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Mulino idraulico del Martinet

Ultimo aggiornamento: 26 Settembre 2024

L'esterno del Mulino con lo stallotto e la stanza del mugnaio

Il mulino che appare oggi ai nostri occhi è il prodotto di molte trasformazioni avvenute nel tempo, legate anche agli eventi naturali e alle vicende storico politiche della valle.

L'edificio, di proprietà del Comune di Salbertrand, affidato in comodato gratuito all'Ente Parco del Gran Bosco e successivamente all'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie (attuale gestore dell'Ecomuseo Colombano Romean), è stato  recuperato alla fine del XX secolo ed ospita al suo interno tre distinti impianti e vari allestimenti.

Il mulino per cereali

Il mulino vero e proprio, dotato di tre coppie di macine (di cui una, a turno, sempre ferma per manutenzione) destinate alla lavorazione delle granaglie, in particolare segale (blä), ma pure frumento (frumën), orzo (örjë), avena (sivà).

Le farine, una volta macinate, grazie a coclea ed elevatore a cucchiai, venivano trasferite al buratto, bařütè, un congegno costituito da setacci in seta con maglie di diverse dimensioni in grado di selezionare fior di farina (fařina fina), farina normale (fařina du pan), farinetta (fařinetta) e crusca (brën).

A destra dell'ingresso, è tuttora presente la stalla che ospitava i muli con cui i contadini portavano al mulino i sacchi di cereali da macinare. Era infatti abitudine che ognuno aspettasse il proprio turno per assistere alla macinazione dei propri cereali... Quello era il momento delle famose "chiacchere da mulino" occasione per parlare e sparlare un po' di tutti...

Il locale macine - Simona Molino

Il frantoio

La pesta, la pitä, costituita da una vasca circolare in monoblocco di pietra su cui girava una mola verticale era impiegata per la sfibratura della canapa, pianta tessile per eccellenza in Valle, e per la produzione di olio di noci, di nocciole, di semi di canapa e lino, di prugne selvatiche (le marmotte).

Il cosiddetto "olio di marmotte" veniva prodotto con i frutti del Prunus brigantiaca, un endemismo delle nostre montagne. Le prugne venivano raccolte sul finire dell'estate e lasciate marcire all'aperto per staccare la polpa dai noccioli che poi, durante le lunghe veglie invernali nelle stalle, venivano spaccati. I semi così ottenuti, pestati e riscaldati per aumentarne la resa, erano torchiati per estrarre un olio giallo-dorato, fluido, limpido usato sia come condimento che per l'illuminazione.

La pesta per la lavorazione della canapa - Luca Giunti

La centralina idroelettrica

I moderni pannelli di controllo della dinamo e il quadro di distribuzione dell'energia elettrica ivi prodotta raccontano la storia dell'ultimo secolo di questo antico mulino e della locale Azienda Elettrica.
L'alluvione del 1957 segnò la fine dell'attività della centralina idroelettrica, a causa dei danni all'opera di presa e al canale e dell'abbassamento del letto della Dora che non consentì più l'alimentazione della bealera. Le macine continuarono a lavorare alimentate con energia prodotta dalla centrale di Chiomonte sino agli anni '70 quando, l'irrimediabile fine di un'economia autarchica basata sull'autoconsumo, determinò la scomparsa delle estese coltivazioni di cereali e della necessità di macinarli.

Turbine quadri della centralina idroelettrica - Luca Giunti

La storia recente

Negli ultimi anni, all'interno del mulino, nuovi spazi sono stati recuperati e sono stati creati allestimenti museali che raccolgono il ricco patrimonio di attrezzi da lavoro ed oggetti in uso nella vita quotidiana di un tempo, messi a disposizione dalla comunità.

Come detto, il mulino idraulico del Martinet è uno dei più interessanti e meglio conservati di tutta l'Alta Valle di Susa, ma non è l'unico di Salbertrand... Nel territorio comunale sono infatti presenti ben 5 siti: oltre al Mulino del capoluogo che sfruttava le acque della Dora, segnaliamo il Mulino di San Bernardo sul Rio Gironda, che ospitava macine da cereali, pesta da canapa e fucina, il polo molitorio dell'Oulme in località Fàuria, lungo il Rio Secco, i cinque mulini da cereali in sequenza lungo un'unica bealera all'Eclause, il mulino, e forse un frantoio, a Frenée.

Approfondimenti sul cahier n. 7 dell'Ecomuseo Colombano Romean "L'uomo, l'acqua e la montagna, protoindustria in Alta Valle di Susa" a cura dell'Associazione Cultura e Territorio ACT, e sul cahier n.16 "il mulino del Martinet e l'azienda elettrica di Salbertrand"

Macine

Macine - Luca Giunti

Cereali

Cereali - Simona Molino

Pietra del frantoio e attrezzo per rompere i noccioli del Prunus brigantiaca per la produzione dell'olio

Pietra del frantoio e attrezzo per rompere i noccioli del Prunus brigantiaca per la produzione dell'olio - Luca Giunti

Terza mano del mugnaio

Terza mano del mugnaio - Luca Giunti