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Photo credit Valentina Mangini

Le specie vegetali alloctone nel Parco dei Laghi di Avigliana

Laghi di Avigliana

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Una delle principali cause, riconosciute a livello internazionale, della riduzione del livello di biodiversità nel mondo, è rappresentato dalla presenza e dallo sviluppo di specie esotiche.

Alloctone, aliene, esotiche, xenofite, non indigene, non native è il nome attribuito alle specie introdotte in un territorio diverso dal loro areale di origine per azione diretta o indiretta dell’uomo che attraverso spostamenti propri, di materiali e di merci, ha contribuito alla loro diffusione.

Da sempre l'uomo ha influito sulla diffusione e distribuzione di specie vegetali, volontariamente a scopi alimentari, medicinali, tecnologici o ornamentali, ma anche involontariamente. Sin dai primordi delle civiltà, con la comparsa delle pratiche agricole, l'uomo ha iniziato a selezionare, scambiare e trasportare semi di cereali; la vite e l'ulivo originari dell'Asia Minore sono stati portati verso occidente da Greci e Fenici e successivamente coltivati e diffusi dai romani. Dopo il 1492 poi, dall'America sono state importate in Europa tantissime specie vegetali: mais, patata, pomodoro, peperoni, tabacco, zucchero, alberi da frutto e piante ornamentali. In base alla storia della loro introduzione, prima e dopo la scoperta dell'America, distinguiamo specie archeofite e neofite.
Alcune specie non indigene, allo stato selvatico, possono assumere comportamenti invasivi cioè stabilizzarsi in ambienti naturali andando a sostituire, più o meno velocemente, le specie autoctone. Questo fenomeno può generare impatti sulla biodiversità, sulla salute, sull'agricoltura e su molti altri aspetti, anche economici. Il risultato è comunque sempre una banalizzazione della vegetazione e quindi l’affermazione delle specie opportuniste e adattabili. A seconda dell’origine, si può parlare di specie coltivate e specie avventizie. Le coltivate sono state portate volontariamente dall’uomo, le avventizie sono arrivate accidentalmente con varie attività umane. Quando iniziano a riprodursi autonomamente, senza l’aiuto dell’uomo, in ambienti naturali, prendono il nome rispettivamente, di specie spontaneizzate e specie naturalizzate.

Le specie vegetali aliene presenti nel Parco naturale dei Laghi di Avigliana sono state oggetto di una ricerca da parte del guardiaparco Valentina Mangini che ne ha valutato origine, distribuzione e consistenza e le ha segnalate sulla piattaforma iNaturalist, il "social network" della biodiversità che consente di mappare e condividere le osservazioni naturalistiche e confrontarsi con ricercatori, esperti o semplicemente con altri appassionati in tutto il mondo.
Nella sua relazione, Valentina sottolinea come nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, siano molte le specie esotiche coltivate, piantate per “bellezza” ma anche per alimento. "Attorno al Lago Grande ad esempio, all’interno dei vari giardini troviamo palme, araucarie, albero del banano di montagna, specie ornamentali di difficile determinazione e per fortuna di difficile riproduzione, diverse specie di bambù. Tutto ciò è dovuto al fatto che il Lago è altamente antropizzato. Lungo le sponde del Lago Piccolo per fortuna le specie esotiche sono più contenute. La densità maggiore riguarda la zona della Palude dei Mareschi e i boschi che hanno subito un taglio importante. Il Lago Grande ormai è compromesso da anni, le specie autoctone si possono contare senza fare troppa fatica".

