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Photo credit Bruno Usseglio

La più eccelsa altitudine finora raggiunta

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Dalle ricerche storiche del guardiaparco Bruno Usseglio

"La più eccelsa altitudine finora raggiunta" è il titolo di una corrispondenza del 1901 che racconta una impresa per quei tempi eccezionale. L’azione si svolge sulle montagne che si trovano tra Pragelato e Susa. Ecco, con le parole del cronista, il racconto di questo pionieristico viaggio: «Il giorno 31 scorso agosto, il sig. Grosso Campana Gaetano che si trova a villeggiare in Pragelato, in seguito a regolare permesso avuto dal comandante del I corpo d’armata, ed accompagnato dal capitano d’artiglieria signor Fenoglio, delegato dal comando del Corpo per una analoga relazione, tentava in automobile l’ascesa dell’Assietta per la strada militare. La salita ripidissima e pericolosissima fu eseguita al pari della discesa, senza inconvenienti di sorta ad onta che le strade fossero quasi del tutto inghiaiate. L’automobile dopo essere salita alla punta Prentiplagne [Ciantiplagna], giungeva felicemente al Gran Serin, e quindi al monumento dell’Assietta. La salita fu compiuta in ore 4, minuti 10 e la discesa in ore 2,55. Fino ad ora nessun automobile raggiunse una tale altezza, per cui il record dell’altitudine, giustamente spetta al signor Grosso-Campana. A Fenestrelle, dove la cosa non si riteneva possibile, e temeraria l’impresa, il signor Grosso-Campana venne assai complimentato e festeggiato. Il comando del Corpo d’Armata al quale verrà presentata la relazione ne trarrà di sicuro, vantaggiose norme pel servizio militare in montagna. Ci riteniamo in dovere di porgere anche all’egregio signor Grosso-Campana le nostre congratulazioni pel suo tentativo felicemente riuscito. La vettura è della fabbrica dei fratelli Ceirano di Torino, è munita di motore De Dion-Bouton e di pneumatici Michelin che diedero ottima prova».

Costruita dai militari, oggi la strada che dal colle delle Finestre passa al colle delle Vecchia, cima Ciantiplagna, colle Vallette per poi raggiungere la Testa dell’Assietta non è più percorribile ai mezzi a motore. Recenti frane ne minano persino la percorrenza a piedi o in mountain-bike. Eppure si tratta di una importante testimonianza che ci permette di farci apprezzare un paesaggio stupendo. Non solo, se abbiamo il tempo e la voglia di sederci un attimo, osservandola, potremmo vedere svelate le tecniche costruttive di un tempo, potremmo vedere gli ingegneri militari impegnati in un dibattito con in mano i progetti svolazzanti dalla brezza, le maestranze sapientemente all’opera avanzare verso l’alto. Potremmo persino riconoscere gli ufficiali e i politici in visita al cantiere esprimere compiacimento nel vedere le opere da loro volute che stanno prendendo forma creando un sistema difensivo figlio del suo tempo. Insomma, un bel connubio tra natura, storia e cultura.

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