di scandalo, come ho notato nella visita di Chaumont. L’inconvenienti che procedono da questa rappresentazione sono:

1° si spende molto se non dalle Comunità, almeno dalli particolari in fuochi artificiali, e in abiti, che si prendono in affitto, essendo i rappresentanti ordinariamente sessanta, e tal volta cento, et anche più.

2° i popoli delle terre vicine restano frastornati da Pasqua sino alla Pentecoste dall’assistenza alle fonzioni delle loro parrochiali, perché fanno una continua processione per andar a vedere la prova delle medesima rappresentazione tutte le domeniche e feste.

3° nell’andare a queste prove, ma molti più in occasione dell’effettiva rappresentazione accompagnandosi uomini e donne, figlie, e giovani, seguono gravi disordini in materia di disonestà et ubbriachezza.

4° quel ch’è peggio di tutto in dette rappresentazioni si dicono de spropositi e nella Pentecoste prossima scorsa essendosi rappresentata a Gravere l’istoria di Santa Barbara, in occasione che si rappresentava ugualmente la Santa volendo convertirsi si fingeva amalata, et andava a mettersi a letto per aver il comodo d’esser instrutta da cattolici; il buffone disse “Messieurs ne seroit it pas bon de s’aller un peu reposer avec cette jeune demoiselle”. Il che fu di grave scandalo al numeroso popolo, che vi era presente, qual scandalo si trovò reiterato più volte, attese le prove precedenti alla fonzione.

Conchiudo per tanto, che ove non si stimi tal volta de negar l’assenso a dette rappresentazioni per lasciare qualche sfogo d’allegrezza ai popoli, resta almeno spediente d’invigilare che non si prorompa più in avvenire in simili spropositi, che sono intolerabili, trattandosi massime d’una Santa».

Il documento è conservato presso l’Archivio di Stato di Torino, Corte, Paesi, Pinerolo, Provincia di Pinerolo, mazzo 27, fascicolo n. 8.

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