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Raccolta rifiuti ai Laghi di Avigliana, foto Guido Teppa

Il mestiere del guardiaparco: non solo vigilanza!

Ente Parchi Alpi Cozie Laghi di Avigliana

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Il lavoro del guardiaparco è invidiato da tanti! Un mestiere affascinante, a contatto con la natura, a difesa dell'ambiente.

I primi parchi nazionali in Italia sono nati a inizi 1900 per proteggere dall'estinzione particolari specie animali o vegetali a rischio. Oggi i guardiaparco si occupano di tutela a 360°, non solo vigilanza ma anche ricerca scientifica, storica e culturale, monitoraggio, educazione ambientale... Educazione ambientale intesa non solo come didattica e formazione, ma come uno strumento indispensabile per sensibilizzare la comunità ad una maggiore responsabilità e attenzione ai temi ambientali e alla gestione sostenibile del territorio.

La scorsa settimana i guardiaparco del Parco naturale dei Laghi di Avigliana sono stati impegnati in una giornata di raccolta rifiuti nell'area del Lago Piccolo. Si tratta di una attività effettuata regolarmente che ha anche uno scopo "educativo": un ambiente libero da rifiuti abbandonati ha un impatto positivo sulla cittadinanza: la pulizia incoraggia la pulizia, mentre i rifiuti attirano altri rifiuti.

L'inquinamento è certamente una questione che sempre più affligge il Pianeta e, in proporzione, anche i territori delle nostre aree protette, soprattutto quelle più antropizzate.
Passeggiare in un ambiente sporco non è piacevole, in tanti, per sensibilità personale, raccolgono i rifiuti che incontrano lungo i sentieri e le strade... ma a volte la missione diventa davvero impossibile. Troppo spesso ancora accade che per superficialità , ignoranza, maleducazione, si abbandonino piccoli rifiuti o ancor peggio si cerchino soluzioni più facili e sommarie rispetto al conferimento alle stazioni ecologiche.

Uno dei problemi ambientali più urgenti da affrontare a livello globale e locale è sicuramente l'inquinamento da plastiche.
Negli ultimi decenni il consumo di oggetti in plastica ha visto una crescita esponenziale: la produzione di plastica nel primo decennio del XXI secolo, può essere equiparata alla quantità totale generata nel secolo precedente, con il conseguente consumo di risorse non rinnovabili e inquinamento ambientale. La plastica abbandonata al suolo, nell'aria, nell'acqua subisce infatti una degradazione meccanica, chimica e biologica che ne altera le caratteristiche chimico-fisiche e la scompone in frazioni sempre più piccole, denominate microplastiche altamente persistenti nell'ambiente e inquinanti. 

Secondo le stime del WWF ogni anno vengono prodotte 450 milioni di tonnellate di plastica e 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nell'ambiente naturale contaminando il suolo, i fiumi, i laghi e, in definitiva, gli oceani, compromettendo l'esistenza di centinaia di specie animali. Una ricerca svolta nel 2021 ha rilevato la preoccupante presenza di microplastiche anche negli anfibi dei laghi d'alta quota dei Parchi Alpi Cozie.

Difficile rimediare... ma noi stessi possiamo mettere in pratica quotidianamente piccoli gesti per proteggere il nostro Pianeta. Non abbandonare i rifiuti, recuperare, riciclare e riutilizzare sono azioni indispensabili per trasformare i prodotti di scarto in materiali ancora utili e diminuire gli sprechi preservando le risorse naturali che non sono inesauribili.

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