Dalle ricerche storiche del guardiaparco Bruno Usseglio scopriamo che...
I boschi delle valli Susa e Chisone si sono alternativamente espansi o contratti sulla base dei momenti storici. Nei secoli scorsi, in particolar modo nel Settecento, subiscono una decisa contrazione a causa delle continue forniture necessarie per le strutture militari. Il legname ricavabile dalle foreste locali per la costruzione delle difese, viene utilizzato sotto forma di travature, assi, palizzate, infissi, legna da ardere per i forni della calce, riscaldamento e così via. Nonostante la richiesta sempre più pressante, in alcune zone, si è proceduto a limitare gli interventi di taglio e il classico esempio è rappresentato dai boschi di protezione. Per comprendere meglio di che cosa si tratta, possiamo utilizzare una fonte locale. I regolamenti settecenteschi rurali delle comunità, infatti, individuano con precisione quei boschi che svolgono la particolare funzione di tutelare gli abitati sottostanti dal rischio di valanghe, frane o smottamenti. In questi atti deliberati dai consigli comunali e approvati dal Senato di Torino vengono dettagliati i confini delle riserve e vengono descritti i comportamenti leciti e quelli vietati, ritenuti necessari per preservare la funzione protettiva.
Accanto a questa tipologia, altri terreni boscati sono preservati dalle autorità statali al fine di mantenere una riserva facilmente accessibile alle diverse fortificazioni presenti nelle valli. I provvedimenti del 20 novembre 1826 e del 13 ottobre 1827 vanno in questa direzione ed evidenziano i distretti boschivi che servono come dotazione ai forti di Exilles (con l’Esseillon) e di Fenestrelle. La motivazione principale che ispira questi atti si rifà alla preoccupazione che le difese «non vengano, per lo spopolamento dei boschi circostanti, a mancare del legname necessario sia per i lavori che vi occorrono giornalmente, sia per tutti i bisogni che possono in caso di guerra presentarsi».
Pertanto i boschi dei comuni di Chiomonte, di Exilles e di Salbertrand, designati per il servizio del forte di Exilles, «sono posti sotto l’invigilanza del Genio Militare (…). In dipendenza di questa clausola, veruna pianta d’alto fusto non potrà essere recisa senza averne ottenuta la facoltà dal vice-intendente».
In caso di necessità e di urgenza, i comuni possono richiedere il taglio di qualche pianta nel distretto riservato ai forti, ma «per reciprocità i comuni non potranno rifiutarsi di vendere al direttore dei forti quegli altri alberi che loro possono essere necessarii, e che si ritrovassero in boschi non compresi nella riserva militare».
Parallelamente, nei comuni di Fenestrelle, di Usseaux, di Pragelato, di Mentoulles e di Roure vengono individuati i boschi riservati per il servizio del forte della val Chisone. Per distinguerli e contrassegnarli, il Genio Militare utilizza un marchio: la sigla FE per i boschi destinati al forte di Exilles e FF per quelli concessi a Fenestrelle.
I documenti citati del 1826 e 1827 sono pubblicati in Raccolta delle circolari della azienda economica dell’interno sull’amministrazione de’ boschi e selve, Stamperia Giuseppe Favale, volume III, Torino 1828, p. 252.