Nel Parco sono ormai naturalizzati la Robinia pseudoacacia e, in tempi più recenti, l'Ailantus. Introdotti tra 1600 e 1700 in Europa, come specie ornamentali in parchi e giardini botanici, sono stati impiegati anche nei viali alberati e si sono dimostrati specie a rapido accrescimento, dotate di grande adattabilità a terreni impervi o sterili; sono state ampiamente utilizzate per il consolidamento di terreni franosi e scarpate ferroviarie o stradali, consentendo una veloce e non intenzionale invasione dei terreni circostanti. Phytolacca americana, Forsythia, Amaranto, Caprifoglio giapponese e la graminacea Panicum capillare sono solo anlcune delle specie erbacee o arbustive da giardino che si sono rivelate terribili invasive.  L'Artemisia dei fratelli Verlot costituisce veri e propri prati monospecifici. Altra specie nuova per Avigliana è la Fallopia baldschuanica, denso e decorativo rampicante che produce masse di fiori bianchi in autunno, comparsa e rapidamente diffusasi dopo un taglio di robinie da parte degli ecovolotari di Avigliana nella sponda Nord-est del Lago Grande. In Palude e zone limitrofe, nella parte ritenuta naturale in quanto non coltivata, da anni sono presenti Solidago gigantea (verga d'oro maggiore)Buddleja davidii (l'albero delle farfalle), diversi tipi di bambù e varie altre specie aliene erbacee e arbustive comparse in grandi quantità, tanto da modificare in alcune zone la vegetazione preesistente. Anche la zona collinare del Parco non è stata risparmiata dalle esotiche. Già in passato erano presenti specie considerate naturalizzate come Robinia, Opuntia humifusa (fico d'India nano), Iris germanica (giaggiolo paonazzo dai grandi fiori viola), Paulownia tomentosa, Quercus rubra (quercia rossa americana) a cui attualmente si aggiungono nuove specie soprattutto erbacee.
Buddleja davidii, Phytolacca americana, Impatiens glandulifera (balsamina ghiandolosa) sono le principali esotiche che hanno preso il posto delle piante ad alto fusto originarie dopo un importante taglio boschivo nei pressi del Lago Piccolo. La crescita di piccole palme Trachycarpus fortunei invade una zona contenuta del bosco sulla riva, larici giapponesi e querce rosse sono frutto di una piantumazione risalente a una quarantina di anni or sono; su queste ultime, l'intervento di taglio raso autorizzato qualche anno fa, ha avuto esito "indesiderato": i polloni si sono rinvigoriti dando vita a nuove, abbondanti plantule.

Le specie esotiche invasive nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, sono circa 34, alcune ritenute pericolose per l’uomo come ad esempio l’Ambrosia artemisifolia che provoca intense manifestazioni allergiche avendo un polline dal potere allergenico molto maggiore di quello delle graminacee. Per fortuna negli ultimi anni si è ridotta numericamente.
Sono presenti specie considerate mangerecce al pari delle nostre erbe selvatiche, l’amaranto è usato come spinacio selvatico, con la solidago si imbastiscono bouquet da sposa molto apprezzati, qualcuno la utilizza come decotto.
In certi casi anche la fauna beneficia di questi "alieni": api e farfalle sono attratte dalle intense fioriture di Buddleja, Robinia e molte altre e stormi di uccellini si nutrono dei semi Bidens ed Erigeron.

A livello legislativo, le Misure di Conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 del Piemonte definiscono una serie di divieti, obblighi e buone pratiche da seguire in riferimento alle specie esotiche all'interno dei Siti Rete Natura 2000 piemontesi (elencate nell'Allegato B).

Il Regolamento forestale di attuazione dell'articolo 13 della legge regionale 4/2009 (Gestione e promozione economica delle foreste) prevede norme specifiche e deroghe per la gestione delle specie esotiche e indica nell'allegato C l'elenco delle Specie esotiche o naturalizzate utilizzabili per l'arboricoltura da legno e la creazione di siepi alberate e filari e nell'allegato E l'elenco di specie arboree esotiche invadenti.

Al fine di creare uno spazio di confronto tra i soggetti che si occupano di specie vegetali esotiche e delle problematiche tecniche e gestionali determinate dalla loro presenza in ambito agricolo, sanitario e di conservazione della biodiversità in Piemonte, con Determinazione Regionale DB0701 n. 448 del 25 maggio 2012 è stato attivato un Gruppo di Lavoro sulle specie vegetali esotiche coordinato dalla Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio della Regione Piemonte (Settore Biodiversità e aree naturali).
Uno dei primi risultati raggiunti dal Gruppo di Lavoro sulle specie esotiche è stata la redazione delle Black List delle specie esotiche invasive che determinano o che possono determinare particolari criticità sul territorio piemontese e per le quali è necessaria l’applicazione di misure di prevenzione, gestione, lotta e contenimento. Questi elenchi sono stati approvati dalla Giunta Regionale con la DGR 46-5100 del 18 dicembre 2012, aggiornati con la D.G.R. 27 maggio 2019, n. 24-9076.

Per saperne di più è possibile consultare sul sito della Regione Piemonte la sezione dedicata alle specie vegetali esotiche invasive e scaricare il numero speciale di Piemonte Parchi Piante esotiche invasive (pdf 6 Mb).