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photo credit Gian Careddu - Archivio Parchi Alpi Cozie

Cani a protezione delle greggi: una tematica complessa che richiede la collaborazione di tutti

Ente Parchi Alpi Cozie

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Simone Bobbio e Umberto Vesco

Nel corso dell’estate ci siamo occupati dell’utilizzo dei cani per la protezione delle greggi dalle predazioni da lupo. In un caso (Bianchi come pecore, coraggiosi come lupi), abbiamo ripresentato il filmato Bianchi come pecore, coraggiosi come lupi, realizzato durante la programmazione 2013-2018 del progetto LIFE WolfAlps, che illustra il lavoro affascinante svolto dai “guardiani a quattro zampe”. In un secondo articolo (Nelle Alpi Cozie visita sul campo a realtà virtuose nella prevenzione degli attacchi da lupo al bestiame grazie ai cani da guardiania) abbiamo raccontato la visita su campo organizzata dai Parchi delle Alpi Cozie, in seno al progetto LIFE WolfAlps EU, per illustrare ai partner del programma europeo alcune realtà virtuose del territorio in cui i pastori hanno ottenuto buoni risultati con l’utilizzo dei cani da guardiania.

Nel corso dell’estate, tuttavia, sono stati riportati dai mezzi di comunicazione alcuni episodi di morsicatura, culminati con un grave fatto di cronaca nazionale che ha destato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla pericolosità dei cani a protezione del bestiame, quando il 26 agosto in Provincia di Catanzaro, una giovane donna è stata attaccata e uccisa da un gruppo di cani a guardia di un gregge di capre.

Una breve panoramica delle problematiche

I cani da guardiania sono un efficace strumento di protezione del bestiame dagli attacchi del lupo, ma sono anche la causa di alcune problematiche che devono essere approfondite.

Possono infatti manifestare aggressività verso gli esseri umani e verso i loro simili, ma questo comportamento non è la norma, bensì la conseguenza di qualcosa che è andato storto. E’ possibile che la persona aggredita abbia tenuto un comportamento inadatto, spaventando gli animali del gregge e quindi venendo correttamente individuato dai cani da protezione come un pericolo per gli animali che ha in custodia. Un cane equilibrato e addestrato sa intervenire in modo proporzionato al pericolo, arrivando a mordere chi minaccia direttamente uno dei suoi animali, ma non un runner o un ciclista che passa vicino alle pecore.

Ci sono però cani che non manifestano comportamenti equilibrati: le loro reazioni sono dettate da una percezione eccessiva del pericolo e sono sproporzionate rispetto alla situazione reale, arrivando alla morsicatura dei turisti. Il motivo è legato principalmente al processo di formazione del cane da guardiania che, per mancanza di esperienze positive e per traumi inflitti dalle persone, sviluppa nei confronti degli esseri umani stati di ansia e di paura, alla base dei comportamenti aggressivi. Sono temi complessi su cui torneremo con successivi approfondimenti.

Le possibili soluzioni

Nel territorio dei Parchi Alpi Cozie si sono verificati casi di turisti morsicati da cani di allevatori, sia da guardiania, sia da conduzione, ma anche da cani di altri escursionisti. Spesso questi fatti non vengono denunciati alle autorità competenti che avrebbero gli strumenti per intervenire. I proprietari dei cani, infatti, sono responsabili della loro condotta e, se i guardiaparco hanno potere sanzionatorio nei confronti di chi non controlla il proprio amico a quattro zampe, i veterinari Asl possono disporre appositi percorsi di riabilitazione, sino all’allontanamento dal proprietario dei cani protagonisti di reiterati comportamenti aggressivi.

Ricordiamo che in Italia, a norma di legge, vige l’obbligo del guinzaglio, con l’esenzione di alcune tipologie di cani da lavoro, tra cui i cani a guardia e a conduzione delle greggi*. Inoltre il proprietario o il detentore di un cane, anche da lavoro, ha l’obbligo di controllarlo e di custodirlo, adottando ogni cautela per evitare e prevenire le possibili aggressioni a terzi, e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dal cane**.

La mancanza di denunce formali non consente al personale dei Parchi delle Alpi Cozie e della Asl di prendere provvedimenti. Nel corso dell’estate appena conclusa, per esempio, i guardiaparco hanno verbalizzato un pastore i cui cani da conduzione hanno morsicato un turista, mentre altre situazioni analoghe, di cui siamo venuti a conoscenza, non sono state denunciate ma solo raccontate a terzi o sui social.

Un cambiamento di abitudini che interessa tutti

Il ritorno del lupo nelle Alpi, da oltre 25 anni nelle Alpi Cozie, ha inevitabilmente modificato le abitudini di abitanti, lavoratori e frequentatori della montagna.

Gli allevatori hanno dovuto adeguare la gestione del bestiame adottando una serie di misure preventive, tra cui l’introduzione dei cani da guardiania, per ridurre i danni da predazione e a riguardo l’Ente Parco, nei primi mesi del 2022, proporrà un nuovo corso di formazione per gli allevatori sulla corretta gestione dei cani da protezione delle greggi.

Allo stesso modo, tutti i frequentatori della montagna devono imparare come approcciare un gregge custodito dai cani perché il comportamento delle persone non sia percepito da questi come una minaccia e non attivi una reazione di difesa.

Migliorare la coesistenza tra il lupo e le attività umane nelle Alpi è l’obiettivo dell’Ente e del programma LIFE WolfAlps EU. La presenza del grande carnivoro sul nostro territorio è un’importante risorsa naturale ed ecologica, ma allo stesso tempo non deve provocare rischi per gli esseri umani e per le loro attività economiche e ricreative. Per ottenere questi risultati è necessario un processo di adattamento che richiede la collaborazione di tutti.

 

* Ordinanza 6 agosto 2013 del Ministero della Salute e s.m.i. “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani".

** Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146 "Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti"

 

Press release: CaniGuardiania_Problematiche_Soluzioni_16nov2021_APAC.pdf

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