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Photo credit Bruno Usseglio

I Trinceramenti del colle dell’Orsiera

Orsiera Rocciavré

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Dalle ricerche storiche del guardiaparco Bruno Usseglio

Un bel colpo d’occhio ripaga tutti coloro che risalgono i sentieri che dai due versanti della val Chisone e val Dora portano al colle dell’Orsiera. Qui si trovano ancora ben riconoscibili degli antichi trinceramenti realizzati utilizzando il materiale che abbonda sul posto: la pietra. Una lunga linea spezzata costituita da un muro a secco, alto in alcuni punti oltre un metro e spesso altrettanto, sbarra completamente il valico. L’unica interruzione è in prossimità dell’arrivo dei sentieri che corrisponde con l’accesso di un tempo. Poco più in alto e in direzione dell’omonima cima, intervallato dalla cresta rocciosa, il trinceramento prosegue sigillando anche un colletto superiore. L’andamento della costruzione difensiva è sapientemente modellato sulla morfologia dell’area in modo da sfruttare in modo efficace la conformazione naturale. Gli angoli salienti aggettanti verso la val Dora, oltre questa importante funzione di modellarsi sulla difesa che naturalmente il sito offre, risultano utili per la riduzione degli angoli morti che si potevano creare davanti al trinceramento e permettevano, in caso di bisogno, l’effettuazione del tiro incrociato a protezione delle varie sezioni. Sul lato valchisonese, a pochi metri di distanza dal trinceramento, si possono notare i resti del muro perimetrale di un corpo di guardia quadrangolare. Dal punto di vista storico, l’opera venne realizzata quando la val Pragelato (alta val Chisone) era ancora sotto l’amministrazione francese. Durante la guerra di successione spagnola, in particolare nel giugno 1707, i colli Finestre, Orsiera, Sabbione, Malenotte e Roussa erano presidiati da reparti francesi. A settembre la situazione era immutata, poi, con l’arrivo della brutta stagione, i reparti vennero ritirati, tranne quello che controllava il colle delle Finestre. Nel luglio 1708 le due contrapposte armate, quella sabauda e quella di Luigi XIV, erano nuovamente pronte a fronteggiarsi dopo la pausa invernale. All’inizio di agosto i francesi erano costretti ad abbandonare molte difese in quota e, dopo aver perso in precedenza il forte di Exilles, ora si preparavano a difendere il forte di Fenestrelle. Il 31 agosto, tuttavia, anche quest’ultima guarnigione capitolava, lasciando campo libero alle truppe del duca sabaudo Vittorio Amedeo II.

Alcuni decenni dopo, durante la guerra di successione austriaca, il colle dell’Orsiera si trova nelle retrovie rispetto agli avvenimenti che interessano principalmente l’Assietta dove il 19 luglio del 1747 le armate francesi si scontrano nuovamente con quelle sabaude. Lo stesso ruolo gli spetta nel 1799 quando gli austro-russi si affacciano nelle vallate alpine. Poi, solo più il silenzio della montagna interrotto ogni tanto dai rumori provocati dagli animali selvatici o dalle greggi al pascolo, fino a quando, perlomeno, non si è diffuso il fenomeno di salire in montagna per diletto. Così i trinceramenti del colle dell’Orsiera sono nuovamente rinati e oggi, perfettamente integrati nel paesaggio alpino, sono i testimoni di un lontano passato.

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