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120 anni dalla tragedia del Beth

Val Troncea

val tronceavalangaminiere del Beth

Venerdì 19 aprile a Pragelato si celebrerà la commemorazione dei 120 anni dalla tragedia della valanga del Beth. Nell'occasione verrà intitolata una piazza della frazione Plan di Pragelato alle "Vittime delle tragedia del Beth" e verrà allestita una bacheca con un pannello dedicato realizzato dall'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie.
 
La storia industriale delle miniere del Beth inizia nel 1863 con la concessione acquisita da Pietro Giani, noto imprenditore torinese. Una storia travagliata sotto il profilo economico, ma anche occasione di sperimentazione di nuove tecniche estrattive che si conclude tragicamente con la grande valanga del 1904.
Martedì 19 aprile 1904 gli operai delle miniere del Beth "Si trovavano sul monte a quota 2700 m, impressionati certamente dal continuo cadere della neve, dai rumori e dal pericolo imminente in cui si trovavano, decisero di scendere al basso". Secondo la testimonianza del maestro Guiot: "Il pericolo era previsto e qualcuno dei sopravvissuti asserì che quelli del paese, che meglio dei forestieri conoscevano l'insidia delle nevi, proposero di ricoverarsi nelle vicine gallerie portando gli attrezzi, da dove sarebbero poi usciti quando la valanga fosse passata. Non furono ascoltati". Il geom. Maurizio Basile, capocantiere, riuscì a ottenere che i minatori si dividessero in  squadre. Così iniziarono la discesa.
D'un tratto, tra le 12 e le 12.30 la catastrofe: "Un colpo di tuono, fortissimo, si fece udire e prima ancora che gli operai si fossero riavuti e pensato alla difesa, essi vennero come fuscellini trasportati nel vallone da una massa enorme di neve, che nel loro linguaggio espressivo gli scampati dicevano parere una montagna. Ad una ad una le squadre furono travolte nell'abisso".
Mercoledì 20 aprile giunsero sul luogo del disastro i primi soccorsi: valligiani, compagnie di artiglieri dal vicino Forte di Fenestrelle, Guardie Forestali e Carabinieri. Si riuscì così a salvare una trentina di minatori.
Il 25 aprile, nel piccolo cimitero di Laval, furono inumate le prime 40 salme in una grande fossa comune, ma prima che questa fosse richiusa si dovette attendere il 28 giugno, quando sotto la neve che aveva invaso il canalone del Gourée, venne alla luce il corpo ormai decomposto dell'ultimo minatore. In totale i morti risultarono 81, di cui 74 furono inumati nel cimitero di Laval. 
La più giovane fra le vittime era originaria di Salza, in val Germanasca: aveva solo 16 anni.
 

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