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photo credit Valentina Mangini

Perchè non bisogna distruggere i funghi?

Ente Parchi Alpi Cozie

funghi

Capita spesso andando nei boschi di trovare funghi divelti, calpestati, massacrati...

Ma perchè?
Forse è un gesto per impedire ad altri di raccogliere funghi realmente o ipoteticamente velenosi?
Forse è un gesto per evitare che funghi velenosi e dunque, agli occhi di qualcuno, inutili, possano riprodursi?

Forse è solo per ignoranza e scarso rispetto della natura.

I funghi sono organismi viventi eutotrofi. Essendo privi di clorofilla si nutrono di sostanze elaborate da altri organismi con i quali possono creare rapporti differenti.
- Si parla di simbiosi quando s'istaura una collaborazione da cui entrambi i soggetti traggono benefici;
- di saprofitismo quando i funghi si nutrono di sostanza organica in decomposizione favorendo i processi di alterazione della sostanza organica e diventando importanti fattori nel ciclo dei nutrienti;
- di parassitismo quando attaccano individui già deboli o ammalati: favoriscono così processi di senescenza e morte garantendo maggiori possibilità di sopravvivenza ad altri individui.

In tutti i casi, anche se non sono commestibili per l'uomo, i funghi svolgono un ruolo essenziale nell'ecosistema in cui vivono e sono fonte di cibo per molti animali del bosco, piccoli e grandi.

Quelli che comunemente chiamiamo funghi non sono altro che il frutto o "carpoforo" del fungo che si trova nel suolo o in un altro substrato sotto forma di filamenti sottilissimi chiamati "ife". Questi frutti di diverse forme, colori e dimensioni contengono l’apparato riproduttivo del fungo che produce le spore.

Non è detto che i funghi più colorati siano necessariamente velenosi, nè che lo siano quelli con lamelle nella parte inferiore del cappello o quelli che, una volta raccolti cambiano colore. Non esiste un modo empirico per distinguere i funghi commestibili da quelli che non lo sono. Bisogna conoscerli e saperli riconoscere!

La raccolta dei funghi è regolamentata.

In Piemonte, la Legge regionale 17 dicembre 2007, n. 24. tutela i funghi epigei spontanei e stabilisce:
- il quantitativo massimo di raccolta;
- le modalità di raccolta: gli esemplari devono essere raccolti interi e completi di tutte le parti necessarie alla determinazione della specie, procedendo in luogo ad una sommaria pulizia;
- le modalità di trasporto: i funghi raccolti devono essere riposti e trasportati in contenitori idonei a consentire la diffusione delle spore. È vietato in ogni caso l'uso di contenitori di plastica;
- è vietato usare nella raccolta di funghi epigei spontanei l'uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possano danneggiare lo strato umifero del suolo, il micelio fungino e l'apparato radicale;
- sono vietati la distruzione o il danneggiamento volontario dei carpofori di qualsiasi specie di fungo epigeo spontaneo, anche non commestibile o velenoso.

Nel caso in cui la raccolta e il trasporto di funghi epigei siano eseguiti in modo non corretto, i funghi vengano distrutti o danneggiati volontariamente o raccolti in aree vietate o interdette, è prevista una sanzione.

 

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