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Photo Credit Stefano Torrione

Spiriti d'inverno

Ente Parchi Alpi Cozie

carnevaletradizioniantropologia alpina

Finite le festività natalizie, nelle nostre valli già si pensa alla primavera e al Carnevale!

Il 20 gennaio, San Sebastiano, a Chiomonte si ripete il rito della Puento, il 22 gennaio, San Vincenzo, a Giaglione si porta in processione il Bran e danzano le spade, il primo week-end di febbraio, in occasione della Candelora, a Mompantero si festeggia Santa Brigida con Fora l'Ours e il Ballo dell'Orso. Antiche tradizioni legate a Santi patroni del periodo invernale che ci riportano alle nostre radici, a riti celtici e romani che simboleggiano l’inverno che cede il posto alla primavera e celebrano il ritorno della bella stagione.

Dunque iniziate a segnare le date sul calendario, continuate a seguire la rassegna Chantar l'uvern, da Natale a Pasqua, frammenti di lingua e cultura occitana, francoprovenzale e francese e non perdete gli appuntamenti del 31 gennaio a Mompantero, in occasione di Fora l'ours, e del 21 febbraio a Salbertrand per il Carnevale, con la presentazione del libro fotografico "Spiriti d'inverno" di Stefano Torrione. Un libro che documenta cinquantaquattro mascherate alpine, dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia passando per la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Trentino Alto Adige e il Veneto, un vero e proprio album antropologico per immagini delle principali feste in maschera sulle Alpi italiane.

"Nella fascia temperata del pianeta l'inverno è un po' ovunque la stagione degli spiriti..." scrive Giovanni Kezich, antropologo, direttore dal 1991 del Museo degli Usi e dei Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige, nella prefazione del libro. "...la ricomparsa degli spiriti al cuore dell'inverno è l'occasione di un collettivo girar pagina in cui, protetti dalle maschere, si può archiviare il passato prima che il futuro abbia inizio, un attimo di sospensione dove è lecito qualche eccesso, e un po' di spensierata allegria: quello stesso rito che a un certo punto del medioevo la Chiesa cercherà di esiliare in un ghetto più o meno tollerato del calendario, che chiamerà "carnevale"... Così si può intravvedere ancor oggi in molti luoghi la trama dell'antico calendario invernale dei riti, se non intera del tutto, almeno a brani ben leggibili, soprattutto in montagna, per esempio sull'arco alpino, per una sorta di inerzia storica, ma anche per il ritrovato orgoglio delle comunità che se ne fanno interpreti."

Da oltre 10 anni Stefano Torrione fotografa questi riti alpini e ne descrive il significato profondo.

"Le maschere demoniache rappresentano il lato oscuro della cultura contadina, esse segnano la ritualità del passaggio delle stagioni,  sprigionano il dualismo della nascita/morte, luce/buio, del bello/brutto, buono/cattivo e del vecchio/giovane. I cortei, i gesti, le danze fanno parte di un grande affresco cerimoniale che abbraccia il calendario contadino, dalla Festa di Ognissanti al Carnevale, passando per l'Avvento e il Capodanno. Il carnevale di montagna è un evento ricco di rappresentazioni e implicazioni simboliche, è coralità, tradizione, è rito! È spirito di montagna, d’inverno."

Questo libro è il racconto del suo lungo viaggio tra gli Spiriti d’Inverno...

 

Attachment: SCHEDA-SPIRITI-D-INVERNO.pdf

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