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Stambecco dove vai? Didattica a distanza anche per il progetto Lemed ibex

Ente Parchi Alpi Cozie

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Dopo il successo dello scorso anno, anche per l'anno scolastico 2019 2020 le Aree Protette delle Alpi Cozie hanno proposto alle scuole secondarie di primo e secondo grado dei comuni del Parco l’attività didattica gratuita Stambecco dove vai? ideata nell’ambito del Progetto Interreg Alcotra 2014-2020 LEMED-IBEX, per l’educazione e la sensibilizzazione sul futuro dello Stambecco sulle Alpi.

Sono stati 19 i gruppi classe che hanno risposto positivamente ma che, a causa dell'epidemia Covid-19, hanno dovuto rinunciare agli incontri in classe e alle uscite sul territorio previste per la primavera con le guide del Parco.

Ma... se Maometto non va alla montagna è la Montagna che va a Maometto... e così le due guide del Parco Laura Matta e Elena Bianco Chinto hanno fatto fronte alla situazione imprevista e, presi accordi con gli insegnanti, hanno portato la didattica Lemed Ibex direttamente nelle case degli studenti attraverso la piattaforma Meet di Google.

Buona la partecipazione delle scuole, ottima la risposta di insegnanti e studenti.

Coinvolte 14 classi dell'Istituto Des Ambrois di Oulx (liceo e scuole medie di Oulx, Bardonecchia e Sestriere) per un totale di oltre 240 studenti, il Liceo Norberto Rosa di Susa e Bussoleno con 5 classi e 105 ragazzi, l'Istituto comprensivo Calamandrei di Torino con 2 classi e 48 studenti e l'Istituto Comprensivo Giuliano di Susa con 20 ragazzi della classe terza.

Soddisfatte le guide che, malgrado le difficoltà iniziali sono riuscite ad appassionare on line i ragazzi facendo loro scoprire il mondo dell'alta quota e la specie stambecco, animale simbolo delle Alpi, che ha rischiato l'estinzione ed oggi è studiato e monitorato dal Progetto LEMED-IBEX con l'obbiettivo di individuare gli elementi di rischio per la sua conservazione.

"La didattica on line è per certi versi più faticosa, anche se potrebbe non sembrare cosi." racconta Laura Matta, guida del Parco coinvolta nella didattica a distanza. " Non è la classica escursione alla scoperta delle bellezze naturali, ma siamo comunque riusciti a portare i ragazzi anche se solo virtualmente nei luoghi frequentati dagli stambecchi grazie alla meravigliose immagini dei filmati realizzati apposta per questo progetto.
In una prima parte abbiamo parlato di biologia, ecologia, genetica della specie soffermandoci sulle curiosità che maggiormente interessavano ai ragazzi (cosa mangia uno stambecco? Ma davvero le femmine e i maschi non stanno mai insieme se non nel periodo riproduttivo?, come si “parlano”?). Poi abbiamo focalizzato i concetti visionando i filmati e siamo andati virtualmente a scoprire le pareti rocciose quasi verticali in cui questi animali vivono e alle quali sono perfettamente adattati. Grazie ai video abbiamo assistito alle catture a fini di studio e siamo entrati nei laboratori dell’università di Zurigo dove vengono analizzati i campioni biologici prelevati durante le catture. Insomma, una panoramica abbastanza completa.

Gli studenti hanno dimostrato di essere molto interessati e si sono lasciati trasportare virtualmente nel progetto. Qualcuno prendeva appunti “Laura, vai troppo veloce, aspetta!”, qualcuno scriveva in chat le domande e poi le discutevamo insieme, qualcun altro, timidamente accendeva il microfono e (finalmente!) mi interrompeva, “Laura aspetta, ho una domanda”.... Le maggiori curiosità riguardavano sicuramente il momento della cattura e il benessere degli animali (ma il collare pesa tanto?, Le bandierine auricolari fanno male?), ad indicare come i ragazzi siano ancora in una dimensione di empatia e di istintività con quel mondo che noi adulti alle volte abbiamo un po’ dimenticato.

E com’è stato per le guide? Non semplice, proprio come per i ragazzi. Veicolare i concetti in ambiente naturale e in modo pratico sicuramente è più efficace, ma ci abbiamo provato e abbiamo cercato al meglio di portare a termine quella che per noi è la mission principale: far conoscere le meraviglie del nostro territorio, quello che dovremmo imparare a conoscere e rispettare, quello nel quale dovremo entrare in punta di piedi a ammirarne le bellezze. D’altronde, per spiegare la biodiversità non c’è bisogno di andare nella ​foresta amazzonica...tutto quello che c’è da sapere è intorno a noi, basta che qualcuno ti accompagni a scoprirlo!"

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