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Marisa Elleon, testimone e custode della cultura e delle tradizioni del mondo contadino

Ecomuseo Colombano Romean

Legge 482/99occitanofenilstradizioni

Con questo video girato da Chambra d'oc nell'ambito dei progetti finanziati dalla Legge 482/1999 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche) vogliamo ricordare Marisa Elleon, preziosa testimone e custode della cultura contadina e della lingua occitana, instancabile narratrice, che più volte ha collaborato con l'Ecomuseo Colombano Romean mettendo a disposizione di tutti la sua memoria, il suo piacere di ascoltare e di tramandare e rendendo patrimonio comune le storie, le leggende, i canti della tradizione orale del suo piccolo paese, Fenils di Cesana Torinese e delle nostre montagne.

Marisa Elleon - Anin a Ciabartoun

 

Con Marisa Elleon, la cultura occitana perde una preziosissima testimone e custode delle tradizioni del mondo contadino d’un tempo. Marisa era nata nel 1933 a Berechid, in Marocco, dove la madre, originaria di Fenils, frazione di Cesana Torinese, aveva seguito il compagno.

Il padre, militare di carriera, era napoletano e apparteneva a una famiglia altolocata che si oppose al matrimonio perché non vedeva di buon occhio quella fanciulla di umili condizioni contadine. Così, la piccola Marisa non fu riconosciuta dal padre e venne con la madre al paesello dove visse con lei e con la nonna, dalla quale imparò tutti i segreti delle erbe e delle piante medicinali, oltre al duro lavoro di contadina di montagna.

Far visita a Marisa era come fare un tuffo nel passato, nella cucina dei nonni, dove tra i gatti arrampicati ovunque era sempre pronto il caffè, preparato sulla stufa nella caffettiera alla napoletana, come narrato da Mauro Carena in uno dei tanti racconti ispirati proprio a questa grande figura di donna, dall’aspetto minuto e claudicante, sempre sorridente accanto ad Angelo Bouvier, il compagno della sua vita fin dai tempi in cui lei lavorava come cassiera agli impianti di risalita e lui faceva il maestro di sci.

Marisa era un’affabulatrice insuperabile, soprattutto nei racconti che amava fare nella sua lingua madre, il patois: la lingua occitana nella variante locale di Fenils. I suoi racconti sono in parte riportati negli atti del Convegno Choza da pa creir – Cose da non credere, tenutosi al Parco del Gran Bosco di Salbertrand nel mese di ottobre del 2010, in quell’occasione le fu attribuito il premio Patrimouanë dla jan – Patrimonio della collettività dall’Associazione ArTeMuDa, proprio per quella capacità di avvincere l’ascoltatore con le sue storie, come un tempo facevano i nonni nelle stalle durante le veglie invernali.

Altri racconti, favole e storie paesane trasmessi dalla Elleon si trovano qua e là in diversi Cahier dell’Ecomuseo Colombano Romean scritti da Renato Sibille del quale Marisa è stata preziosa testimone della cultura e del sapere contadino. Non tutto il tesoro custodito da Marisa è andato perduto con lei, qualcosa sopravvive nei video che antropologi e ricercatori le hanno fatto negli anni e, in parte, visibili sui siti internet del Ce.S.Do.M.O. e della Chambra d’Oc.

Si deve a Marisa Elleon anche il recupero di alcune canzoni della tradizione occitana riproposte dal gruppo musicale dei “Parenaperde”, come la splendida Anin a Chabartoun, e la trascrizione di alcuni rimedi popolari riportati nei libri e nelle conferenze di Loredana Matonti.

La passione di Marisa per la sua lingua madre l’ha portata a intrattenere rapporti con numerosi studiosi e ricercatori tra i quali il nipponico-brasiliano Marcelo Yuki Himoro che le ha fatto più volte visita e che avrebbe dovuto incontrarla nel mese di aprile, se non fosse stato per la pandemia che ha impedito a Marcelo di raggiungerla dal Giappone.

Renato Sibille

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